L’età involutiva: prevenzione o rassegnazione ?

L’età involutiva: prevenzione o rassegnazione ?

Rubrica a cura del dottor Claudio Rao

Con l’aumentare della vita media, ci siamo progressivamente familiarizzati col mondo degli anziani. Un’età che, con l’avanzare degli anni, porta delle fragilità crescenti e dei disagi che richiedono cure adeguate. Come per i bambini parliamo di età evolutiva, per gli anziani parliamo di età involutiva col suo carico di malattie e disfunzioni croniche.

La senescenza dei nostri vecchi ci impone una riflessione sulla nostra propria evoluzione e ci interroga su cosa e come poter eventualmente individuare e prevenire determinati disturbi tipici dell’età.

Avendo un genitore in questa fase esistenziale, mi sono concesso letture e ricerche in un campo da me ancora semi-inesplorato. Le condivido volentieri con i miei lettori.

Demenza senile: come contrastarla

Una diagnosi relativamente frequente dei geriatri ai grandi anziani è quella della demenza senile. È possibile prevenirla? Ci sono dei gesti, delle abitudini capaci di contrastarla? Sì, secondo alcuni geriatri americani.   

La demenza senile¹ comprende una serie di sintomi legati alla perdita della memoria e al declino cognitivo che impediscono l’anziano nello svolgimento delle attività quotidiane.

La causa principale è dovuta all’età, all’avanzare degli anni, tuttavia vi sarebbero fattori in grado di favorirne la comparsa come l’ipertensione, l’obesità, la sedentarietà, il fumo, il consumo di alcolici, la solitudine, la depressione. Da ciò si deduce come delle buone e sane abitudini quotidiane possano diminuire il rischio di degenerazione cognitiva.

¹ La demenza è un lento e progressivo declino della funzione mentale che include memoria, pensiero, giudizio e capacità di apprendimento. (https://www.msdmanuals.com/it-it/casa)

Per ridurre il rischio di demenza senile il British Medical Journal consiglia delle “buone abitudini” da acquisire per proteggere la nostra salute mentale: un’alimentazione sana ad equilibrata, una costante stimolazione cerebrale, evitare il fumo e l’alcol, rispettare i ritmi del sonno, tenere sotto controllo la pressione ed evitare o limitare alcuni farmaci.

La statunitense Lee Ann Lindquist, geriatra presso la Northwestern University Feinberg School of Medicine, ci suggerisce qualche utile precauzione per rallentare l’invecchiamento cerebrale e contrastare la demenza senile.

Studiando degli over-ottantenni che avevano conservato facoltà simili ad individui adulti più giovani, ecco i consigli formulati dalla dr.sa Lindquist. Tre abitudini facili da acquisire e da applicare alla nostra quotidianità.

  • Restare attivi. Un’attività fisica regolare, anche solo due volte a settimana, riduce il rischio di contrarre malattie neuro-degenerative. L’esercizio fisico inoltre – secondo la nostra geriatra – ci permette di restare in forma e di controllare più facilmente il nostro peso.
  • Lanciarsi delle sfide. Mantenere attivo il nostro corpo è importante, ma senza dimenticarsi la mente! Concediamoci letture, giochi, parole crociate, lavori manuali e pratici (dal bricolage all’uncinetto). Lee Lindquist ci raccomanda sia le attività fisiche che cerebrali.
  • Socializzare. La socializzazione è un fattore non meno importante per la nostra salute mentale con l’avanzare degli anni. Infatti, spiega Lee Lindquist, coloro che rischiano meno la demenza senile hanno l’area cerebrale dell’attenzione più sviluppata. Secondo la geriatra, la socializzazione sarebbe un elemento importante quanto la dieta e l’attività fisica.

Al di là di queste precauzioni l’attività cognitiva può modificarsi con l’età e non è sempre facile distinguere tra invecchiamento biologico del cervello e insorgenza di una malattia neuro-degenerativa. Per questo, raccomanda la dottoressa Lindquist, in caso di dubbio, meglio consultare rapidamente uno specialista, perché – come nella quasi totalità dei problemi clinici – una diagnosi precoce è assolutamente fondamentale.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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