Cantina dei Colli Ripani, tradizione e innovazione nelle Marche

Cantina dei Colli Ripani, tradizione e innovazione nelle Marche

Rubrica a cura di Susanna Schivardi e di Massimo Casali

Una cantina virtuosa, dalla lunga tradizione, che ama spaziare dalle novità più vicine ai nuovi gusti, ribadendo però la memoria di vini rossi importanti come il rosso Piceno fino ai bianchi agili, verticali e sapidi, approdando alle derive più audaci delle visioni bio, in nome dell’ambiente e del rispetto della natura.

Nasce nel 1969 la Cantina dei Colli Ripani che vanta la sua prima vinificazione nel 1977 e raccoglie oltre trecento soci “autoctoni”. Copre circa 800 ettari di terreno vitato in tutte le Marche, il fulcro è vicino ad Ascoli Piceno in un paese chiamato Ripatransone, e raggiunge i 508 metri di altitudine. Valore a cui hanno dedicato una linea, la 508 appunto, che conta sei etichette, tutte eccellenze del territorio.

Una produzione di un milione e mezzo di bottiglie l’anno, di cui una parte all’estero, tra Giappone, Cina, America, Scandinavia, Nord Europa, mentre in loco vige ancora la vecchia tradizione della damigiana da 5 litri e una diffusione capillare nei dintorni.

Le dieci etichette dei monovarietali compongono una delle linee più apprezzate dal grande pubblico, linea Colli Ripani e comprende tutte Doc e Igt, mentre le sei eccellenze della 508 raccontano la storia del posto dove ci troviamo, Ripatransone, un borgo delizioso incastrato tra le modulazioni collinari e l’Adriatico, che ispira le etichette tutte dedicate a diversi simboli legati alla storia e alla tradizione locali. Qui abbiamo Offida Docg e Rosso Piceno Doc, insieme a Marche Igt. 

Le varietà sono Pecorino, Passerina, Montepulciano, Cabernet Sauvignon e Merlot in minore quantità. In purezza questi vini sono autentici, molto freschi, sapidi per la natura del terreno. Per i palati giovani abbiamo la linea cosiddetta Grotte di Santità, l’Ancestrale di cui andiamo a scoprire la versione Marche IGT Rosato da uve Montepulciano, e Marche IGT da Pecorino, usciti per la prima volta nel 2020. Anche in questo caso il nome ricorda uno dei luoghi chiave di Ripatransone, un percorso cunicolare preistorico, sotto il suolo della città, da più di 2000 anni, che si sta pensando di riaprire al pubblico.

Tra le chicche vi segnaliamo Olimpus, Spumante Passerina Brut e Olimpus Moscato Spumante dolce, entrambi fatti con metodo Martinotti. Tra le etichette che più ci hanno suggestionato Il Vicolo, Marche IGT Rosato 2023, intanto chiamato così per dedicarlo al vicolo più stretto d’Italia che si trova proprio a Ripatransone, un vicolo a tutti gli effetti, riconosciuto per legge come tale e a cui la cantina ha dedicato una bottiglia. Da Montepulciano e Sangiovese, al naso e al gusto risulta molto fruttato, pesca bianca, susina, al palato fresco e minerale, adatto alle calde sere estive.

L’enologo Marco Vignotti che ci ha guidato in questo itinerario, lavora in cantina da più di 25 anni, predilige diversi formati, dall’acciaio al cemento, il legno della bottaia di varie grandezze e infine le barriques. Il legno a detta sua come di molti altri del settore, serve a dare una certa spinta e rotondità ai vini ma mai a nasconderne l’identità che deve essere sempre specchio autentico del territorio. Quest’ultimo, assai vario, passa da ciottolo e sabbia nelle esposizioni a est e argilla al sud, un areale dove le varietà si adattano molto bene, grazie anche a una zonazione condotta da almeno dieci anni e da quattro con l’introduzione di un sistema satellitare chiamato Enogis, tramite cui operare una tracciabilità totale. La media delle altitudini aiuta contro il cambiamento climatico, anche se ultimamente si sta conducendo un discorso a favore dell’irrigazione di soccorso. Le piante sono molto vigorose, si parla di vigneti di 25 o 30 anni, quindi dagli anni ’90, quando si sono cominciati a specializzare.

Una linea dedicata alla grande distribuzione è la Belvedere, che ricorda la vista magnifica di cui si gode da Ripatransone, in un saliscendi di piani che intersecano l’orizzonte, abbracciando Gran Sasso e Monti Sibillini, comprende quattro bottiglie, Passerina, Pecorino, Rosso Piceno base e Superiore. Quest’ultimo è un vino raffinato, fa due anni di botte di rovere di Slavonia, il bouquet è avvolgente, frutto rosso maturo, cuoio e tabacco al palato.

Per il mercato Horeca, la cantina ha pensato alla linea Settantase77e, dedicata al primo anno di vinificazione e celebrata con otto etichette di autore.

Infine, per ricordare il rispetto costante verso la natura, l’utilizzo di mezzi che tutelino il benessere della terra e ne assicurino la produttività, la linea Biologica, Rosso Piceno Doc, Rosso Piceno Doc Superiore, Marche Igt Passerina, Marche Igt Sangiovese e Falerio Pecorino Doc, e sulle etichette, dallo stile semplice e molto minimal ma bellissimo, una frase che ricorre al centro “frutto buono di una terra coltivata con rispetto”.

Oltre al rosato Il Vicolo di cui abbiamo detto sopra e che abbiamo avuto il piacere di conoscere a Roma, in occasione di Calici di Stelle, evento organizzato a giugno, in enoteca a Ripatransone assaggiamo il Mercantino, Offida Docg Pecorino 2023, della linea 508, dedicata ai luoghi suggestivi del paese. Un vino molto profumato, minerale, dalla decisa spinta verticale, al naso molto frutto giallo, melone, susina matura. Intenso e persistente al palato. Ci abbiniamo i salumi dell’azienda Federici e i formaggi de La Vergara.

L’olio che abbiamo versato sul pane per accompagnare il vino è quello da olive ascolane, amaricante, equilibrato, pungente, piccante. Molto armonico.

Dedichiamo uno sguardo ancora al tramonto che da questo borgo si scorge e ci accompagna a fine giornata. Un paesaggio davvero unico nel suo genere e meritevole di essere ammirato con in mano un calice, omaggio a questa cantina che lavora con dedizione e passione da anni.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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