I pericoli dell’empatia – Ecco quando può rivelarsi un autentico tallone d’Achille

I pericoli dell’empatia – Ecco quando può rivelarsi un autentico tallone d’Achille

Rubrica a cura del dottor Claudio Rao

La scorsa settimana abbiamo parlato di «empatia», un termine di origine greca che significa “sentire dentro”. Si tratta della capacità di sperimentare gli stati d’animo e le emozioni altrui. Noi esseri umani condividiamo questa predisposizione con altre specie animali, dai topi ai delfini. Una risorsa sociale utilissima nella nostra evoluzione e perfino indispensabile ai professionisti dell’aiuto alla persona.

Matteo Selvini, psicoterapeuta e coautore del libro “Entrare in terapia”¹,  afferma: «Il contagio emotivo è molto studiato. Farsi “contaminare” dal paziente è una delle porte che permette al terapeuta di entrare nel suo vissuto e comprenderlo meglio».

Tuttavia, se le figure professionali come medici, psicologi, pedagogisti o assistenti sociali sanno riconoscere e gestire queste emozioni condivise, coloro che non hanno questo tipo di formazione non sempre riescono a proteggersi adeguatamente. La sovraesposizione alle emozioni del proprio interlocutore, dunque, rischia d’incidere profondamente sulle persone sensibili e generose, talora perfino troppo disponibili all’ascolto.

Ferdinando Pellegrino² che ha approfondito la questione del burnout, alias la “sindrome da esaurimento emotivo”, spiega che quando non siamo in grado di gestire l’eccesso di sofferenza, «scatta un meccanismo di conservazione dell’equilibrio che spinge a difendersi, talora in modo maldestro».

Essere troppo esposti all’infelicità o alle disgrazie altrui, può trasformarci in individui freddi e distaccati; aridi. Perfino cinici e ostili! Fin dalla fine del secolo scorso, alcuni studî lo hanno verificato sulle “professioni di aiuto alla persona” quali infermieri e medici, psicologi e assistenti sociali, ma anche in vigili del fuoco, carabinieri, insegnanti ed avvocati.

Se per un chirurgo o un manager avere poca empatia può rivelarsi utile e perfino efficace, per coloro che ne sono mediamente dotati è auspicabile una certa cautela o una formazione preventiva. Tanto che una legge poco nota (e ancora ampiamente disattesa), varata nel 2008, obbliga le aziende a valutazioni periodiche del personale allo scopo di prevenire e intervenire sul burnout.

Quali possono essere i segnali di disagio da esaurimento emotivo? Possiamo sentirci emotivamente svuotati e inariditi, sperimentare una sensazione d’impotenza, sentirci estremamente tesi, impazienti, nervosi oppure demotivati in tutte le nostre attività, reagendo in modo freddo e ostile alle sofferenze altrui.

Per questo è indispensabile imparare a tutelarsi, occupandosi di sé prima che degli altri. Un po’ di sano egoismo, insomma. Secondo il vecchio adagio «Ama il prossimo tuo come te stesso», preoccuparci di noi dovrebbe essere preventivo all’occuparsi degli altri.

I cultori del Buddismo sanno che esso suggerisce di trasformare l’empatia in una forma di presenza e vicinanza emotiva, principalmente attraverso la meditazione.

Il dottor Richard Davidson, psicologo e psichiatra, docente all’università statunitense del Wisconsin, ha analizzato la risonanza magnetica del cervello di Matthieu Ricard³, monaco buddista laureato in genetica. Le rilevazioni sono sorprendenti: fronte alla sofferenza, Ricard non attivava le aree normalmente implicate nell’empatia, ma i circuiti legati alla ricompensa e alla connessione sociale. Chissà che non sia proprio questo il suo segreto per la felicità!

¹ Matteo Selvini, coresponsabile della Scuola “Mara Selvini Palazzoli”, si occupa di adolescenti difficili, segreti familiari e disturbi di personalità post-traumatici; è nel direttivo TES, Trauma e sistemi, associazione Mara Selvini per la ricerca e la cura integrata dei traumi ed è autore di numerose pubblicazioni. Cirillo, Selvini Sorrentino, “Entrare in terapia – Le sette porte della terapia sistemica”, Raffaello Cortina Editore, 2016.

² Psichiatra, psicoterapeuta, dirigente medico del Dipartimento Salute Mentale ASL Salerno.

³ Filosofo,saggista e monaco buddhista francese di scuola tibetana. Definito dalla scienza l’essere umano «più felice del mondo».  

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