Rubrica a cura del Dottor Claudio Rao
Proseguiamo la nostra scoperta del variegato pianeta dei disturbi alimentari con il cosiddetto “Binge eating”.
Vediamo di che cosa si tratta.
Il termine Binge eating, letteralmente “abbuffata di cibo”, indica il male di coloro che assumono grandi quantità di alimenti perdendo il controllo di quanto e soprattutto di ciò che stanno mangiando.
Un disturbo alimentare che, secondo gli studi effettuati, chiunque può sviluppare, indipendentemente da etnia, sesso, peso od età.
Il BED (Binge Eating Disorder) si manifesta tra i 20 e i 30 anni, nonostante le prime consultazioni avvengano parecchi anni dopo. Più frequente della bulimia (vedi articolo precedente), sembrerebbe più frequente nei soggetti di sesso femminile.
La differenza con la bulimia è che in questo caso il dolente non compensa le abbuffate con vomito, digiuno o altre azioni volte a “compensare”, prende peso e vive una sensazione di sconforto.
Questa sorta di “iperfagia bulimica” è ancora poco nota agli specialisti. Proprio per questa ragione, il soggetto che ne è affetto – non percependolo come una malattia e sentendosene responsabile – sviluppa sensi di colpa e sintomi depressivi.
Il disturbo da alimentazione incontrollata può manifestarsi anche in assenza di fame e protrarsi fino ad essere eccessivamente sazî. Generalmente si produce in maniera solitaria. Si tratta di un’autentica perdita di controllo, ancorché provvisoria.
Le cause, secondo gli studi effettuati, sembrerebbero molteplici: dai fattori genetici a quelli evolutivi ed affettivi, fino a quelli sociali. Come sovente, l’infanzia resta un crocevia fondamentale. Vissuti particolarmente difficili, disturbi depressivi dei genitori, autostima inceppata da reiterati commenti negativi che avrebbero favorito una fuga o blocchi emotivi sfociati in una difficoltà nella gestione degli impulsi.
Per questo il BED può incoraggiare comportamenti patologici come tossicodipendenza, alcolismo, autolesionismo, cleptomania.
Da quanto precisato, è evidente che la presa in carico di questo disturbo dev’essere ad un tempo clinica e psicologica. Una terapia farmacologica, la consultazione di un dietista, un percorso psicoterapeutico individuale o di gruppo possono essere tutte piste da esplorare, sotto l’attenta supervisione del proprio medico di fiducia.
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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