Sanità malata: il SSN è incurabile e nella capitale l’Umberto I cancella 113 posti letto

Sanità malata: il SSN è incurabile e nella capitale l’Umberto I cancella 113 posti letto

Indagine del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

Sulla prima pagina dell’edizione romana del quotidiano Il Tempo in edicola oggi, 13 Luglio 2024, si apprende questa notizia:

Secondo quanto è riportato nell’articolo a firma di Antonio Sbraga, si tratta dell’ennesimo accorpamento di degenze “necessario per sopperire alla mancanza di personale”.

Non posso che aggiungere una triste considerazione: si sapeva. Non poteva che andare così, dal momento che questa situazione non è attuale e procede da anni.

Quella che trovate qui sotto è la versione digitale di una mia indagine che fu pubblicata in edicola, sul quotidiano Libero, a fine gennaio del 2019: una situazione che era già grave da anni…

La grave emorragia di medici che dal nostro paese migrano, a migliaia ogni anno, verso condizioni di lavoro migliori, non è una novità ormai da anni e su questo enorme problema, che ha contribuito a distruggere quello che alcuni chiamavano “Il Sistema Sanitario Nazionale migliore del mondo”, si sono abbattute anche le enormi difficoltà generate da tutto ciò che è accaduto nel triennio della pandemia.

I danni causati dalla pandemia al SSN già in crisi

Invece di rafforzare il settore sanitario, fornendolo di un maggior numero di posti letto, sostenendo il ricambio generazionale dei medici e ottimizzando le risorse economiche, proprio durante il periodo pandemico l’Italia ha mostrato una grande volontà di distruggere il poco rimasto del SSN. Non ci volevano geni e specialisti per comprendere che, in special modo nel corso degli ultimi 10 anni, nel nostro paese si è lavorato al solo scopo di cancellare il diritto all’accesso alle cure.

Qui una mia indagine che realizzai in esclusiva per il quotidiano Libero che uscì in edicola il 2 Ottobre del 2019: Liste di attesa infinite per una visita medica? Ecco come difendersi.

Un tema di cui ORA si parla in maniera diffusa, comprese le leggi in vigore che feci emergere all’epoca e che nessuno conosceva:

Potremmo ora fare molti discorsi, per esempio sul fatto che la gratuità è garantita ai meno abbienti e non a tutti i cittadini, molti dei quali decodificano erroneamente l’art. 32 della Costituzione che recita:

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana“.

Quel “cure gratuite agli indigenti” è presto spiegato: gli indigenti, cioè le persone che versano in stato di povertà, hanno diritto alle cure gratuite dimostrando, carte alla mano, di non possedere patrimoni e reddito. Gli altri, la classe media per intenderci, pagano dei ticket applicati alle varie prestazioni e a seconda della fascia di reddito.

I nostri medici emigrano e noi importiamo medici stranieri: il delirio

Cancellare posti letto, invece, è un discorso che ha nulla a che fare con l’ormai annoso discorso sull’accesso alle prestazioni diagnostiche, alle cure gratuite e alle liste di attesa. Cancellare posti letto significa non consentire di esser curati in caso di bisogno, significa accettare che i nostri medici continuino a emigrare e che dobbiamo importare medici provenienti da altre nazioni e che, nella migliore delle ipotesi, non parlano il nostro idioma e quindi, è necessario attendere che siano messi in grado di dialogare, anche.

Non metto in dubbio le loro capacità professionali, sto riflettendo su una situazione – quella italiana – che da anni fa acqua da tutte le parti e che ora sta mostrando le falle più grandi.

Conclusioni

Le domande che dobbiamo porci, che tutti siamo obbligati a porci, sono queste:

  • chi potrà curare la nostra sanità ormai malata al punto da apparire morente?
  • come possiamo tutelare davvero la nostra salute?
  • chi non ha risorse economiche è destinato a morire?
  • da cosa deriva questa pressione distruttrice su uno dei diritti fondamentali dell’uomo? Dagli sprechi incredibili che l’Italia colleziona ogni anno nella Pubblica Amministrazione? (200 miliardi circa ogni anno) Dai prestiti infiniti che riceviamo dalla UE?
  • a chi devono rivolgersi i contribuenti italiani? Alle persone che hanno votato? Agli europarlamentari? Ai politici locali o a quelli nazionali e come rivolgersi loro?

Il SSN è giovane, ha appena compiuto 45 anni dalla sua istituzione ma è in dismissione ormai da anni, da quando il processo di privatizzazione è stato uno degli elementi politici nazionali di punta e da parte di ogni partito politico. Agevolare la sanità privata: non è un mistero e si procede con metodi talmente palesi da non comprendere come sia stato possibile non aver visto e compreso.

Quei cittadini che, giustamente, pur di accedere alle cure hanno accettato visite in intramoenia – nello stesso ospedale dove poco prima ci si sente dire “Non ci sono posti e le agende sono chiuse” ma che per magia si riaprono semplicemente…pagando – o quelli che non accedono alle cure, anche per patologie terribili e incurabili, che non chiedono collettivamente di fare qualcosa urgentemente, stanno in qualche modo sostenendo la distruzione di un diritto collettivo e fondamentale?

Cosa è necessario fare, a parte morire se non si è in possesso delle risorse necessarie per curarsi a pagamento? Chi può, finalmente, rispondere sul serio a queste domande?

Ho intervistato, di recente, anche il dottor Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe e autore della campagna Salviamo il SSN: come possiamo contribuire a salvare, tutti insieme, il “SSN più bello del mondo”? Se qualcuno lo spiega, sono certa che tutti noi siamo pronti a fare la nostra parte, a patto di conoscere quale sia…

Qui sotto troverete la versione in formato .pdf della mia intervista al dottor Nino Cartabellotta uscita sul settimanale Visto in edicola il 23 Novembre del 2023: buona lettura, buona riflessione e sono graditi i commenti che potrete scrivere all’interno della casella di testo che trovate di seguito:

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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