Rubrica a cura del dottor Claudio Rao
La fine delle ferie, il rientro dei figli a scuola, la ripresa a pieno ritmo delle attività possono ingenerare stress, nervosismo, scoramento. È naturale e gli psicologi ci suggeriscono qualche accorgimento per affrontarne meglio l’impatto.
Disfare le valigie, rimettere la solita sveglia, archiviare ciabatte e costume da bagno… il rientro dalle ferie è ormai questione di giorni o di ore. Se la prospettiva ci angoscia, occhio a ciò che gli psicologi definiscono la post-vacation blues o post-holidays blues, insomma la sindrome da rientro (dalle vacanze, ben inteso).
Ecco come viene sintetizzata dagli addetti ai lavori sul sito www.humanitas-care.it: « Si chiama post-vacation blues opost-holidays blues ed è una risposta psico-fisica al ritorno alla quotidianità diversa dai ritmi tranquilli e rilassati della vacanza. È un tipo di sindrome caratterizzata da sintomatologia depressiva e/o ansiosa che può presentarsi subito dopo il rientro dalle vacanze. Tornare al lavoro, a scuola o alla routine quotidiana non è semplice per nessuno ma per alcuni può essere ancora più difficile, sebbene a differenza della depressione vera e propria, il post vacation blues, è una condizione transitoria e facilmente trattabile ».
Anche le belle cose hanno una fine. Le migliori sembrano addirittura volare via ad una rapidità sorprendente.
Abbiamo già avuto modo di citare il professor Lejoyeux¹. Secondo il noto psichiatra “In vacanza e al lavoro non siamo affatto due persone diverse”. Non fare salti di gioia nel ritornare al lavoro è normale, il « segno che abbiamo passato delle buone vacanze e che preferiamo essere circondati da amici e familiari », ci rassicura il professore. Tuttavia, come contenere lo stress da rientro? Come vivere meglio questo primo periodo di transizione?
Michel Lejoyeux e Stéphane Clergé, nel libro « Les vampires psychiques » (i vampiri psichici), pubblicato nel 2019 in Livre de Poche, ci offrono qualche pista.
Cinque consigli utili da annotare e sperimentare.
- Giochiamo i tempi supplementari. Prolunghiamo lo spirito delle vacanze. Niente di meglio – per un periodo transitorio – che “continuare a sentirci in vacanza”! La sera o durante il week-end non esitiamo a prendere un po’ di sole in giardino o sul balcone, evitando di posteggiarci sul divano davanti alla tele – suggerisce Stéphane Clergé. « Prolungare le vacanze significa continuare a beneficiarne, soprattutto se sono durate soltanto quindici giorni » precisa lo psichiatra.
- Giochiamo d’anticipo. Durante le ferie, ne abbiamo approfittato per recuperare un po’ di sonno, com’è giusto. Qualche giorno prima del rientro, tuttavia, è importante riabituare l’organismo a ritmi più regolari. Per evitare quello che Lejoyeux definisce il “Jet lag personale”, ovvero la discronia del ritmo sonno-veglia. Gli ultimi giorni di vacanza sarebbe opportuno riabituarci a orari più consoni a quelli lavorativi, per ammortire il mini-choc del rientro. Un accorgimento che vale anche per il ritorno a scuola di nostri pargoli.
- Manteniamoci fisicamente attivi. Tra trekking, scalate, volley sulla spiaggia e nuotate al mare o in piscina, durante le ferie il nostro corpo viene ampiamente sollecitato. Al rientro è necessario non abbassare le braccia, secondo Lejoyeux, anche se ciò richiede una discreta organizzazione e un minimo di programmazione delle proprie attività. Restare a lungo seduti nella medesima posizione arreca danno al nostro organismo. Come stare troppo in piedi in continua attività per i mestieri che lo richiedono. Occhio dunque agli eccessi, soprattutto alla sedentarietà.
- Programmiamoci delle mini-vacanze in settimana. In Italia, ogni lavoratore ha diritto ad un certo numero di giorni di ferie. Ma perché concentrarle tutte in unica soluzione? « Possiamo parallelamente concederci delle mini-vacanze » suggerisce il nostro psichiatra. Delle pause salutari approfittando di qualche ponte o a cavallo col fine settimana. Un modo per ritrovare lo spirito delle vacanze.
- Formuliamo dei buoni propositi. Perché aspettare il nuovo anno per formulare i fatidici buoni propositi? Approfittiamo della dinamica delle ferie e della loro energia positiva per concretizzare i buoni propositi come tagliare i ponti con certe persone o smettere di rientrare troppo tardi dal lavoro. Le buone risoluzioni non sono necessariamente costrittive, ma possono essere decisamente liberatorie. Allora perché non fare del 1° settembre il nostro capodanno?
¹ Rinvio all’articolo “I benefici delle vacanze”. Michel Lejoyeux autore, esperto nel campo della psicologia cognitiva e dei disturbi dell’umore, professore di Psichiatria e Medicina delle dipendenze all’Università Paris VII-Denis Diderot.
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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