Italo treno: un viaggio allucinante a causa di una loro capotreno

Italo treno: un viaggio allucinante a causa di una loro capotreno

Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

NOTA BENE: tutto quanto riporto in questo editoriale che avrei amato non dover scrivere è supportato da prove documentali inoppugnabili. Quanto è accaduto è stato infatti registrato in formato audio dalla sottoscritta ma non divulgato ovviamente – fa parte della mia professione conoscere le normative in vigore in fatto di registrazioni anche occulte, come farle, quando è possibile e a chi metterle a disposizione – e questo fa si che chi si è resa protagonista di una vicenda dai contorni a dir poco allucinanti, dovrà rispondere dei gravi danni, anche di tipo fisico e morale, che mi e ci sono stati cagionati. Le registrazioni sono ovviamente a disposizione delle autorità competenti per le giuste verifiche in relazione alle false e gravissime dichiarazioni della capotreno di Italo che si è resa protagonista di questa storiaccia.

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Stazione di Roma Termini, ore 07:25: il treno Italo N° 8954 parte in orario. Io e il mio accompagnatore (non amo parlare della mia vita privata, come molti sanno, quindi accontentatevi di questa informazione) siamo seduti ai nostri posti prenotati sul treno Italo proveniente da Napoli e che deve portarci a Bolzano. Da Bolzano prenderemo il treno che ci porterà a Merano: il giorno dopo, Lunedì 23 alle ore 08:30, ho una visita di controllo molto importante per me, quella con il fisiatra. Siamo speranzosi ma, ovviamente, anche un po’ in ansia per la visita che dovrò affrontare il giorno successivo.

Piccolo passo indietro: sono salita, un po’ a fatica, sul treno di Italo, aiutandomi con una stampella (o canadese). Molti lettori sanno che lo scorso 24 settembre 2023 ho subito un terribile incidente, la cui vicenda dopo il ricovero d’urgenza presso il PS dell’Ospedale Gemelli fu ripresa anche da alcuni organi di stampa nazionale fin dalle prime battute: cliccando sul link di seguito una delle notizie che uscì dopo che fui ricoverata in ambulanza con il 118:

Oltretutto, capitò proprio a me il delirio di tre giorni in quel Pronto Soccorso, dove vieni privata della dignità, del sonno, dell’alimentazione e della privacy, come raccontai tempo dopo attraverso questo editoriale: cliccare sull’immagine per accedere e leggere l’articolo

Quell’incidente mi ha procurato la gravissima frattura al femore che mi ha costretta, giorni dopo, a sottopormi a un delicatissimo intervento di fissaggio con una barra in Titano molto lunga e 53 punti di sutura. 6,30 ore in sala operatoria.

Lo scrivo anche in lettere: sei ore e mezza in sala operatoria. Tante volte chi mi vede ancora ora con una stampella possa pensare che mi sono rotta l’unghia dell’alluce…

Insomma, salgo sul treno Italo 8954 con la mia stampella, Dovrò ancora affrontare mesi di riabilitazione e la conferma è stata data dal fisioterapista il giorno successivo.

Provate ora a immaginare che accada a voi o a un vostro caro quanto sto per riportare…

La capotreno che ride in faccia ai viaggiatori che deambulano con difficoltà: un servizio esclusivo di Italo?

Intorno alle 08:15 mi trovo all’interno della toilette del treno in corsa. La difficoltà non è di poco conto per chi, come me, avendo ancora problemi di deambulazione, è sballotato qua e là ma chi mi conosce sa quanto io ci metta volontà ed energia a recuperare…

Esco dalla toilette, pigio sul grande pulsante apri porta scorrevole, mi muovo lentamente e con la mia stampella, con cautela: la paura di cadere è tanta, sarà certificato il giorno successivo dal fisiatra che chi ha subito un incidente grave come il mio, ha OVVIAMENTE il terrore di cadere, fratturarsi nuovamente e magari alzarsi mai più da una sedia a rotelle…

Insomma, esco dalla toilette e dopo l’apertura della porta per tornare al mio scompartimento, mi trovo davanti una impiegata di Italo – riconoscibile dalla divisa – che chiacchiera con uno dei tecnici che girano per gli scompartimenti.

Lo spazio è ristretto, specialmente per chi, come me, su un treno e con i problemi che ho esposto prima, non ha un grande senso di equilibrio e sicurezza.

Chiedo con gentilezza: “Permette”? nulla… Chiedo una seconda volta: “Permette”? con voce educata.

La signora in divisa rossa di Italo si gira e mi guarda con un’espressione non esattamente “amichevole” (…) guarda il suo interlocutore con fare interrogativo, si sposta appena e con evidente fastidio (…).

Nel tentativo di creare un momento di empatia, dico: “Guardi…non mi guardi così..sono stata appena operata”…La registrazione riporta la mia voce calma, non certo cattiva e nemmeno infastidita: cercavo davvero di far comprendere alla signora che un atteggiamento meno aggressivo verso di me sarebbe stato apprezzabile.

Non pretendo aiuto ma nemmeno che un’impiegata della compagnia di trasporti su cui sto viaggiando mi “regali” la sua faccia da persona arrabbiata e senza motivo, almeno nei miei confronti. Il tono della mia voce, fin dalle prime battute, è educato, leggero, rispettoso… Le registrazioni che ho realizzato, ripeto, confermano ogni mia parola. Spiegherò a chi di dovere, se fosse necessario, come mai ho registrato fin dalle prime battute quanto è accaduto.

L’impiegata con modi molto spicci mi fa “Si signora”!! e fa un segno come per farmi passare con parecchia enfasi e molto infastidita e dice al suo interlocutore, testuali parole: “Ma chi è QUESTA? Hahaha! Ma che vole QUESTA”? (vole è dialettale, la signora ha una cadenza molto forte di persona toscana o qualcosa del genere).

A questo punto mi giro e dico: “QUESTA, però, lo dice a sua sorella”…ma lo dico con voce calma, serena. La guardo. Lei ride, mi ride in faccia e dice qualcosa al suo interlocutore, che sembra essere questa frase qui “QUESTA è cretina” e ride sbeffeggiandomi…La sua risata si sente chiaramente anche nella registrazione, aggiunge anche, testuali parole, “‘Nun gna posso fà“…mentre continua a ridere alle mie spalle.

Torno al mio posto, tra gli altri viaggiatori e il mio accompagnatore basiti testimoni di quanto accaduto. Una coppia seduta poco dopo i nostri posti conferma che qualcosa non quadra con il comportamento della capotreno: il signore dice “Effettivamente, anche con la mia compagna la capotreno è stata maleducata”… altri viaggiatori, più avanti, quando questa impiegata ha fatto qualcosa che il lettore non può ancora immaginare, hanno dichiarato di aver ottenuto un comportamento arrogante da questa capotreno, come il signore che ha raccontato che solo per aver chiesto un’informazione, la signora in divisa rossa che contraddistingue la forza lavoro a bordo dei treni Italo ha risposto: “E’ scritto li, che non sai leggere”?

Torno a ribadire: è tutto registrato. Le registrazioni audio che ho realizzato sono anche state sbobinate e quindi le autorità potranno ascoltare e anche leggere ciò che è REALMENTE accaduto.

L’aggressione di una capotreno a una viaggiatrice che deambula con una canadese

Ovviamente, l’atmosfera all’interno della carrozza non è più serena. Quest’assurda vicenda ha messo tutti noi di cattivo umore, ma siamo persone adulte ed equilibrate e torniamo alle nostre chiacchiere.

Con il mio accompagnatore, che è molto attento alla mia incolumità e in special modo in questo periodo della mia esistenza, stiamo amabilmente chiacchierando con i nostri vicini, una coppia di coniugi, quando all’improvviso sento un colpo sulla testa: la capotreno è appena passata, dandomi un colpo sulla testa “inavvertitamente”.

I nostri interlocutori restano di sasso, cosi come la sottoscritta e il mio accompagnatore La capotreno, evidentemente, non ha chiaro il ruolo che sta indossando attraverso la divisa rosso lacca che indossa: rappresenta l’azienda, rappresenta Italo, e Italo in quel viaggio mi sta praticamente oltraggiando, mettendo in pericolo caduta, ridicolizzando e ridendo in faccia per il solo fatto di aver detto due volte, molto educatamente, “Permesso?…Permesso”? e persino un “Grazie” quando la capotreno si era girata (Pensavo che, presa dalla conversazione non si fosse accorta e quindi mi stesse per far passare più agevolmente, invece…).

Non è finita e qui inizia qualcosa di davvero fuori da qualsiasi principio di sopportazione. La caposala torna indietro, la vedo avvicinarsi verso di noi mentre sto per alzarmi perché, oltretutto, i dolori che provo da mesi non mi consentono comodità e agi, anzi…

Nel preciso istante in cui sono in piedi, la capotreno passa e…Una spallata contro la mia spalla, Le dico “Signora, lei mi ha dato un colpo volutamente, ora deve smetterla” senza urlare, con calma. E’ tutto talmente assurdo…La capotreno replica: “Senta, signora” e mi ride ancora in faccia…

Lei mi ride in faccia, da non credere, a 20 centimetri dal mi viso lei ride. Il mio accompagnatore a questo punto si alza e le urla: “Come si permette?! Come si permette?! Come si permette?? La stava facendo cadere! Si vergogni! Si vergogni! Chiamo i carabinieri e la faccio arrestare”!

Invito chiunque a immedesimarsi: si provi a immaginare la situazione, ma anche la condizione fisica di chi da mesi combatte per rimettersi in piedi, si trova a bordo di un treno, si comporta molto educatamente e si vede trattare, anzi maltrattare, da una capotreno, che doveva – semmai – assicurarsi che la viaggiatrice con la stampella, io, non subisse disagi eccessivi durante il viaggio.

Ci avviciniamo alla stazione di Bologna e qui accade l’assurdo…

Stazione di Bologna centrale: una sosta di ordinaria follia…

Arriviamo alla stazione di Bologna. Gli animi di tutti noi viaggiatori sono ormai accesi. Chi racconta un atto maleducato da parte della capotreno, chi scuote la testa con incredulità,,,

Una signora si alza e mi dice: “Lei è incredibile. Ma come ha fatto a mantenersi così calma ed educata in una situazione simile? Non ci riuscirebbe nessuno”. Le rispondo: “Signora, quando le colpe sono così evidenti, che vuole fare…sta facendo tutto la capotreno”…

Il treno si ferma. Non si ferma la situazione innescata dalla signora capotreno che ci fa un bellissimo “regalo”: ha chiamato la polizia. Non sto scherzando. Ha fatto salire i poliziotti, anche un paio di militari dell’esercito. Non scherzo.

Appena militari e poliziotti sono saliti a bordo l’abbiamo sentita urlare: “MI hanno aggredita! Mi hanno aggredita”! e fa segno verso di noi mentre io alzo una mano speranzosa che i poliziotti, ora, capiranno l’accaduto.

La situazione, invece, si fa inquietante. Prendono il mio documento di identità e del mio accompagnatore. Alcuni iniziano a lamentarsi per il ritardo provocato e pensano che a chiamare la polizia sia stata io. Devo pure chiarire, a un signore evidentemente arrabbiato per questa fermata non prevista, che è stata la capotreno a chiamare la polizia, dal momento che il signore stava inveendo contro di me. Lui, almeno, si scusa non appena comprende che non ho colpe. Non ne ho di alcun tipo ovviamente e con tanto di testimoni e persino di registrazione dei fatti realmente accaduti.

Il signore che ci aveva raccontato che la sua compagna aveva ricevuto la maleducazione da parte della capotreno, vuole testimoniare e consegna il suo documento a uno dei poliziotti: in tanta cruda inciviltà, vedo sul suo capo l’aureola di un Santo.

Non è finita qui: la capotreno costringe me e i l mio accompagnatore A SCENDERE DAL TRENO per recarci, insieme a lei, al posto di polizia…

Non sto scherzando. Si provi a immaginare la situazione, essere pure costretta a scendere dal treno, “scortata” da alcuni poliziotti e due, dico 2, componenti dell’esercito italiano: MANCO MATTEO MESSINA DENARO è stato trattato così, signori cari…

Sono obbligata a camminare a lungo, nessuno tra i poliziotti e nemmeno i due militari, si fanno saltare in mente che stanno facendo camminare e prendere scale mobili a una persona che sta deambulando con una stampella: nessuno.

La capotreno cammina con passo spedito – si ricordi bene questo punto – mentre io, il mio accompagnatore con valigie in groppa e i militari e poliziotti, procediamo sempre più lentamente verso il posto di polizia; continuano a preoccuparsi zero della mia deambulazione difficoltosa. Uno di loro, a un certo punto, indicandomi una lunga scala mi dice: ma perché, lei non ce la fa a salire a piedi?

No, gentilissimi. La stampella non la porto per fare la vanitosa. Mi limito a dire No indicando la stampella…

In questura: la capotreno ci denuncia e NON siamo su scherzi a parte

Ridurrò alla massima sintesi ciò che è accaduto dopo, quando siamo stati costretti a restare PER ORE in questura mentre la capotreno rilasciava dichiarazioni di questo genere: io avrei iniziato a inveire contro di lei spuntando dal nulla (tipo pazza insomma) e successivamente le avrei pure sferrato una violenta gomitata al fianco destro “provocandole lesioni”.

Ci sarebbe da ridere, e chi mi conosce lo sa, ma siccome la signora l’ha dichiarato davvero ai poliziotti, ne prendo atto insieme al mio avvocato,

Sul mio accompagnatore la capotreno ha dichiarato che . sempre all’improvviso tipo pazzo – avrebbe iniziato ad aggredirla verbalmente e quasi fisicamente – dandole del Tu (persino questo non è vero ed è confermato dalle registrazioni audio) e ha pure dichiarato frasi mai proferite come “Ora te la faccio pagare”,

Non siamo su scherzi a parte, ripeto, bensì su una elegante carrozza di Prima classe Business di Italo

Una cosa l’ho fatta, nelle ore in cui sono e siamo stati costretti a restare al freddo, nella saletta d’attesa del posto di Polizia della stazione di Bologna, con la signora capotreno seduta al caldo per raccontare la sua versione dei fatti nel tentativo di mettere nei guai due viaggiatori educati: a un certo punto, a un gentile poliziotto, lo stesso che più volte mi ha chiesto come si erano svolti i fatti, a un certo punto ho detto: “devo farle vedere una cosa e gliela faccio vedere davanti al mio accompagnatore e al suo collega”…mi sono calata le braghe e gli ho mostrato LA CICATRICE ANCORA ROSSA, CHE PERCORRE ESTERNAMENTE TUTTA LA LUNGHEZZA DELLA MIA COSCIA SINISTRA (53 punti metallici mi avevano messo il 2 ottobre scorso)

Il poveretto guarda, si mette le mani nei capelli, capisce ancora di più il male che mi si sta facendo, mi dice un pallido… “Si copra, mi dispiace tanto” e allarga le braccia…

Dico: “La signora non so cosa pensi di poter fare, mi ha pure costretta a scendere dal treno, a fare tutta quella strada con i problemi di deambulazione che sto subendo ancora dopo quell’incidente, a stare al freddo ad attendere le sue dichiarazioni…non mi sembra una condizione e situazione accettabile ma ne prendiamo atto”.

Conclusioni (per ora)

Dopo ore di attesa al freddo, senza mangiare e bevendo qualche sorso di acqua da una mezza bottiglietta da 250 cl generosamente regalatami dai poliziotti, abbiamo dovuto spendere altri soldi per arrivare da Bologna a Bolzano ma con Trenitalia (manco a pensarci di rimontare su un treno Italo).

Al ritorno avevamo già i biglietti di Italo pagati. ovviamente li abbiamo praticamente stracciati e preso un treno di Trenitalia.

Ho scritto tra parentesi “per ora” perché fin qui Italo, la loro capotreno di cui, in maniera del tutto illecita, non ci sono state fornite le generalità, forse son convinti che la storia finisce qui o, peggio, a mio e nostro danno nell’aula fredda di un tribunale.

No, la storia è nelle registrazioni audio che confutano ogni parola della signora capotreno e nelle mani dell’avvocato nominato a tutela della nostra rispettabilità.

Credo di non dover far altro che lasciare a ogni lettore il tempo di riprendersi dopo aver letto cosa può accadere. oggi, nella cosiddetta “civile” Italia contro chi si comporta bene.

D’altra parte, nel nostro paese siamo arrivati al punto in cui chi si appropria di un appartamento in maniera illecita ha più diritti dei proprietari espropriati del bene…

Il caro collega Mario Giordano su questo tema e altri sta mostrando in che razza di paese insicuro noi onesti e rispettabili cittadini siamo costretti a vivere.

Per ora invio un cordiale saluto alla capotreno, ai poliziotti che sono stati costretti a bloccare ogni altra operazione per ascoltare le dichiarazioni della capotreno, e saluto tutti i viaggiatori – più o meno aggrediti dall’arroganza della signora, almeno stando ai loro racconti in diretta – che erano nella nostra carrozza.

A proposito: a scanso di equivoci, riporto qui le specifiche del ruolo di capotreno. Sono tratte dal sito ufficiale di Trenitalia ed è possibile leggere cliccando sul seguente link: tra le diverse cose si legge che il capotreno:

Accoglie, orienta e informa i clienti dando indicazioni in modo chiaro, trasparente e professionale, anche in caso di situazioni stressanti. Ascolta in modo attivo ed empatico i nostri clienti, anticipa e intercetta i bisogni latenti attivandosi in prima persona per risolvere eventuali criticità.”…

Link alle specifiche del ruolo di capotreno sul sito di Trenitalia: https://www.fsitaliane.it/content/fsitaliane/it/carriere/diplomati/profili-di-inserimento.html#:~:text=Il%20capotreno%20accoglie%2C%20orienta%20e,persona%20per%20risolvere%20eventuali%20criticit%C3%A0.

P.S. è un illecito NON fornire le generalità del capotreno che è un pubblico ufficiale e anche quelli di Italo che essendo una società a partecipazione statale, ha dovuto equiparare i suoi controllori allo stesso ruolo di quelli di Trenitalia. Ecco la conferma di quanto affermo: cliccare sul link per leggere dal sito di Altalex

https://www.altalex.com/documents/news/2022/09/02/legittimo-conoscere-generalita-controllore-parte-passeggero-multato

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