Rubrica a cura del dottor Claudio Rao
La scorsa settimana abbiamo iniziato a parlare di «depressione» scoprendo quando possiamo realmente definirci «depressi».
Ricordiamo che la definizione di questa patologia piuttosto complessa, diagnosticata da medici e psicologi, è – stando alla definizione di 3c salute¹ – «una reazione fisiologica ad eventi della vita: essa è un momento di crisi spesso scatenato da lutti, fasi difficili, perdite, difficoltà della vita che però, allo stesso tempo, dà inizio alla rielaborazione psicologica che consente di superare il momento difficile e trovare nuove soluzioni».
Cosa non dire mai a un depresso ?
La depressione può essere accompagnata da una sensazione d’isolamento, per questo può essere importante sostenere ed accompagnare le persone che ne soffrono. Risultano quindi di fondamentale importanza le parole dei familiari.
La psicologa britannica Julie Smith, @drjulie sui social, suggerisce quattro frasi da evitare parlando a un depresso. Nel suo video su Tiktok ci consegna anche qualche suggerimento per far sentire la persona in sofferenza ascoltata e sostenuta.
- Non sembri depresso. La dottoressa Smith precisa che la persona sofferente di depressione non assume un aspetto particolare, diverso dagli altri. «Una persona può sembrare in forma esteriormente, ma tormentarsi interiormente» afferma. Per questo ci suggerisce di evitare di giudicare la salute mentale di qualcuno osservando semplicemente il suo aspetto fisico.
- Se io fossi depresso ecco cosa farei. L’esperta indica gli effetti nefasti sui depressi dei consigli non richiesti, precisandoci che «le persone sono più inclini a seguire idee e suggerimenti che non hanno richiesto». Per questo suggerisce di «chiedere sempre il permesso prima di dare un consiglio». È il percorso previlegiato da noi professionisti quello di accompagnare la persona a trovare da sola il proprio percorso di risalita.
- Non preoccuparti, andrà tutto bene. Una frase che pur partendo da buone intenzioni, segnala un «disagio fronte ad una sofferenza emotiva» e manifesta l’incapacità di adottare una reazione adeguata alla sofferenza della persona cha abbiamo davanti. «Invece di ignorarla, datele la possibilità di esprimere ciò che risente senza cercare di cancellare il dolore emozionale» suggerisce l’esperta. Questo le consentirà di vedere riconosciuto (e non banalizzato o sottovalutato) il proprio disagio.
- Non hai motivo di essere depresso… ci sono altri che vivono situazioni molto peggiori di questa. Un’osservazione inutile, secondo la dr.sa Smith (e addirittura controproducente secondo il sottoscritto) che sottolinea: «Il fatto di non capirne le ragioni, non significa che non esistano». La cosa fondamentale per il depresso è quella di sentirsi ascoltato. Molto più utile dunque comunicare alle persone sofferenti che quando non stanno bene possono contare su di noi.
Il dott. Palazzolo², psichiatra, in una recente intervista precisava come anche l’invito «Scegli tu!» possa risultare nefasto ad un depresso. Chi soffre di questo male, infatti, in genere ha molta difficoltà a prendere decisioni; per questo l’aiuto di un professionista può rivelarsi utilissimo. Altre frasi da proscrivere sarebbero «Coraggio, riprenditi!», «Dovresti andare in un centro specializzato», «Ci pensi troppo» o «Le tue medicine non ti servono a niente».
¹ https://www.3csalute.it/psichemente/psichiatria-e-psicoterapia-individuale/depressione
² Jérôme Palazzolo, medico a Nizza, specializzato psicofarmacologia e terapie cognitivo-comportamentali è autore del libro «Aidez vos proches à surmonter la dépression» (Aiutate i vostri cari a superare la depressione), Hachette, 2006.
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