A cura di Susanna Schivardi e di Massimo Casali
Mattia Favazza, titolare di Lux Wine, enoteca a Roma che propone appuntamenti a tema oltre a corsi e degustazioni, ci offre una serata a ritmo di Pinot Nero, con assaggi di sei diverse etichette:
Pinot Nero Alto Adige Südtirol Doc 2019 Mazzon, Gottardi
Pinot Nero Filari di Mazzon, Alto Adige SüdtirolDoc 2020, Carlotto
Pinot Nero Riserva, Matan, Alto Adige SüdtirolDoc 2020, Pfitscher
Pinot Nero Riserva, Poggio della Buttinera, Oltrepo Pavese Doc 2020, Travaglino
Pinot Nero Friuli Colli Orientali Doc 2020, Le Due Terre
Pinot Nero Sicilia IGT Boschetto Rosso 2014, Castello di Solicchiata
Il primo vino è della famiglia Gottardi, grande azienda che inizia la sua storia nel 1995 e vanta un’altitudine tra i 300 e i 400 metri, con orientamento a ovest e venti da sud, su appezzamenti di diverse tipologie, da rocce arenarie, calcari, marne e dolomie. La fermentazione avviene in acciaio, affina per 12 mesi in barrique di rovere francese e altri 8 mesi in botti di legno. I sentori al naso sono di frutta, amarena e prugne al gusto, liquirizia e menta sul finale. Piuttosto giovane, lievemente speziato ma sempre fresco.
Filari di Mazzon dell’azienda Carlotto proviene dalla collina di Mazzon, su un terreno calcareo ricco di scheletro, ad un’altitudine di 300-400 metri. Fermentazione e macerazione avvengono con rimontaggi e follature giornaliere, il vino matura in botti grandi e barriques per 13 o 14 mesi a seconda dell’annata, e prima dell’imbottigliamento viene riassemblato in botti grandi di legno e acciaio. Sei mesi in bottiglia prima del commercio. Il tono è scuro, piccoli frutti rossi al naso, in bocca sentori dati dal legno di vaniglia e cioccolato. Cacao e pepe nero corredano dei tannini delicati.
Pfitscher, storica cantina del 1861, ci propone con la terza generazione questo Matan, che in dialetto significa montagna, perché siamo a 550 metri su pendenze più rigide rispetto a Mazzon. Si prevedono, per questa Riserva, follature di 14-16 giorni e poi maturazione in 12 mesi di barrique e sei mesi in botte grande. Al naso intensa la frutta rossa, ciliegia e lamponi, i fiori diventano scuri, al gusto si ispessisce con spezie, cioccolata, liquirizia. Un vino rotondo, da degustare anche solo.
Travaglino è una bella azienda di 80 ettari di vigneti nell’Oltrepò Pavese, dove gode di suoli scuri, argillosi, fatti di sabbie ciottoli e calcare.
La sede esiste dal 1111 almeno secondo un antico documento che attesta l’attività agricola fin da quell’epoca. Nel 1965 diviene una cantina vitivinicola. Poggio alla Buttinera comprende tre ettari con sabbie e ferro. La vinificazione avviene in parte con il raspo, con macerazione in acciaio, affinamento di un anno in tonneau e barrique di rovere francese e un anno in bottiglia. I sentori scuri, spezie e pepe nero, liquirizia sul finale. Il tannino è poco presente.
Le Due Terre di Friuli Colli Orientali ci ha davvero coinvolto, in un sorso piacevolissimo e una beva intensa. Nel 1984 marito e moglie prendono un terreno a Prepotto, cinque ettari. Qui siamo a ridosso della Slovenia, sul versante opposto alla Doc Collio, ma sempre regna vigoroso il Flysch che denota con la sua sferzante mineralità tutti i vini di queste zone. Questo vino vede 23 mesi di barrique, e si presenta con un naso molto profumato, floreale. Si susseguono una macinata di pepe fresco, spezie accennate, erba secca, poi la salinità prende il sopravvento e il sorso rimane lungo e appagante.
Scendiamo in Sicilia e ci godiamo la freschezza dei vini del Barone Arnaldo Spitaleri, con un Pinot Nero di Feudo del Boschetto. La storia della cantina parte dalla visione di Felice Spitaleri, pioniere dal punto di vista enologico, che impiantò già nel 1855 Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot nell’antico feudo di Muglia, per uscire l’anno dopo con un taglio bordolese e il Pinot Nero, il primo a imbottigliarlo in Italia. Il successo poi lo spinse a costruire il Castello di Solicchiata, un moderno Château alla francese che comprendesse gli ettari vitati. Arnaldo Spitaleri ha poi ripreso in mano l’azienda portandola agli antichi splendori, con la produzione Feudo del Boschetto. Siamo di fronte a un 2014 ancora freschissimo al naso, non mancano frutti rossi e neri, tabacco essiccato, per terminare su spezie e erbe officinali. Il sorso è morbido e vellutato, le note chinate e sulfuree richiamano i toni territoriali. Le uve giacciono a 1200 metri di altezza, la lavorazione prevede due anni di barrique di rovere di Allier e 3 anni di bottiglia.
Ad accompagnare i vini, le specialità del forno Roscioli di Roma con i maritozzi ripieni di porchetta e melanzane, un salame e un formaggio stagionato, prelibatezze molto delicate. Le serate di Lux Wine sono tutte davvero sofisticate, ricercate, dettagliate, perché Mattia Favazza da vero esperto del settore vuole regalare ai suoi ospiti un’accoglienza e una dedizione capillari, che siano esperienze di valore, con scelte enologiche mirate, adatte anche a un pubblico neofita, e non solo per gli esperti. Ricordiamo che presso l’enoteca è possibile frequentare un corso avanzato di avvicinamento al vino, diviso in due gruppi, il lunedì e il martedì, dalle 19 alle 21; sta per partire quello del martedì dal 29 ottobre, si prende il via con le basi di storia della vite e le tecniche di vinificazione. Si terminerà con le tecniche di abbinamento cibo vino, il 3 dicembre.
L’indirizzo è Via Cassia, 340, all’interno del Parco commerciale Pandora.
Ringrazio come sempre Massimo Casali, master sommelier, che partecipa e cura la parte tecnica delle note di degustazione.
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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