Policlinico Umberto Primo e mala gestione delle infrastrutture: trasferiscono l’oncologia all’Eastman ma i bagni sono allagati e impraticabili – La denuncia del sindacato FGU

Policlinico Umberto Primo e mala gestione delle infrastrutture: trasferiscono l’oncologia all’Eastman ma i bagni sono allagati e impraticabili – La denuncia del sindacato FGU

Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

Il Policlinico Umberto Primo di Roma è il più grande ospedale europeo e raggiunge il terzo posto, su scala nazionale, per ciò che concerne il numero di posti letto.

Non è però indenne dai colpi di mannaia che si sono abbattuti contro il sistema di sanità pubblica e attenzione, non sempre si tratta dei tagli ai finanziamenti, che quelli li conosciamo e noi giornalisti li rendiamo pubblici da anni.

Secondo il piano di restyling del grande e importante nosocomio, l’Umberto Primo dovrebbe essere trasferito, entro il 2028, in un’area diversa e tra le proposte del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, vi è l’ipotesi di spostare tutto a Pietralata.

Questo trasferimento fa parte di un programma della Regione Lazio che sta attuando questo trasferimento con le risorse economiche messe a disposizione dai fondi del PNRR.

In attesa del trasloco, il caso di cui vi parlo oggi narra di una serie di fatti che si stenta a comprendere e accettare, o meglio: si capisce poco la motivazione di certe scelte e di certe ostentazioni di mala sanità, perché davvero non è poi necessario esagerare per far scappare i pazienti da un nosocomio, specialmente se si tratta del reparto oncologia e quindi, i pazienti hanno poco da scegliere e decidere, non stanno mica andando dal coiffeur…

I fatti sono questi: a causa di problemi strutturali, tempo fa viene deciso di spostare il day hospital del reparto di oncologia presso l’istituto Eastman, quello che a Roma, storicamente, è conosciuto come l’ospedale che fin dalla sua fondazione, nel 1933, si è occupato di odontoiatria pediatrica.

Questo trasferimento, però, fin da subito ha mostrato risvolti paradossali, resi noti da Giuseppe Polinari, segretario del sindacato FGU dipartimento Università, che denuncia un fatto allarmante: in soli 10 giorni dal trasferimento del reparto, si sono verificati ben due allagamenti gravi nei bagni che sono, ancora oggi, impraticabili per i pazienti.

Una considerazione: tra acqua e liquami provenienti dalle fognature nelle toilette di un reparto oncologico di un così importante nosocomio, possiamo parlare di sanità malata oppure si fa peccato? Ma andiamo avanti…

La dirigenza del policlinico, dal canto suo ha comunicato che i problemi sono stati subito risolti e prendiamo atto, ovviamente, di queste dichiarazioni, ma non è dello stesso avviso Polinari, che memore del fatto che l’Istituto Eastman, inaugurato appunto nel lontano 1933 per scopi e con un’affluenza attuale diversi rispetto ad allora, possa cedere strutturalmente, in un reparto ora dedicato a pazienti oncologici che, spesso, giungono da fuori Roma.

Il sindacalista sta semplicemente chiedendo che si prenda atto di una situazione critica e che può diventare ancor più critica se non si fa qualcosa di strutturalmente adeguato per prevenire altri sfasci, ipotesi non del tutto azzardata in considerazione dell’anzianità della struttura. D’altronde, “prevenire è meglio che curare” dovrebbe essere uno dei diktat della medicina e della sanità, non solo per ciò che riguarda la salute ma tutto il complesso del SSN.

Non si deve dimenticare, peraltro, che una condizione di allagamento e di inefficienza delle tubature idriche, mette in serio pericolo gli impianti elettrici che, se dovessero saltare in ambienti sanitari in cui certe apparecchiature sono di fondamentale importanza per la salvezza di vite umane, evidenzierebbe una situazione oltre l’imbarazzante per chi dirige il nosocomio.

Come ricorda Polinari, anche durante il periodo del Covid la struttura dell’Eastman non fu la soluzione migliore per ospitare il maggior numero di ricoverati, tanto che subito si presentarono problemi alle fognature con allagamenti che resero necessario l’immediato ri-trasferimento dei pazienti presso il Policlino.

Qui sotto l’immagine di un recente articolo, a firma del collega Antonio Sbraga di La Stampa, che denuncia la situazione con tanto di immagini che lasciano poco all’immaginazione:

Conclusioni

Sappiamo perfettamente che il SSN, ad appena 45 anni dalla sua fondazione, è destinato a esser cancellato, almeno negli aspetti assistenziali universali che ci facevano essere orgogliosi di fronte al resto del mondo.

Sappiamo anche che la privatizzazione della sanità, argomento di cui mi occupo da anni giornalisticamente, è uno degli aspetti devianti di questo sistema sanitario nazionale.

Appare anche abbastanza chiaro, a mio avviso, che l’ultimo tratto della distruzione della sanità pubblica si sta manifestando anche attraverso la pubblica dimostrazione dello sfascio, che non è solo di tipo economico e dovuto alla mala gestione delle risorse e dei tagli al comparto più importante per un paese considerato civile, ma che è evidentemente di tipo strategico, perché mostrare queste falle strutturali all’interno di un ospedale considerato tra i più importanti in Europa corrisponde a un chiaro messaggio: il SSN è questa robaccia qua, con tanto di liquami che fuoriescono dai cessi. Per curarvi, cari italiani, mettete mano al portafogli e troverete bagni confortevoli, cure e pure un “buongiorno” con tanto di sorriso.

…Ma questo lo sapevamo già fin dai tempi dell’avvio del sistema dell’intramoenia, introdotto nel 1999 attraverso una normativa che porta la firma di Rosy Bindi e che non portò affatto un’alternativa efficace alle carenze già presenti all’epoca perché, di fatto, collocò invece un importante tassello nel grande puzzle della strategia messa in atto per cancellare la sanità pubblica italiana.

Auguriamoci che le fognature dell’Eastman reggano ma, più che altro, che chi di dovere ponga interesse anche alla prevenzione strutturale degli impianti fondamentali in ogni ambiente sanitario e sull’aspetto centrale, che è quello della dignità delle persone: ne avrà vantaggio tutta la collettività, ma soprattutto la dirigenza della politica locale laziale e dello stesso nosocomio, che potranno ottenere l’apprezzamento dei contribuenti ed elettori tutti.

Foto di copertina di: Di Lalupa, modified by Blackcat – Questa è una immagine ritoccata, il che significa che è stata modificata digitalmente dalla sua versione originale. Modifiche: cropped. La versione originale può essere vista qui: M03 Q05 Policlinico 1270523.JPG. Le modifiche sono di Blackcat., CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=76953162

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