Intervista esclusiva a cura del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso
La diffusione di spunti di riflessione su grandi temi sociopolitici attraverso i social network è un’arte che non tutti sanno praticare. Boni Castellane, giornalista, filosofo, intellettuale e saggista, ci riesce molto bene. Personaggio tra il mitologico e il reale, non tanto per la scelta di non svelare la sua identità, al punto da presentarsi a eventi pubblici col volto celato da una maschera, Boni può apparire irreale anche per il notevole livello intellettivo, per la grande capacità dialettica e per una particolare capacità di analisi e previsione del futuro che solo attraverso una profonda conoscenza del passato si può ottenere con così minimi margini di errore. I suoi editoriali li leggiamo su La Verità, ma è su X che possiamo, ogni giorno, leggere i suoi puntuali appunti sui fatti del giorno, conditi con una spolverata di ironia di buona fattura. Boni è per tutti o, meglio, è a disposizione di chiunque desideri uscire dal pantano dell’incoerenza, del caos, dell’ignoranza, del bordello epocale generato abilmente da attività politiche internazionali votate alla propaganda sfrenata, che tutto distorce e muta secondo le loro esigenze del momento. Chi desidera vivere immerso nell’ordine, chi è fornito di capacità critica e lucido intelletto e non teme la verità anzi, la agogna come linfa vitale, si sieda comodamente e legga qualche spruzzata di realtà senza freni e senza inganni, frutto di una chiacchierata tra me e Boni Castellane. …che la maschera la indossa affinché emerga, unicamente, la realtà dei fatti.
Da tempo viviamo, nel quotidiano, il contenuto di romanzi del calibro di 1984 di George Orwell, Fahrenheit 451 di Ray Bradbury il tutto condito con una generosa spolverata di Matrix: gli scenari distopici diventano realtà. Controllo delle masse e cancellazione dei diritti umani fanno parte di una brutta ma concreta realtà. Era tutto programmato?
La premessa di In terra ostile sta proprio nel prendere atto di questo salto di qualità: il passaggio dalla contemplazione della desolazione di cui parlava T.S Eliot all’immersione in un sistema talmente radicalmente ostile da desiderare la distruzione di chi non condivide il nichilismo che lo contraddistingue. Ricordo bene i discorsi fatti con Jean Baudrillard a proposito di Matrix e della sua decisione di non firmare il soggetto del film proprio perché – mi diceva – voleva mantenere l’idea di base della realtà simulacrale come qualcosa di reale e non distopico. Ormai la biopolitica si è fatta azione e una componente fondamentale della biopolitica sta proprio nel convincere le persone che non esiste, quindi il contromovimento per opporsi a ciò è proprio partire dalla presa d’atto della sua presenza qui ed ora.
Nuovo Ordine Mondiale e l’avvento di Mario Monti sullo scenario politico. Nel 2011 si trattò di uno dei passaggi fondamentali per la presentazione pubblica di certe organizzazioni, come per esempio il Bielderberg Group di cui è membro. Oggi si parla normalmente di realtà come il WEF, il Forum Economico Mondiale fondato e presieduto dall’economista Schwab. C’è maggiore consapevolezza tra gli esseri umani oppure si tratta di abitudine alla presenza dei gruppi di potere?
In questo senso la rivoluzione dei social ha rappresentato la messa a nudo dell’esoterismo sociale nato nel Seicento con il Rosacrocianesimo. Occorre però distinguere tra le parti visibili – prive di potere per definizione – e quelle invisibili, le uniche realmente effettive. Le lobby internazionali sono agenzie di stampa e nulla più, se il WEF mi invitasse ci andrei, esattamente come andrei a un aperitivo dopo un incontro di polo o una caccia alla volpe. Purtroppo sarei contornato da pochi amici ma indossando una maschera sono certo di poter trovare un tavolo interessante al quale sedermi…
Movimenti politici che vanno e vengono: uno per tutti, il M5S. Dal loro avvento sullo scenario politico siamo entrati in una nuova fase di tipo comunicativo, che indico spesso come “la nuova era del caos”. Tra fake news che si mescolano ai puntuali chiarimenti a opera di fact-checker di parte, il lettore medio ha sviluppato da un lato la convinzione di aver scoperto tutto, dall’altro la sensazione di capire nulla. Esiste una cura?
Assolutamente sì: la cura è il pensiero critico. Occorre prodursi nel salto di qualità tra assunzione passiva dei dati mediali basata sulla concessione di fiducia a priori tipica dell’Ottocento e del Novecento, per passare al sospetto sistematico, al dubbio sistematico che ci porta a constatare la plausibilità delle cose dette o viste nel nostro reale. La pandemia è stata un banco di prova fondamentale perché lì le decisioni o venivano prese sottostando ad un’autorità oppure venivano valutate constatando il dato di realtà. E questa è una differenza anche antropologica che si misurerà sulla sfida dei deep fake e dell’Intelligenza artificiale alle porte.
Dominare l’umanità è un’operazione che si rende necessaria per controllare e gestire l’organizzazione della vita sul pianeta?
Questo è quanto sostengono i Transumanisti come Yuval Harari e le organizzazioni internazionali che sovrastanno al globalismo. Ma raramente esplicitano gli obiettivi e ad un ordine si obbedisce in vista di un obiettivo, non per pura adesione di fede. Capire che gli obiettivi del “controllo mondiale” sono quelli del Transumanesimo ci pone di fronte al bivio se identificarci con esso oppure no.
In Terra Ostile, titolo del tuo saggio pubblicato più di recente, è un lavoro interessante che dimostra il passaggio dalla modernità, periodo storico basato sul laicismo e il consumismo sfrenato, all’attuale società nichilista. Si tratta di un’opera che può contribuire al miglioramento della società e allo sviluppo della capacità critica e della consapevolezza. Può, a tuo parere, illuminare anche le menti di chi brancola nel buio o esiste un certo terrore a uscire dalla comfort zone, seppur di pessima qualità? (io la chiamo spesso “Comfort zone di merda”)
Questa “comfort zone” io la chiamo “vita invivibile” ed è il sistema della vita-a-debito comminata al consumatore ideale. Può funzionare solo se continuamente alimentata da gratificazioni materiali ma la qualità di vita che instaura è talmente nichilista da creare anche nei soggetti più avvinti un moto inconscio di repulsione. Occorre lavorare affinché tale repulsione emerga e provochi la fuoruscita dalla caverna.
È stata lanciata anche la piattaforma web www.terraostile.it , un luogo di incontro tra persone eleganti, educate e culturalmente in grado di discutere di grandi temi. Qual è l’obiettivo di questo luogo d’incontro virtuale?
Terra Ostile è nata da pochi mesi ma ha già dato vita ad iniziative di enorme qualità culturale e spirituale, e tutto questo indipendentemente da me! L’obiettivo di porsi come punto di riferimento virtuale è già stato raggiunto. Il prossimo obiettivo sarà il riconoscersi come comunità di affinità spirituale e culturale impegnata su alcune precise limitate battaglie per poi passare alla fase dell’uscita nel mondo e della costruzione della cultura individuale. Si può parlare, a mio parere, di una scuola spirituale come ne sono esistite molte sino alla metà del Settecento. Le potenzialità sono enormi e siamo i primi ad averlo capito.
Parlare di tematiche serie e gravi con una spolverata di ironia è una buona strategia per arrivare a ogni genere di lettore. Usi l’ironia per questo motivo o sei fatto così?
Sono fatto così. Non credo nell’applicazione, nello sforzo, nella motivazione, nell’ostinazione, credo soltanto nel valore evidente delle cose che si impongono manifestandosi, nelle inclinazioni, nei talenti naturali e spontanei. Se una cosa necessita uno sforzo, a mio parere, non vale la pena farla. Se invece qualcosa comunica gratificazione e naturalezza nel suo farsi, allora possiamo dire di impegnare tutta la nostra vita, con la massima cura, perdendoci in essa, senza mai indulgere nel lavoro e ciò è un pilastro della visione spirituale della vita.
***Foto di copertina: dalla piattaforma web ufficiale https://www.terraostile.it/
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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