Di Lucaa del Negro
Un safari virtuale nella selva dei leoni…
La produzione di testi, immagini e videoregistrazioni da parte della un tempo chiamata “opposizione”, è imponente se quantificata in ore di fruizione disponibile; sottotono quella cinematografica e teatrale, laddove non è pervenuta quella musicale e pittorica, se mi concedete questa che più che una supposizione è una constatazione che -per inciso- prende in riferimento dati proposti dal mainstream, inglesismo comune per definire la corrente seguita dal grande pubblico ormai globale.
Eppure, la critica, la contestazione e la capacità di valutare un fatto -anche dimostrando apertamente la contrarietà addirittura con la forza quando necessario- è divenuta inversamente proporzionale a questa esagerata mole di dati dietro a cui una persona e più persone effettivamente esistono, pensano e soffrono: più si allarga la sfera dell’antagonismo e meno efficace diviene la sua potenzialità.
E’ dunque irrilevante far di conto con questa entità di dati in quanto composti, sistemati, assortiti e manipolati a dovere quando incanalati in contenitori come “Facebook”, “Instagram”, “Telegram”, “Twitter-X” per scrivere qualche nome?
Anche sostituendo questi con il nome di un Partito e peggio con quello di un uomo al comando cambierebbe qualche cosa dovessimo indicare una giusta causa?
Oggi, il testo, come un tempo le rappresentazioni teatrali e poi i lungometraggi e le immagini istantanee e la stessa musica sono esattamente “vuoti”, o meglio “svuotati”: è divenuto necessario addirittura darne un tempo (breve!) approssimativo per la sua lettura, pena la cancellazione immediata ancor prima di averlo effettivamente visualizzato quel pezzo che doveva piacere.
I fatti sono due, per il mio modo di pensare: o il numero di chi non vuole adeguarsi all’ingiustizia è percezione distorta e, quindi, un numero molto, molto piccolo per non dire insignificante rispetto a chi, a tutti gli effetti, governa la infame situazione, oppure una sorta di ipocrisia generalizzata ha avvolto la presunta grande platea del dissenso che non ha più giustificazioni da portare ai propri figli, ai propri nipoti, i quali con seria probabilità dovranno confrontarsi con la guerra, quella guerra che non abbiamo voluto, non ci appartiene e che i padri fondatori hanno con il sangue inscritto nella nostra “Magna Carta” come “il ripudio” massimo.
Un sostegno reale per disinnescare gradatamente l’implosione del Paese Italia in mano di non ben identificate forze straniere, e il supporto costruttivo addirittura dentro i contenitori social che potrebbe definirsi attività di sabotaggio inseguendo i (nuovi) termini di belligeranza che potreste trovare in “Quaderno di guerra (Ihr Kampf)” –QUI– sono o non sono più necessari per bilanciare il prezzo che stiamo pagando di continuo a Gates, a Musk, a Cook, a Trump, Biden, ai Berlusconi, a Cairo, ai Parlamentari tutti in Italia ed Europa? E quale pensate possa essere?
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La deformazione, la pressapochista stortura delle foto_grafie ombrate di iconoclastia che ho composto per “photoGRAPHx” –QUI– aggiunta alla lisergica modificazione cromatica (il nuovo equilibrio raggiunto), è l’intimo mio ultimo espediente per l’affronto alla disumanizzazione autodistruttiva scaricata sull’individuo moderno dai media; le immagini e i testi inclusi, certamente non hanno l’ardire di proporre una “alternativa”, semmai, probabilmente, di scagliare sopra tutto e tutti un’ultima pietra che ho trovato nel mio percorso.
Lucaa del Negro
https://autorenegro.org “photoGRAPHx”, 248 immagini di ispirazione situazionista deformate nella congettura politica.
(Selezione di articoli dalla testata giornalistica “GliScomunicati.it“)
DISPONIBILE! (ISBN: 978-88-5512-419-5)
Immagine: “photoGRAPHx”, copertina INFO. + SUPPORTO, QUI
PRESENTAZIONE AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO, 9-13 maggio ’24, Tangram, Ediz. del Faro
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