Tecnologia: rotta verso il futuro (?)

Tecnologia: rotta verso il futuro (?)

Di Sergio Ragaini

Lo sappiamo bene: siamo in un’epoca in cui, seppure a distanza, si intravede quello che, da sempre, è il sogno dell’Uomo: non dovere più svolgere lavori manuali e ripetitivi, affidandoli interamente a macchine.

Tuttavia, invece che suscitare gioia ed entusiasmo, in alcune persone tutto questo suscita avversione, se non addirittura odio. Misto ad un incomprensibile “guardare indietro”, verso una Società che, sotto molti aspetti, era ben peggiore di quella attuale.

In questo articolo cerco di capire le ragioni di questa vera e propria “inversione di tendenza”, che porta diverse persone ad odiare qualcosa che, invece, dovrebbero amare e vedere come un modo per portarli fuori dalla schiavitù di lavori sempre uguali.

Sarà triste vedere come, purtroppo, parecchi di questi avversatori dell’evoluzione tecnologica e dell’automazione siano tra i membri del cosiddetto “Fronte del Dissenso”.

Nell’articolo vado a ricercare i motivi di tutto questo, facendo vedere come è stato facile, per chi, in qualche modo, dirige il gioco dell’”Anti Sistema”, collegare la Tecnologia alle restrizioni e alla privazione di libertà. Fino ad arrivarla a collegare, in particolare durante il triste periodo del Green Pass, al tema del controllo sociale e, addirittura, ad un ipotetico progetto di riduzione della Popolazione Mondiale.

È triste, in tutto questo, vedere come molti membri del cosiddetto “Fronte del Dissenso” siano, purtroppo, non esseri liberi e pensanti ma “Pecore di un altro Gregge”. Un gregge diverso, con leader diversi. Ma sempre pecore, purtroppo. E, senza uomini “davvero” nuovi, un Mondo nuovo sarà impossibile da realizzare.

Quello che colpisce, nell’epoca attuale, è che, mai come ora, si assiste ad un continuo “guardare indietro”, verso un Passato che viene visto come luminoso e pieno di bellezza, contro un Futuro fatto di incertezze e di problemi.

Sino a voler negare qualsiasi innovazione tecnologica, etichettandola  come “voluta” per creare problemi nelle persone.

Come mostrato in un mio precedente articolo, qualsiasi processo di automazione, in sé, è comunque positivo: infatti, non fa altro che “estrarre” la struttura concettuale di un determinato processo, in modo da automatizzarlo, e affidarlo ad un apparato automatico, di tipo elettronico, almeno per ora (un giorno, forse, esisteranno mezzi tecnologici che supereranno l’elettronica, ma oggi è l’elettronica quella che domina).

Quello che può essere meno favorevole è l’impatto di questo processo di automazione su una Società esistente: tuttavia, questo non implica assolutamente il considerare negativo quel processo, che rimane positivo.

È esattamente come se un grosso aereo a reazione atterrasse su un campetto fatto per aerei radiocomandati: probabilmente causerebbe uno sfacelo. Tuttavia, il problema non è l’aereo, ma il terreno su cui atterra.

Il fatto che il terreno sia sfavorevole, però, ci deve fare riflettere sul fatto che è quel terreno che va modificato, costruendone uno più adatto all’atterraggio di aerei più grandi.

Nel caso dell’automazione può essere lo stesso: abbisogna di modelli sociali adatti a poterla sostenere, come dicevo anche nel mio precedente articolo, dove prospettavo come l’automazione debba, necessariamente, condurci verso un Mondo dove l’equazione “lavorare per vivere” non sia più necessariamente vera.

Tuttavia, l’automazione ha sempre, come mostrato in quell’articolo, portato benefici per l’intera Umanità. E non si può dire il contrario. Ha, infatti, eliminato dei lavori “da schiavi”, come la Mondina, la Filandaia, e altro ancora. E, oggi, sta facendo altrettanto, eliminando lavori come la cassiera, il casellante, e altro ancora. Lavori che constano nello stare tutto il giorno a ripetere gesti sempre uguali, monotoni. Il fatto che una tecnologia permetta di superare questo dovrebbe essere visto come qualcosa di molto bello. Anche perché possiamo evidenziare come, nella Storia, non ci sia mai stato un caso di un processo di automazione che non abbia portato vantaggi. E l’Umanità, prima d’ora, li ha sempre accolti con gioia ed entusiasmo.

Oggi non è così: molte persone, invece si “attaccano” al passato, difendendo l’esistenza di lavori da schiavi. E cantando quella che io, scherzosamente, ho chiamato “la Canzone della Disoccupazione”, andando ad affermare che queste automazioni porteranno eserciti di disoccupati.

Queste persone mancano di ogni memoria storica. Nel mio precedente articolo parlavo proprio di come, con le varie automazioni introdotte nella Storia, vi siano state delle sostituzioni di lavori manuali con processi automatici. E come questo sia stato sempre un vantaggio, senza alcuna eccezione, come dicevo poco fa (provate a dirmi che non è così!).

Eppure, proprio oggi, dove , finalmente, si intravede, anche se a congrua distanze, un futuro dove i processi meccanici e ripetitivi non saranno più effettuati dall’Uomo, la gente pare “scagliarsi” contro queste Tecnologie. E lo sta facendo in maniera assurda.

Su Facebook ho trovato post contenenti inviti a “Boicottare” le casse automatiche, perché lascerebbero senza lavoro i cassieri, e, allo stesso modo, inviti a fare la spesa e lasciare i carrelli pieni in catene, come Conad ed Esselunga, dove si stanno per introdurre supermercati completamente automatici.

Questo odio e avversione verso cose che, invece, dovrebbero far gioire, è quasi “sospetto”, e mostra un’errata modalità di rapporto con la Realtà.

Sicuramente, questa errata modalità è stata indotta da “fuori”, da altri. Sempre più, infatti, mi rendo conto le che persone, almeno quelle cosiddette “medie”, non sono capaci, in molti casi, di “pensiero autonomo”, ma hanno bisogno di qualcuno che dica loro come agire e come pensare.

Questa è una caratteristica dell’essere umano, in generale: ha bisogno di qualcuno che gli dica come comportarsi e, addirittura, come “essere”. Non a caso, oggi, opinionisti e Influencer “spopolano”.

In generale, però l’Italiano medio ha qualcosa di più, e, direi, di peggio: l’incapacità di qualsiasi “sguardo mentale” al di fuori del suo territorio.

Ed è quello da cui partiremo per capire tutto questo. Iniziando il discorso proprio parlando delle caratteristiche peculiari dell’Italiano Medio.

Italiano medio: incapacità di “sguardo mentale” fuori dal proprio territorio

Provate a fare un esperimento: parlate da una persona italiana del clima oltralpe, magari in estate.

Vedrete che, dopo pochi istanti, il discorso viene riportato sul clima in Italia.

Per l’Italiano medio pare incredibile pensare a luoghi dove ci possa, ad esempio, essere lo stesso caldo che c’è qui d’estate, ma “ad ondate”. Subito dirà, magari: “Magari però è un caldo più asciutto”. Mentre, quando fa caldo oltralpe, è come qui: solo, dura alcuni giorni, e non, come in Italia, settimane.

Ancora, quando anni fa avevo detto a delle persone di Roma che ero stato in Germania a luglio, mi avevano chiesto: “Com’è il clima? Come qui d’inverno?”.

Questo esprime molto bene lo “sguardo mentale” dell’Italiano Medio. Uno sguardo per il quale, andare oltre le Alpi, e, in generale, spostarsi dal proprio Mondo, è quasi impossibile, almeno in generale.

Il territorio italiano, ricordiamolo, occupa circa un  millesimo del territorio della Terra, e la Lingua Italiana è parlata dall’1% della Popolazione Mondiale. Eppure, per l’Italiano Medio, esiste solo l’Italia. Infatti, per l’Italiano Medio, non esistono le varie Nazioni: esiste, genericamente l’”Estero”. Cosa che non vuole dire nulla, visto che non esiste un “Estero” (che, ricordo, ha la stessa etimologia di “Strano” ed “Estraneo”), ma delle Nazioni, anche molto diverse tra di loro. Eppure, per l’Italiano Medio non è così.

Questo lo si vede molto bene anche da una cosa, che notavo già tempo fa: se si vedono molte strutture nate in vari Paesi Europei, queste, nel giro di qualche anno, sono presenti in diverse Nazioni.

Per quanto riguarda l’Italia, invece, pare che, tutto quello che nasce in Italia, sia destinato a rimanervi. E che non ci sia nessuno slancio né spinta nel fare conoscere quella realtà al di fuori del territorio nazionale.

Personalmente, ogni volta che ho fatto proposte simili, non solo queste sono cadute nel vuoto, ma ho suscitato risolini e sguardi quasi di compassione. Questo dimostra come l’ignoranza di questo Popolo sia ormai radicata.

In generale, l’Italiano Medio accoglie con risolini quasi da “presa in giro” tutto ciò che non capisce. Questo l’ho potuto sperimentare in diverse circostanze, anche quando si fanno presenti delle cose e delle situazioni di varia natura: quando un gruppo di Italiani Medi non le comprende, si è accolti con un risolino di compassione, almeno nella maggior parte dei casi.

Insomma: l’Italiano medio, spesso, si lamenta della situazione dell’Italia, in quanto, giustamente, ritiene il compiere determinate azioni una cosa difficile, e ritiene, a ragione di trovarsi in un Paese che “ostacola” le persone. Poi, però, pur avendo oggi la virtuale possibilità di aprire attività e iniziative in qualsiasi Stato, almeno, dell’Unione Europea, continua a dare il via ad attività e iniziative solo in Italia.

Almeno, io, per autopubblicare i libri, utilizzo una struttura non italiana: forse perché ho scelto, fin dall’inizio, che i miei libri non fossero pubblicati in Italia: infatti, in diversi di questi libri, risulto pubblicato nel South Carolina.

Posso andare ancora oltre: se, all’Italiano Medio, viene offerta su un piatto d’argento l’occasione di cambiare, questo la rifiuta. È stato il caso, ad esempio, del 2006, quando era stato indetto il “Referendum sulla Devolution”. Questo, forse, non era il cambiamento “totale”, ma era un buon inizio. Ebbene: la gente, “sobillata” dalla propaganda di paura fatta dai Partiti (ricordo i banchetti del PD, allora, dove veniva detto che, se fosse passato questo Referendum, l’Italia non sarebbe più stato un Paese Democratico), l’ha respinto. Ricordo, allora, le persone che dicevano frasi del tipo: “Votate no, vi prego! Se passa il “sì”, domani potrebbe non esserci più il Presidente della Repubblica!” (aggiungo ora: sai che pianti!).

Ovviamente, i Politici Italiani, commentando il risultato, avevano detto: “E adesso via alle riforme”! Ovviamente, non c’era stata alcuna riforma: com’era prevedibile!

Un altro caso ed esempio: la gente continua a lamentarsi di Facebook. Nel avevo già parlato in un mio precedente articolo. Oggi le alternative ci sono, una in particolare: VK, Social Network russo.

Eppure, parlando con quelli che si lamentavano, molti non sapevano nemmeno cosa fosse! Insomma, l’Italiano medio si lamenta, ma rifiuta le occasioni per cambiare, o addirittura nemmeno le cerca!

Infine, è il caso di parlare dell’”endemica” tendenza dell’Italiano Medio a non parlare altre lingue. Ha una lingua parlata dall’1% della Popolazione Mondiale, come dicevo, ma la sua “pigrizia mentale” non gli fa parlare nient’altro.

Un esempio: trascorrendo, nell’estate 2022, quasi due mesi a Tenerife, ospite di amici, avevo visto come molti degli Italiani che vi risiedono non parlino lo Spagnolo, che pure è molto simile all’Italiano. E come non facciano nulla per parlarlo! Ritengo la cosa assurda, ma l’ho potuta toccare con mano. Assurda soprattutto per una persona come me, che, quando giunge in un luogo, tenta subito di parlarne la lingua, per quanto complessa possa essere: mi sembra un modo per essere “vicino” al luogo dove mi trovo.

Facendo un esempio, di altro tipo: se, in una coppia, il marito è tedesco e la moglie italiana, il marito parlerà, verosimilmente italiano. Al contrario, se il marito è italiano e la moglie tedesca, il marito non parlerà solitamente tedesco. E questo dice cos’è l’Italia e com’è la mentalità dell’Italiano Medio.

Infatti, quando io ho parlato di VK, alcuni mi hanno chiesto: “C’è anche in italiano?”. Insomma: l’Italiano medio ha bisogno tutto tradotto in italiano.

Quando avevo fatto notare ad una ragazza che l’Inglese andrebbe conosciuto, mi sono sentito rispondere che lei non ha tempo di imparare l’Inglese, perché ha una famiglia. Discorso sensato? E allora, perché le donne Danesi piuttosto che Belghe, nelle stesse condizioni, parlano tre o quattro lingue? Forse perché le Italiane utilizzano questo come “scusa” per il fatto fatto che non parlino altre lingue.

Quello che appare incredibile è che in Italia le lingue si studiano… ma non si parlano! Una persona trascorre anni e anni ad imparare una lingua, studiando ore ed ore, e poi non la parla correntemente, come ci si aspetterebbe che fosse. Eppure, la studia!

Forse il modo di studiarla e, soprattutto, di approcciarla, è scorretto. La cosa divertente è che lo si sa, ma non si fa nulla per porvi rimedio. Anni fa, in Australia, avevo conosciuto una ragazza olandese, che parlava correntemente inglese. Le ho detto dove l’avesse imparato. La risposta è stata “Only at School” (Solo a Scuola). Questo dice che, lì, dopo avere studiato una lingua a Scuola, la si parla correntemente. Mentre qui questo non accade. La cosa comica, se non grottesca, è che la Scuola Italiana sa benissimo che il metodo che utilizza per insegnare nuove lingue è assolutamente inutile: nondimeno, continua ad insegnarle in quel modo. Gli studenti hanno piena coscienza che faranno uno sforzo quasi del tutto inutile: eppure, lo continuano a fare, senza ribellarsi, “esigendo”, come loro diritto, che, al termine del periodo scolastico siano messi in condizioni di parlare quella lingua in modo del tutto corrente. Come dovrebbe essere. In fondo, esigendo questo, non chiedono di non studiare, e sono disposti ad impegnarsi: solo, lo vogliono fare con uno scopo, e non per nulla: come dicevo, è un loro pieno diritto esigere che il loro sforzo per studiare porti a dei risultati. Altrimenti, è inutile farlo!

Concludo con un esempio, di alcuni anni fa: ricordo quando in Italia era nata la polemica perché non sarebbe stata più disponibile benzina con il piombo. Le interviste alle persone mostravano voci lamentose e simili.

Nella vicina Svizzera il problema era stato risolto con la Benzina “Senza Piombo 98”: questa, infatti, conteneva un additivo, credo l’ADX, che sostituiva il piombo. Rendendola quindi compatibile con le auto che avevano bisogno del piombo nel carburante.

Ecco: sarebbe bastato “alzare lo sguardo mentale” sino a Chiasso per rendersene conto: ma è chiedere troppo agli Italiani Medi!

Insomma: l’Italiano Medio è incapace di una prospettiva globale. Infatti, ogni volta che gli si parla di cambiamenti, questo dice: “Eh ma in Italia…”. Insomma: non è capace di “Operare fuori” dai suoi confini, nemmeno mentalmente. Questo dice che non è sicuramente dall’Italia che potrà nascere la scintilla per un Mondo Nuovo. Potrà forse nascere da qualche persona italiana, che però la “innescherà” altrove. In fondo, la stupenda metropolitana di Copenaghen, da me sperimentata la scorsa estate, aperta 24 ore su 24, e totalmente automatica e teleguidata, è stata progettata da un italiano! Che, però, ha progettato la metropolitana… di Copenaghen, dove ha trovato riconosciuta la sua abilità.

Non è sicuramente da questo Popolo che potrà nascere qualcosa di nuovo: su questo sono abbastanza certo. Come dicevo, magari l’iniziatore di questo “nuovo” potrà essere di nazionalità italiana: tuttavia, non innescherà qualcosa in Italia: nessuno capirebbe.

Qualcuno potrà pensare che questo discorso sulla mentalità italiana sia “fuori tema”. Invece, vedrete che è molto integrato nel tema che sto trattando.

Subito emerge una cosa: il titolo di questo articolo è “rotta verso il Futuro”. L’Italia è un Paese che non va verso il Futuro, perché respinge qualsiasi cambiamento e apertura al nuovo. L’Italiano medio fa le strade “che conosce”, usa le cose “che conosce” e così via. Nella Scuola Italiana ci sono programmi di decenni fa, e, nonostante si parli da decenni di “Riforma della Scuola”, questa non viene mai messa in atto. Il problema è che, gli Italiani, quando glielo si fa presente, invece che con rammarico rispondono con un risolino stupido. E questo dice, sempre più chiaramente, che da questo Popolo,  non potrà sicuramente nascere nessuna scintilla per il divenire. Almeno dal Popolo: poi, magari, come dicevo, da qualche mente eccelsa dell’Italia sì: innescata, però, come dicevo, altrove.

Odio verso l’automazione e l’innovazione, soprattutto in questo periodo. Perché?

Una cosa, subito, mi appare alla mente: l’automazione c’è sempre stata, è una caratteristica dell’Umanità.

Eppure, mai come oggi questa, in alcuni, suscita odio ed aggressività. Cosa che non accadeva sino a qualche anno fa.

Ricordo, ad esempio, quando nell’estate 2018, pubblicavo il mio libro: “Apprendimento Linguistico, il Sorriso della Comunicazione Globale”. In questo parlavo dei Metodi Interattivi per l’Apprendimento Linguistico, quali Duolingo, Memrise, Mondly e così via. Oggi, a distanza di oltre cinque anni, a quelle strutture se ne sono aggiunte altre.

Nell’ultima parte avevo anche introdotto un capitolo dal titolo: “Interattività verso il Futuro: spariranno gli insegnanti?”.

Ne avevo anche parlato, dell’argomento, in post pubblici. La discussione c’è stata: tuttavia, non vi sono mai accenti di odio come quelli attuali.

Oggi, postando lo stesso argomento, ho trovato davvero odio ed aggressività. E le solite “canzoni” ripetute all’infinito.

Un atteggiamento ben poco comprensibile, visto che la domanda era legittima, e visto che io, sperimentando ormai da anni Duolingo, posso dire che è un efficace metodo di apprendimento, molto più efficace dell’insegnamento linguistico della Scuola Italiana.

Quindi, se questa “ipotesi ventilata”, qualche anno fa, ha suscitato una discussione aperta e costruttiva, oggi ha suscitato una vera e propria “levata di scudi”. Una “levata di scudi” del tutto incomprensibile, direi. Anche visto che, a cinque anni di distanza, questi metodi hanno avuto un certo sviluppo.

Tuttavia, questo si inserisce in una modalità usuale, con la quale si affronta oggi l’automazione.

Come dicevo, l’automazione c’è sempre stata, e questa è stata accolta di buon grado, con un aperto sorriso. Al limite, le opposizioni sono state fatte dai diretti interessati al problema: ad esempio, quando è stata inventata la Stampa, c’erano state le rivolte degli Amanuensi. Nessuno però, o quasi, li sosteneva, visto che le persone vedevano i vantaggi della Stampa! Lo stesso per l’invenzione della macchina da cucire: le rivolte erano delle categorie che si occupavano di cucire, ma non della gente, che vedeva nella macchina da cucire un grandissimo aiuto!

Oggi si verifica il contrario: molte persone cantano quella che io, in maniera ironica, chiamo “La Canzone della Disoccupazione”. Ne parlo in questo modo nel senso che le frasi di queste persone che la “cantano” sono sempre uguali, ripetute, sicuramente “messe in bocca da altri”.

Queste frasi non sono così dissimili da quelle recitate ai tempi del Lockdown Epidemico, in cui la gente stava in  casa perché “pensava ai Medici e alle persone negli ospedali”.

Ovviamente, tra i Medici e le persone negli ospedali e lo stare in casa non c’era alcuna relazione: tuttavia, era percepita in questo modo da parte delle persone, perché era stato creato quel “sillogismo mentale”, pur senza fondamento, che teneva in piedi tutto.

Qui avviene, ora. qualcosa di simile: mentre, nelle automazioni del passato appena citate, i diretti interessati, magari, insorgevano, mentre gli altri erano spesso gioiosi per l’automazione che stava prendendo forma, oggi avviene il contrario: i diretti interessati, spesso, non si pronunciano, mentre gli altri sono infuriati contro cose che, onestamente, sono solo a loro vantaggio, come il fatto di evitare inutili code in determinate circostanze.

Eppure accade proprio così. Addirittura, avevo scritto che, grazie all’Intelligenza Artificiale, un mio amico aveva potuto realizzare la copertina di un libro in pochi minuti, e in totale autonomia: quindi, una cosa molto bella. Ebbene, qualcuno ha fatto presente che qualche grafico sarebbe rimasto disoccupato, mentre qualche altro, addirittura, aveva scritto che risulteremo tutti inutili. Una cosa da lasciare senza parole!

Altri esempi possono essere fatti.. Come ben sapete, oggi alcuni supermercati hanno introdotto degli “scanner”, in alcuni casi con lo stesso smartphone, per poter fare la spesa in totale autonomia. Insomma: grazie a questi, la persona si fa i conti da solo, e paga in autonomia, evitando qualsiasi cosa alle casse.

Tra l’altro, questi strumenti hanno anche il vantaggio di permettere all’utente di tenere, in ogni momento, la spesa sotto controllo, evitando poi sorprese al conto finale.

Ebbene: quando avevo pubblicato la foto di qualcuno di questi sistemi sui vari Social Network, qualcuno aveva commentato “Che schifo”.

La cosa appare assurda: un sistema che permette di fare delle cose evitando code e simili, e in maggiore sicurezza, anche nel controllo della spesa totale… e la gente commenta “che schifo?”. Qualcosa non funziona!

Sarebbe come se qualcuno, quando sono state inventate le macchine da cucine ad uso domestico, avesse detto “che schifo, pensate a quanti cucitori rimarranno disoccupati!”.

Il problema è che, allora, erano i cucitori a lamentarsi, e le persone erano felici di questa innovazione. Oggi accade il contrario: le persone non interessate dal problema dell’eventuale disoccupazione “aborrono” quelle innovazioni che invece dovrebbero renderle felici, in nome della disoccupazione di qualcuno, mentre… i diretti interessati non dicono nulla.

Probabilmente, quel lavoro da schiavi non li soddisfa. Non a caso, nei supermercati, molti cassieri invitano a … utilizzare le casse automatiche!

Eppure, le persone, spesso, attaccano tutto questo, a differenza dei diretti interessati… che non lo fanno!

Qualcuno, addirittura, aveva detto che, invece che eliminare le Mondine per la raccolta del riso, si sarebbero dovute migliorare le loro condizioni di lavoro. E questo dice davvero tutto, e, soprattutto, che la situazione appare “ribaltata”: le condizioni delle persone che prima svolgevano lavori che oggi possono essere automatizzati interessano tutti… meno i diretti interessati.

Ancora, quando io avevo detto ad un’amica che sarebbe bello avere una Società dove i lavori domestici sono compiuti da Robot, lei mi ha risposto: “E le donne di servizio cosa farebbero?”.

Invece che essere felice se una simile possibilità, ancora “futuribile”, fosse tangibile, subito aveva messo l’accento sulla “disoccupazione”, cantando anche lei quella “canzone”, che però i diretti interessati non “cantano”.

Quello che è ora il caso di fare, però, è di capire come sia possibile una simile posizione, che va ad “attaccare” qualcosa che, invece, offre grandissimi vantaggi.

Nel mio precedente articolo sull’argomento facevo notare proprio come qualsiasi processo di automazione è, in assoluto, positivo. Forse è il modo di impattare su un determinato Sistema a creare problemi: tuttavia, qui il problema è diverso, visto che i diretti interessati non si lamentano, ma lo fanno gli altri “in nome loro”: e senza che i diretti interessati chiedano loro di farlo.

Chi sono, però, questi “altri” che si lamentano “in nome di qualcuno”? È triste da dire, per me: nella maggior parte dei casi sono proprio le persone che, negli anni precedenti, si sono battute in larga misura contro le restrizioni legate al periodo epidemico. Cosa che ho fatto anch’io, e molti articoli nella mia pagina autore lo fanno capire: basta andare un po’ indietro nel tempo e lo si vedrà molto bene.

Oggi, però, quasi tutto il cosiddetto “Fronte del Dissenso” è diventato un “Fronte Anti Tecnologia”. E questo, lo ammetto, mi ha portato a distaccarmi in buona parte da quelli che, sino a non molto tempo prima, erano miei compagni di battaglia. Da qualcuno di questi mi sono anche visto pesantemente insultare: e questo dice che il loro “invasamento anti tecnologico” non è così dissimile da quello di coloro che, durante il “periodo epidemico”, ripetevano pedissequamente quanto i media ufficiali dicevano loro.

D’altra parte,  un mio amico, leader di un Comitato del Dissenso, mi aveva detto, più o meno, che l’Intelligenza Artificiale è uno strumento del diavolo. E questo dice davvero tutto.

Dopo un simile affermazione, ho capito, forse in maniera definitiva, che, almeno per ora, i movimenti del dissenso, che, peraltro, parlano ancora delle stesse cose di cui parlavano 3 anni fa, senza rendersi conto che la situazione non è più la stessa, non percorrono la mia strada, visto che, oggi, sono, in buona parte, solo movimenti di attacco alla Tecnologia.

E se, già quasi due anni fa “paventavo” qualcuno di questi “rischi della negazione dello sviluppo” in un mio articolo del marzo 2022, oggi tutto questo ha raggiunto livelli davvero eccessivi. Due anni fa c’erano gli elementi per continuare una lotta con loro, perché le situazioni attorno lo affermavano: oggi, questi elementi paiono, in massima parte, venire meno.

Addirittura, molti di quelli che, ormai, possono essere, almeno per ora, chiamati “ex compagni di battaglie”, mi hanno detto che, ormai, sono finito nella rete del Nuovo Ordine Mondiale.

Addirittura, una delle leader del dissenso, che gli anni scorsi ho sempre citato a modello, mi ha insultato, dandomi del “manipolatore”. E questo dimostra che la “manipolata” è lei: probabilmente, da quegli pseudo capetti dell’Anti Sistema, che tutto vogliono tranne che liberare le persone dalla schiavitù, e che tutto fanno per ostacolare qualsiasi slancio positivo verso lo sviluppo, continuando a guardare ad un passato che, oggi, è finalmente superato.

È interessante, però, cercare di capire cosa ha portato questi Movimenti a prendere una strada di questo tipo. Una strada che ha “messo in bocca” a molti, idee come quelle viste prima.

Eh sì: perché questi discorsi di negazione dello sviluppo tecnologico sono spesso proprio portati avanti dai Leader dell’Anti Sistema, e dalle persone da loro, in qualche modo, “sobillate”. Che ripetono le frasi che questi hanno messo loro in bocca, senza nemmeno capire di cosa si tratta.

Odio e attacchi all’automazione sovente proprio dai Leader del cosiddetto “Anti Sistema

Partiamo dall’inizio di tutto, ormai quasi 4 anni fa, visto che, nel momento in cui sto scrivendo questo articolo, siamo ormai nel mese di febbraio 2024: e ricordiamo che tutto era cominciato il 24 febbraio 2020.

Bene: tutti noi, dall’11 marzo 2020, data in cui è “ufficialmente” cominciato il Lockdown, con l’entrata in vigore del Decreto denominato “Io resto a Casa”, abbiamo toccato con mano la “brutalità” di norme del tutto prive di significato. E, allora, è stato facile, utilizzando la Paura, manipolare le persone, convincendole non solo ad accettarle e seguirle, ma addirittura che, chi non le seguiva, stava diffondendo l’epidemia, facendo sì che il problema durasse più a lungo.

Ora facciamo un ulteriore passo di comprensione: subito, in quel periodo, qualcuno ha cominciato a “battere” sull’idea che il Lockdown favorisse i leader dell’e-commerce, vale a dire del Commercio Online, quali Amazon. Da qui a fare credere a qualcuno che il Lockdown fosse stato voluto proprio per quello il passo è stato breve. E qualcuno ci ha creduto, anche a causa della rabbia che il Sistema aveva generato in chi non accettava le norme, devo dire senza senso, attuate durante quel periodo.

Inoltre, visto che allora circolavano le assurde autocertificazioni, qualcuno ha cominciato a dire che queste erano mezzi per controllare le persone.

Quindi, utilizzando la lotta alle restrizioni, e il disagio che queste creavano nelle persone, è stato facile fare “virare” il discorso sulla lotta agli acquisti online, che sono stati, in qualche modo, “collegati” al lockdown. E, secondo alcuni, come dicevo, il lockdown avrebbe avuto quello scopo.

Ricordiamo che, già allora, giravano movimenti anti 5G. Questa non è altro che l’ultima generazione di tecnologia cellulare (5G vuol dire, appunto, “Quinta Generazione”): e, posso dirlo, non è così’ diversa dal 4G. Soltanto, qualcuno ha cominciato a parlarne come un “forno a microonde” e cose di questo tipo. Ne avevo già parlato in passato, mostrando come, nella maggior parte dei casi, l’attacco a questa tecnologia è un attacco privo di veri fondamenti. Anche se, lo ammetto, qualche dubbio su questa tecnologia rimane: questo è ben diverso, però, che parlarne come di una tecnologia “distruttiva”. In fondo, ben lo sappiamo, il passaggio allo standard televisivo “DVB-T2” è stato effettuato, nel 2020, proprio per permettere di liberare frequenze per la tecnologia 5G. Che, quindi, utilizza frequenze già perfettamente in uso in passato: e questo dice che non possono essere così “pericolose”.

Ecco, i movimenti “Anti 5G”, in questo caso, hanno avuto vita molto facile nel far passare l’idea che il Lockdown servisse perché venissero montate con più facilità le antenne del 5G.

Questa prima fase aveva, quindi, già gettato due elementi molto importanti: il primo, che il Locdown aveva fatto crescere il commercio Online, e il secondo, che aveva permesso di montare le antenne 5G.

Nella mente delle persone, è stato facile associare il commercio online e il 5G con il lockdown. Facendo, o meglio, iniziando a fare passare, l’idea che tecnologia voglia dire separazione, che acquistare online significhi separarsi dagli altri, che il 5G serva a chissà cosa, invece che essere, come in effetti è, una semplice evoluzione di un già esistente 4G.

Insomma: le premesse anti-tecnologiche erano state già gettate.

E, inoltre, era iniziato il discorso del controllo delle persone, come dicevo generato dalle autocertificazioni.

Poi, è arrivato il Green Pass. Io l’avevo attaccato come uno dei principali strumenti repressivi in assoluto, davvero degno dell’apartheid. Per me era solo quello.

Tuttavia, ricordiamo che il Green Pass era elettronico. Ed era un QR-Code.

Qui è stato facile quindi, collegare la cosa al controllo digitale. Dicendo che era uno strumento di controllo delle persone. Associare il Green Pass all’Identità Digitale e altro ancora è stato facile.

Inoltre, il Green Pass era un QR-Code, come dicevo. Quindi, da qui ad arrivare a ”demonizzare” i QR-Code il passo era stato molto breve. Ancora oggi, molti “Anti Sistema” rifiutano ogni forma di Qr-Code, pensando che sia un mezzo di controllo, invece che, come in effetti è, una serie di dati che vengono letti. Come si suo dire, “beata ignoranza!”. Eppure, ancora oggi alcuni ripetono: “Anche il Green Pass era un QR-Code”, associando appunto le due cose.

Infatti, ricordo che, ogni volta che, in cene con i “Gruppi del Dissenso”, il Menù era del tipo “QR-Code”, subito le persone dicevano che non lo potevano accettare, che volevano i menù cartacei e così via. Per forza! Il QR Code era stato associato al Green Pass, che era stato associato al controllo digitale. Quindi, il QR Code andava demonizzato, e così tutte le nuove tecnologie, che erano, a detta di questi “Leader anti Sistema”, solo mezzi per controllare le persone.

Nella mente dei loro “adepti” è stato facile associare, come dicevo, i QR Code al Green Pass, e al Controllo Digitale, per farli odiare.

Naturalmente, tutto questo fa solo sorridere. infatti, un QR-Code è solo, come dicevo, un insieme di informazioni, tra l’altro in “entrata”, nel senso che vengono “ricevute”, e non in “uscita” nel senso che vengono trasmesse. Quando leggiamo un QR-Code, stiamo solo leggendo delle informazioni: non stiamo trasmettendo nulla. Quindi, non vedo che controllo vi possa essere.

Ricordiamoci che oggi, ad esempio, ci si può collegare ad una rete WiFi scansionando un QR-Code, si entra ad un evento attraverso un QR-Code, e così via. Si tratta quindi solo di informazioni che vengono lette: o, meglio, che noi stessi forniamo, e che sono solo quelle contenute nel QR-Code.

Tuttavia, quelli che un mio amico definiva, in maniera ironica, ma molto efficace, i “Capetti dell’Anti Sistema” hanno saputo manipolare molto bene la situazione, trasformando un semplice insieme di dati in uno ipotetico strumento di controllo. Ovviamente, non c’è alcun controllo, perché non viene letto nessun dato in più di quello contenuto nel QR-Code. Questo, però, lo sa chi conosce: chi non conosce si “fida” di qualcuno, invece che provare a conoscere a propria volta. Uno sforzo, questo, che non tutti vogliono fare: è più facile fidarsi di qualcuno che, spesso, a sua volta non sa! E ripetere pedissequamente le sue parole!

Inoltre, forse, essendo un QR-Code una struttura bidimensionale, quindi “a matrice”, nella mente delle persone potrebbe essere sorta addirittura l’idea di “Matrix” o simile. Insomma: ancora l’idea di un presunto controllo, mediante questo mezzo.

Anche un normale meccanismo di sblocco di uno smartphone mediante impronta digitale, che permette anche di evitare di inserire la Password ogni volta che si esegue un “login” a qualcosa, è stato associato a mezzo di controllo, mediante il quale “qualcuno” carpirebbe la nostra impronta digitale. Quando, invece, è solo uno strumento molto comodo per semplificare delle operazioni.

Quindi, le persone dell’Anti Sistema vivevano (e vivono) in un mondo dove si vedevano, e si vedono, sempre sotto attacco tecnologico da parte di non so chi. Questo li portava, e li porta, ad odiare le Nuove Tecnologie, a non utilizzarle, a “bramare” un mondo di “lettere spedite per posta”, e così via.

Salvo poi utilizzare lo smartphone e i vari gruppi presenti per parlare di questo! Se questa non è una contraddizione…

Ora, però, inizia l’ultima fase della situazione, quella più “paradossale”, ma anche quella che “conferma” l’odio tecnologico da parte degli “Anti Sistema”.

Sappiamo bene che il Vaccino Sars-Cov2 ha causato molti effetti collaterali. Ne ho parlato in diversi articoli (tra cui questo), compreso uno sulle quelli sulle “cure negate”, il discorso sulle quali si trova all’interno di un mio articolo di elogio all’Eresia.

Io ne ho parlato, però, solo in termini di benessere, visto che, purtroppo, le Case Farmaceutiche hanno molto poco in mente il nostro benessere, e molto il loro guadagno, e i Vaccini, visto che vengono somministrati a persone sane, non a persone malate (anzi, condizione spesso “sine qua non” per somministrare un vaccino contro una malattia è che quella persona non abbia in alcun modo quella malattia!), sono di fatto un “!business illimitato” per i Potentati Farmaceutici. E lo sosteneva anche l’Avvocato Fabrizia Vaccarella, in un suo discorso tenuto a Magenta, durante una proiezione del film documentario “Invisibili”, del Regista Paolo Cassina.

Tuttavia, io mi fermavo a questo. I Leader dell’Anti Sistema, invece, sono andati molto oltre. Andando ad affermare che questi vaccini erano modalità per ridurre la popolazione mondiale. Insomma: lo scopo sarebbe quello di ridurre la Popolazione Mondiale, mediante malattie, vaccini e così via. E tutto questo sarebbe servito a questo.

Collegare questo con la Tecnologia è stato facile: ed ecco com’è avvenuto.

Sappiamo bene che lo scopo dell’automazione è automatizzare processi prima svolti dall’Uomo. È da sempre così, e sempre ne sono derivati dei vantaggi, come già dicevo.

Tuttavia, è stato facile, per i Leader dell’Anti Sistema, porre l’accento non sulla bellezza di un processo che automatizza gesti ripetitivi e sempre uguali, affidandoli a macchine ed algoritmi, ma su coloro i quali, in qualche modo, non avrebbero più potuto svolgere, come attività lavorativa, quel tipo di attività. Insomma: hanno cominciato a porre l’accento non sulla bellezza del processo d’automazione, ma sulle persone che, a causa di questo, sarebbero rimaste senza lavoro.

Insomma: sono riusciti a “ribaltare” la cosa, trasformando qualcosa di bello in brutto. Come dicevo prima, è proprio nel periodo epidemico che sono nate, probabilmente, le prime “Canzoni della Disoccupazione”, di cui parlavo. Tuttavia, ora c’è un passo in più, che vedremo subito.

A questo punto, collegare tutto questo alla “presunta” riduzione della popolazione mondiale è stato facile. Se, infatti, lo scopo dei Potentati Economici è quello di ridurre il lavoro delle persone, per giustificare la riduzione della popolazione mondiale. Insomma: le Tecnologie di Automazione servirebbero, a detta di diversi “Leader Anti Sistema”, per rendere la forza lavoro sempre meno necessaria, e per giustificare così la riduzione della popolazione mondiale.

In conclusione: le Nuove Tecnologie sarebbero non solo un mezzo di controllo sociale, ma addirittura sarebbero messe in atto per creare “di proposito” disoccupazione, e poter così avere un pretesto per ridurre la Popolazione Mondiale.

La “canzone della Disoccupazione”, che trasforma un evento bello, quello dell’automazione di un processo ripetitivo, cosa che è lo scopo dell’Uomo, in qualcosa di brutto, vale a dire la creazione di disoccupazione, è stata  così collegata a quella della diminuzione della Popolazione Mondiale.

Notiamo, però, come facevo notare in precedenza, che la “Canzone della Disoccupazione” non la “cantano” i diretti interessati, ma altri. Altri che hanno tutto l’interesse a frenare uno sviluppo che impedirebbe loro di ergersi a paladini degli Schiavi, difendendo tutti i loro diritti…. Tutti, tranne quello di affrancarsi dalla schiavitù. Naturalmente, poi questi Leader “insegneranno” questa canzone ai loro adepti, i quali la canteranno senza nemmeno sapere quello che cantano. Purtroppo, la voglia di capire davvero non è da tutti! Se lo fosse saremmo già in un Monod Nuovo!

Ecco perché gli insulti ai processi di automazione: quegli stessi processi che, decenni prima, sarebbero stati salutati con gioia. Le persone che li attaccano vedono in questi non mezzi di evoluzione, ma mezzi per creare disoccupazione, permettendo così a chi governa il Mondo di avere una scusa per ridurre la Popolazione Mondiale.

Tutto questo è palesemente assurdo. Così assurdo che, se aggiungiamo l’altra assurdità che è stata inventata, vale a dire che i vaccini conterrebbero grafene attivabile con il 5G. Questa è solo la ciliegina sulla torta: quello che ho appena detto basta per evidenziare l’assurdità di determinate posizioni.

A negazione di questa idea di “ridurre la Popolazione Mondiale” appare il fatto che la Popolazione Mondiale cresca di circa 200.000 persone al giorno. E su questo sito lo si può verificare molto bene, ad esempio sul Sito di Worldometers, che contiene diversi dati e statistiche mondiali.

Quindi, questa sta aumentando in maniera notevole, considerando che 200.000 persone al giorno sono oltre 70 milioni all’anno. E, di conseguenza, la diminuzione della Popolazione Mondiale non c’è.

Anche la “Canzone della Disoccupazione”, non “cantata” dai diretti interessati, ma da altri, solo a scopo strumentale, come visto, è qualcosa di molto “dissonante” con la Realtà dei fatti.

Per capirlo, basta visitare qualche mostra degli antichi mestieri: nelle Feste di paese ce ne sono, talvolta. Io ne ricordo una molto bella, ancora diversi anni fa, ad Avano di Tremenico, in Valvarrone, parte delle Valli del Lecchese.

Ecco, in queste mostre si possono vedere molti mestieri del passato, che oggi non esistono più.

In compenso, però, ne esistono altri, quali il Web Master, il Web Designer sino allo “Youtuber” o al “Blogger”. 30 anni fa questi lavori erano nomi senza senso, mentre oggi sono vere e proprie attività lavorative.

Ancora, prima dell’avvento dell’automobile, abbondavano maniscalchi, posti di cambio, e così via. Oggi ci sono i meccanici.

Quindi, ogni processo di automazione ha cancellato dei lavori, ma ne ha creati altri. Ed è sempre stato così.

E, comunque, allora al limite erano i diretti interessati a protestare: non di certo le persone che beneficiavano di queste cose. Oggi, invece, appare il contrario: i diretti interessati non dicono nulla, e magari, in alcuni casi, sperando che qualcuno tolga loro quel lavoro talvolta assurdo e ripetitivo, mentre altri per loro cantano la canzone della Disoccupazione, associandola all’idea di controllare e addirittura ridurre la Popolazione Mondiale. Queste “Canzoni”, però, vengono cantate senza il consenso dei diretti interessati: i quali, spesso, non ne sanno nemmeno nulla.

Credo che i passaggi di questo discorso siano chiari: il Commercio Online è stato associato al Lockdown, alla separazione, mentre il QR-Code è stato associato al Green Pass e al controllo digitale, così come le impronte digitali di sblocco.

Poi, l’automazione è stata associata alla creazione volontaria di disoccupazione, per poter ridurre la Popolazione Mondiale.

Personalmente, a me un prospetto di questo tipo fa sorridere: tuttavia, è il fondamento dei “Capetti Anti Sistema”. Che, così facendo, manipolano molte persone, che ripetono “canzoni vuote”, per difendere altri, che non si pronunciano. Lo scopo finale, probabilmente, è quello di generare schiavi, da poter poi difendere. E di avere un altro “gregge” da manipolare

Probabilmente, anzi sicuramente, di passaggio ne manca ancora uno: quello dell’”umanità” o meno delle Nuove Tecnologie. Andiamo subito ad affrontarlo.

Per un futuro profondamente “umano” e “disumano” solo per chi è “manipolato”

Tra le frasi degne di analisi da parte dei “crociati anti automazione”, una di quelle che colpisce di più è quella relativa all’Umanità, che verrebbe negata dall’Automazione.

Ricordo che, alcune settimane fa, avevo inserito un post sui Social, dove dicevo che, per me, era incredibile pensare che qualcuno ancora acquistasse i biglietti dei trasporti nelle rivendite, visto che il loro acquisto online è oggi comodo e immediato.

Una persona mi ha risposto. Oltre alla solita “Canzone della Disoccupazione”, che recitava, in questo caso, il fatto che lei andava ad acquistare i biglietti in una rivendita dove chi vi lavorava “Ci manteneva la famiglia” (ovviamente, parlava lei, invece della diretta interessata, come visto prima!), aveva anche detto: “Mi mantengo umana”. Anche una mia amica mi aveva scritto, parlando di automazione, “resta umano!”.

Questo discorso si sente spesso fare da parte dei detrattori dell’automazione, come dicevo pressoché tutti sobillati (ovviamente, tranne quelli che, invece che sobillati, sono “sobillatori”). Secondo loro l’automazione non sarebbe umana, e ci “spoglierebbe” della nostra umanità.

Se ben ci pensiamo, è esattamente il contrario. E qui ripenso alla mia esperienza: ormai da diversi anni, io non acquisto più biglietti nelle rivendite (salvo in rarissimi casi), non acquisto più integratori nei negozi (online si ha molta più scelta e costano molto meno) e non pago più conti correnti negli Uffici Postali, visto che farlo online, spesso direttamente da smartphone, inquadrando un QR-Code, è comodo e veloce, e spesso non si hanno nemmeno commissioni.

Se ripenso ai periodi in cui dovevo fare file negli Uffici Postali, magari file alle rivendite e così via, penso a quelle cose come “disumane”. Infatti, per me “umano” vuole dire “degno di un uomo”, e le code senza senso, tra gente annoiata e lamentosa, la ricerca di prodotti che magari non si trovano, e altro ancora, sono gesti poco degni di un uomo. Anche lavori sempre uguali, massacranti, malsani e ripetitivi sono poco umani: l’automazione porta, in quel senso, “umanità”.

Eppure, molte persone, sicuramente “manipolate”, continuano a ripetere questa cosa a mo di “mantra”.

Qui si vede ancora l’analogia con le citate frasi “Resto in casa perché in questo modo aiuto i medici negli ospedali”, oppure “A causa dci quelli che vanno a spasso non ne usciremo più”: aveva senso come l’ha il discorso dell’”umanità” in questo caso. E questo dimostra che, quando dico che, oggi, ci si trova davanti “Pecore di un altro Gregge”, ho ragione.

Comunque, è qui interessante cercare di capire da cosa proviene questa idea dell’”Umanità” legata a fare cose che di umano hanno poco.

Mi viene subito in mente, ancora il periodo del lockdown e delle restrizioni. In quel periodo, necessariamente, il commercio online ha avuto un grande “boom”, perché la gente era “impedita” almeno sulla carta (nei miei articoli degli anni passati avevo mostrato che questi impedimenti non avrebbero dovuto essere seguiti perché, semplicemente, “non potevano esserci”), dal fare le cose “dal vivo”.

Quindi, è stato facile creare il “sillogismo logico” (per altri argomenti ne avevo parlato in questo articolo, di oltre tre anni fa), per dirla in maniera filosofica, che collegasse il commercio online con il non spostamento. E, visto che in quel periodo non ci si poteva nemmeno incontrare, questo è stato collegato anche con l’isolamento, con il restare da soli.

Il periodo del “Green Pass”, poi, ha rafforzato tutto questo. Infatti, di fatto, quelli che non avevano accettato il “Ricatto Vaccinale” non potevano “materialmente” compiere operazioni in Uffici Pubblici e simili, ma nemmeno, salvo generi di prima necessità, compiere acquisti nei negozi: io stesso, in quel periodo, avevo acquistato un paio di scarpe online.

Quindi, è stato facile collegare gli acquisti online e il compiere operazioni online al Green Pass e alle restrizioni e costrizioni. Fino ad arrivare a creare idee del tipo: “Sono gli stessi Poteri Economici che gestiscono le procedure online per mantenere in vita le restrizioni”.

Insomma: si sono create associazioni logiche di questo tipo: “acquisto online = non vedo le persone = obbedisco ai Poteri Economici”.

L’acquisto online, quindi, è divenuto l’emblema della separazione, della negazione della libertà. Fino ad arrivare ad affermare che, acquistando online, si legittimava un ipotetico “Nuovo Ordine Mondiale” che vuole la separazione.

Sono, ovviamente, cose senza senso. Esattamente come lo erano idee del tipo che, passeggiando per la strada, si portasse epidemia. Eppure, allora, quante volte noi, che rifiutavamo di sottostare a regole senza senso, ci sentivamo dire che l’epidemia non finiva a causa nostra? Anche quei discorsi non avevano senso, come non hanno senso quelli attuali.

Tuttavia, la gente ci credeva, e ci crede oggi. E questo dice che la cosiddetta “Controinformazione” ha, spesso, la stessa valenza manipolatoria di quella Ufficiale. E che i “Capetti dell’Anti Sistema” spesso, hanno la stessa tendenza manipolatoria dei Leader del Sistema.

A quanto pare, tutto si ripete: e ogni “Pastore” ha le sue “Pecore” che lo seguono con un “belato”. cambia il Gregge, ma le pecore sono sempre lì, pronte a “farsi mettere in bocca” frasi di cui non sanno nemmeno il significato e delle quali non hanno mai verificato la veridicità. Eppure, le ripetono meccanicamente. Appunto, con un belato.

E fuori dall’Italia, come’è la situazione?

Come detto, l’Italiano Medio ha uno “sguardo” mentale impossibilitato ad uscire dai confini dell’Italia. Per l’Italiano Medio questo è un confine insuperabile.

Noi che siamo più aperti, tuttavia, proviamo a varcare “mentalmente” questo confine, e cerchiamo di capire se situazioni così” paradossali” si verifichino anche al di fuori dell’Italia.

Sulla carta non parrebbe che sia così. Tuttavia, anch’io non ho moltissimi elementi per poterlo affermare.

Ho, però, la scorsa estate 2023, compiuto un viaggio che ha toccato Danimarca, Svezia, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia, nelle loro Capitali. Avendo poi viaggiato in pullman, in tutta la tratta Baltica, fino a Varsavia, compiendo quindi in pullman le tratte Tallin-Riga, Riga-Vilnius, Vilnius-Varsavia, ho anche potuto farmi un’idea, anche se molto “sommaria”, del territorio di queste Nazioni. Quindi, un’idea, anche se approssimativa (farsi un’idea più approfondita avrebbe richiesto, ovviamente, più tempo), di come potesse essere la situazione automazione in quelle Nazioni me la sono fatta.

Subito, a Copenaghen, la “Copenaghen Card”, che dà diritto a viaggiare su tutta la rete ferroviaria e navale attorno a Copenaghen (compreso il tragitto verso Elsinore), all’entrata in tutti i musei e alla partecipazione a diversi “tour” guidati in nave, si può fare solo elettronicamente, mediante applicazione sullo smartphone. Questo anche a Stoccolma. I biglietti dei trasporti, in generale, vengono, in Scandinavia e nelle Repubbliche Baltiche, fatti online. Addirittura, nella zona Baltica, esiste una Società di Pullman, la “Ecolines”, i cui biglietti possono essere acquistati solo online. Io l’ho fatto mediante l’applicazione “Omio”, che secondo me è ottima, anche perché permette di usufruire di tutti i possibili sconti, compresi quelli per l’età. 

Alla biglietteria della Stazione Ferroviaria principale di Tallinn, dovendo acquistare il biglietto per Riga, ci era stato detto che “Ecolines” si poteva acquistare solo online, mentre da biglietteria si potevano acquistare soltanto i biglietti dell’altra compagnia che effettuava quella tratta, la “Lux Express”, che era però più cara (21 euro contro 16).

Le casse dei supermercati sono sia automatiche che non automatiche (nella catena Tedesca “Netto”, incontrata a Copenaghen, le casse erano quasi tutte con cassiere).

Le operazioni postali paiono effettuate quasi tutte online, così come, già lo dicevo, gli acquisti dei biglietti dei trasporti.

Quindi, in quelle zone, l’automazione pare integrata con le persone. Non so se anche lì cantino, nelle loro rispettive lingue “Canzoni” della disoccupazione o via dicendo: in fondo, la tendenza del “gregge” è un po’ di tutti gli umani. Tuttavia, ho visto gente più “attiva” e meno “passiva” nei confronti delle cose. Questo mi fa pensare che ci sia un “processo” di Società che va verso l’automazione, e non che “Canta canzoni” contro la stessa.

Insomma: la sensazione è stata di Realtà dove la gente va verso una trasformazione, e non la ostacola.

Va detto che lì le strutture di automazione funzionano molto bene, e questo invoglia anche ad utilizzarle. Per fare un esempio, io a Stoccolma avevo fatto la “Carta dei Trasporti” per 3 giorni: si fa online tramite applicazione per Android e IPhone. Non so se si potesse fare a che in qualche rivendita, ma, come dicevo, lì quasi tutti i biglietti erano fatti online. In quei giorni in cui sono stato a Stoccolma, ho utilizzato  diverse volte la rete della metropolitana, avvicinando il mio smartphone ai lettori QR-Code presenti ai tornelli della Metropolitana di Stoccolma. Ebbene: non c’è mai stata una volta in cui abbia avuto problemi con la lettura del QR-Code: lo appoggiavo a lettore, e questo leggeva senza alcun problema.

A Milano, per contro, diverse volte la lettura, anche provando su più lettori, non si riesce ad effettuare. Una volta, addirittura, ho dovuto “scavalcare” il tornello, perché non c’era alcuna possibilità di entrare in altro modo, visto che non vi era nessun addetto che potesse farmi passare. E questo vuol dire, a meno che qualcuno non faccia uscire, il non poter nemmeno uscire, perché, anche in caso di lettura effettuata, non verrebbe riconosciuta l’entrata, e quindi non verrebbe data libera uscita.

Addirittura, alla Stazione M2 di Cernusco sul Naviglio, da quello che ho visto non sembra neppure esserci nessun lettore QR-Code, per permettere l’uscita. Io, quando vi ero andato, ero uscito “seguendo” un ragazzo che usciva dalla “porta elettronica” per disabili. Altrimenti, non essendoci nessun addetto presente, come sarei uscito? Scavalcando… o nulla!

Questi cattivi servizi portano magari qualcuno a non utilizzare determinati sistemi. E posso dire di avere incontrato persone che non li usano proprio per questo fatto: in determinati momenti, infatti, queste situazioni potrebbero creare problemi! Come dicevo, nel caso di mancanza di qualsiasi addetto, o si scavalca o si rimane lì!

Qui mi chiedo però come tutto questo sia possibile, visto che le apparecchiature dovrebbero essere collaudate prima di essere inserite in una Stazione della Metropolitana. E, comunque, visto che i biglietti elettronici sono previsti, i relativi lettori dovrebbero essere presenti sempre, e funzionare correttamente. Ovviamente, il lettore che non legge può sempre accadere: tuttavia, se questa diventa la norma, qualcosa non va! 

Su questo stendo il classico “velo pietoso”: meglio evitare di commentare, per evitare commenti ben poco gentili.

Conclusioni

In questo articolo abbiamo analizzato in particolare due strutture di frasi, ripetute a mo di “mantra”, da parte dei “sobillati” dell’Anti Sistema.

La prima è quella che chiamavo la “Canzone della Disoccupazione”, e la seconda la “Disumanità dell’automazione”.

È stato mostrato come la prima delle due frasi abbia, rispetto al passato, una grande particolarità: viene “cantata” non dai diretti interessati, ma da altri. E, a differenza del passato, questi “altri” aborrono cose che dovrebbero farli felici, come in passato erano i processi di automazione.

La seconda frase è smentibile molto facilmente, perché automatizzare processi ripetitivi è profondamente umano: anzi, è il vero scopo dell’Uomo, fina dalla sua venuta su questo Pianeta. Infatti, compiere lavori sempre uguali era, in passato, affidato agli schiavi: automatizzare rende quindi l’Uomo davvero libero.

Abbiamo, però, mostrato come, nella mente delle persone, sia stato facile collegare chiusure e restrizioni con il Mondo Online, mostrando quindi, in questo, una negazione della libertà, invece che una sua affermazione, cosa che effettivamente è.

La conclusione, già evidenziata poco fa, è che cambiano le circostanze, ma l’Uomo si dimostra, purtroppo, spesso incapace di pensare in maniera autonoma. Ha sempre bisogno di qualcuno che gli dica come pensare, come ragionare. Non a caso, nella Società odierna, gli “opinionisti”, che sono di fatto coloro i quali dicono alla gente come deve pensare, hanno così tanto successo.

Allo stesso modo, hanno molto successo i “Mental Coach”, che di fatto sono “manipolatori mentali”, dai discorsi dei quali la gente “pende”. Ne ricordo uno, durante il periodo del Lockdown, al quale qualcuno scriveva “Sei il nostro faro!”. E questo dice tutto.

Ancora, si è cercato di dare uno sguardo fuori dall’Italia. Mostrando che lì, forse, la situazione è almeno un pochino diversa. Anche se i dati in mio possesso non sono poi così tanti per poterlo affermare con certezza.

In conclusione: una nuova umanità potrà esistere solo con uomini nuovi: uomini capaci di pensiero critico e “autonomo”. E, finché gli uomini saranno vecchi, come quelli attuali, e incapaci di pensiero critico e autonomo, cambieranno le circostanze, cambieranno i volti, cambieranno i leader… ma le situazioni, seppur con modalità differenti, saranno sempre le stesse, ripetute all’infinito.

In fondo, “La Fattoria degli Animali” di George Orwell, insegna molto bene!

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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