Rubrica a cura del dottor Claudio Rao
La bocca secca, il cuore che batte ai 100 all’ora, il respiro affannoso, il tremolìo delle mani, l’aumento della sudorazione, i peli che si rizzano… la paura è uno stress che preferiamo evitare, ma con cui a volte ci piace giocare.
Halloween è una festa che cela il desiderio di esorcizzare ciò che temiamo di più: la morte. Tabù delle nostre società occidentali postmoderne. La “paura” della morte.
In psicologia, la paura è considerata un’ « Emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo che può essere reale, anticipata dalla previsione, evocata dal ricordo o prodotta dalla fantasia »¹.
In Pedagogia Clinica®, essa è definita come « Rappresentazione dell’inadeguatezza dell’essere umano di fronte a se stesso, agli altri, agli elementi naturali, all’irrazionale, allo sconosciuto, all’inspiegabile archetipico. La rappresentazione emotiva del linguaggio della paura si presenta con delle condotte che vanno dalla timidezza e dal timore alle insicurezze, a fobie, a forme d’ansia e nevrosi d’angoscia. È un argomento complesso che quasi sempre affonda le radici nella dimensione e nell’esperienza personale e sociale dell’individuo, ma che può trovare anche nella realtà interna, nel mondo dei sogni, negli spiriti dei morti, nei demoni, nelle streghe, importanti effetti di turbativa. Nell’ambito più archetipico e irrazionale della paura, uno dei terrori più intensi che ha popolato l’inconscio universale è sempre stato quello suscitato dal calar della notte, oscurità che potenzia la precarietà fisica e psichica »².
L’origine dalla paura
Da dove nasce questa strana e sgradevole sensazione che conosciamo tutti fin da bambini e che ci accomuna al resto del regno animale?
In realtà la paura fa parte di un sistema d’allarme piuttosto elaborato.
Il nostro cervello rettiliano e limbico attivano dei meccanismi psicologici e neurologici piuttosto complessi.
Siamo filogeneticamente programmati a recepire e reagire a determinate situazioni, perché la paura è indispensabile alla nostra sopravvivenza dalla notte dei tempi! Tanto che divertirsi a fare o ad avere paura è un comportamento tutt’altro che eccezionale.
Quando la paura si attiva fronte a pericoli immaginari o al riemergere di traumatismi passati o, peggio, adottiamo comportamenti pericolosi per sentirla o dominarla meglio, è oppotuno ricorrere ai consigli di uno specialista.
La storia di ciascuno di noi è legata alla paura. E di paure ve ne sono tante quanti sono gli individui sulla Terra. Paura del traffico, dell’autorità, degli OGM, di sporcarsi, di guidare la notte, di soffocare. Legate alla propria storia personale, familiare o sociale. Che sono talora la maniera di traverstirne altre, segretate dal nostro inconscio. E a nulla valgono le rassicurazioni: alla prima occasione, riemergono in tutta la loro sfolgorante bellezza!
Un denominatore comune?
Secondo la psichiatra svizzera Elisabeth Kübler-Ross specialista in cure palliative, tutte le nostre paure nascono da una sola ed unica angoscia. Nel suo libro « Lezioni di vita. Ciò che la morte e il morire ci insegnano sulla vita e sul vivere »³ scrive: « Dobbiamo “sbucciare” le nostre paure, le une dopo le altre per raggiungere la paura fondamentale sottesa a tutte le altre. Si tratta generalmente della paura della morte. Supponete di essere molto preoccupati per un progetto professionale.
“Sbucciate” quest’ansia e vi scoprirete la paura di sbagliare. Scoprirete altri strati sottostanti: la paura di non ottenere l’atteso aumento, di perdere il proprio lavoro e, infine di non sopravvivere, che è sostanzialmente la paura della morte che sottostà a un buon numero di di preoccupazioni legate al lavoro e alle finanze. […] Siccome ogni angoscia si fonda sulla paura della morte, è necessario imparare a liberarsi da questa per poter affrontare più facilmente tutte le altre ».
L’utilità della paura
L’età infantile è quella che conosce le paure più grandi. Il piccolo d’uomo non possiede alcuna autonomia fronte ai suoi genitori. La sua paura del buio è la paura di perdere i suoi punti di riferimento; una paura che gli fa inventare tutta una serie di pericoli immaginari.
Eppure la paura, così malvista da noi genitori e nonni e perfino da docenti ed educatori, non è solo fonte di negatività. Essa ha la straordinaria funzione primaria di prevenire i pericoli, ispirando la prudenza. Aiutando il soggetto in età evolutiva a costruirsi.
La paura, dunque, oltre che naturale è utile. E ci spinge ad agire!
Come affrontare le nostre paure?
Una strategia efficace può essere quella di esaminare razionalmente la situazione per ricavarne una valutazione soggettiva più rassicurante. Un’altra strategia, complementare alla prima, può essere quella di sostituire la nostra paura con delle emozioni positive.
Se dovessimo stilare un breve promemoria ad uso pratico per combattere le nostre paure, potremmo individuare alcune tappe.
- Capirle. Comprendere esattamente che cosa temiamo e perché. È una paura realistica, ragionevole? Cosa, in particolare, ci provoca disagio? Indagare è già prenderne un po’ le distanze.
- Respirare. Se siamo in preda al panico, iniziamo col respirare profondamente. Respiriamo dal naso, tratteniamo l’aria per qualche secondo (contando almeno fino a 5) e risoffiamo l’aria dalla bocca molto lentamente. Immaginando d’inalare armonia e serenità e di espellere rabbia, ansia e tensione.
- Parlarne. Condividere le nostre paure con gli altri. Un consiglio che può lasciarci interdetti, ma che è di sicuro aiuto se fatto con persone amiche o famigliari. Esprimere le nostre paure ci aiuterà a superarle.
- Scriverle. Se abbiamo difficoltà ad esprimerle verbalmente, proviamo a scriverle. Una sorta di diario potrà tracciarne la storia ed evidenziarne le cause.
- Positivizzare. Cercando di vedere il lato buono della cosa. Paura di volare? Pensiamo che il viaggio ci condurrà verso un luogo attraente dove passeremo delle belle vacanze. Paura di parlare in pubblico? Pensiamo alle persone che saranno liete di imparare ed arricchirsi coi nostri consigli e le nostre esperienze.
- Informarsi. La nostra paura ci preoccupa? Informiamoci leggendo qualche articolo o qualche saggio che la analizza. Oppure ricercando video e documentari che la illustrano.
- Cambiare. Uno stile di vita meno stressante, la riduzione di alcolici e caffeina, la pratica di un’attività sportiva, un’alimentazione sana sono tutte cose che influenzano positivamente la gestione delle nostre paure.
- Consultare. Se la nostra paura diventa invalidante, disturbando il normale funzionamento della vita quotidiana, non esitiamo a rivolgerci a un professionista qualificato: psicologo, psicoterapeuta, pedagogista clinico, consuelor, coach… le figure professionali non mancano.
Insomma, se avere paura è naturale, non dobbiamo avere paura di agire!
¹ U. Galimberti, Nuovo Dizionario di Psicologia Psichiatria Psicoanalisi Neuroscienze, Feltrinelli, 2021, pag. 884.
² Guido Pesci, Marta Mani, Dizionario di Pedagogia Clinica, Armando Editore, Roma, 2022, pag. 237. N.B. Gli «archetipi» sono modelli ancestrali che abitano in ciascuno di noi.
³ Elisabeth Kübler-Ross, David Kessler, Lezioni di vita. Ciò che la morte e il morire ci insegnano sulla vita e sul vivere, Edizioni l’Età dell’Acquario, 2019.
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