A cura di Susanna Schivardi e di Massimo Casali
Tra lo slancio delle giovani cantine e le solide conferme, un evento sempre attento alle novità.
Il Nebbiolo protagonista dell’evento, ormai collaudato alla sua decima edizione, Nebbiolo nel Cuore organizzato da Riserva Grande, al Grand Hotel Palatino di Roma, per due giorni, 13 e 14 gennaio, intensi, vivaci di un pubblico mai sazio, con aziende che raccontano il vitigno principe del Piemonte ma non solo. Siamo andati a scoprire le novità che quest’anno hanno rinnovato gli assaggi, come la giovane azienda Cà Moranda, gestita da Serena Montaldo con l’aiuto dei genitori, in compagnia del futuro marito Claudio, in una visione strettamente famigliare e sulla scia della sostenibilità. Siamo a Neviglie in Piemonte, dove dal 2018 si produce Nebbiolo.
Ne assaggiamo una versione dai terreni di Neive già di proprietà dei bisnonni, annata 2021, per una gradazione di 14,5%, e un anno di botte di legno di Slavonia. Un vino elegante e fresco, giovanile e scalpitante. Il Barbaresco 2020, un anno di legno di Slavonia, si fa ricordare grazie alla sua freschezza e al suo slancio dato da una buona acidità, non mancano eleganza e struttura. Il Moscato d’Asti, Duenovedue dedicato alla nascita di Serena, dolce e agrumato, si intensifica al sorso e rimane fresco per un palato giovane e vibrante.
Da Novello in provincia di Cuneo, incontriamo Luciana e Massimiliano, dell’azienda Passone, che si apre nel panorama vitivinicolo nel 2016 quando iniziano a vinificare. Nel 2019 esce il Metodo Classico di Nas-cëtta, 36 mesi sui lieviti, Bolletta, da esposizioni a nord, fresco e minerale, molto immediato. Langhe Doc Nas-cëtta, 2021, la riscoperta di un glorioso vitigno, grazie a una serie di coltivatori che ne hanno fatto una bandiera. Bianco profumato al naso, la mineralità al gusto è decisa, e sul finale erbe officinali fresche. Non manca la gentilezza di un floreale appena percettibile.
Langhe Nebbiolo 2021, macerazione e fermentazione in acciaio, il terreno profondamente argilloso gli regala slancio e snellezza che lo rendono autentico e molto versatile. Dalle vigne del ’69 abbiamo un Barolo, vigna Sottocastello di Novello, 2020, colore tipico, agile e complesso, da liquirizia a humus e corteccia. L’affinamento in tonneau gli regala eleganza. Barolo 2016, ottima tenuta, vino che si impone per la sua eleganza, con tannino presente e pulito, al palato si dimostra ancora scalpitante con una notevole spinta acida.
In questa edizione l’altro lato del Piemonte ci racconta di vini rossi ma anche di bianchi, come l’Erbaluce, la varietà forse più caratteristica, autoctona del Canavese, dalla forte duttilità e spinta acida. E poi la Nascetta, varietà dimenticata e relegata a pochi e sparuti filari che solo la visionarietà di alcuni produttori ha riportato sul mercato. Fine ed elegante, dal carattere unico, quasi un Sauternes.
Inoltriamo il passo, quindi, tra i bianchi con l’Erbaluce di Caluso che andremo ad approfondire in altra sede. Siamo al banco di Produttori di Erbaluce di Caluso con il presidente Bartolomeo Merlo che non esita a proporci Erbaluce di Caluso Docg Fiordighiaccio, 2022 vincitore del premio miglior rapporto qualità/prezzo, viene sottoposto ad un processo di criomacerazione, che ne esalta le qualità organolettiche, dalla ricca mineralità, ai sentori di frutta esotica e note agrumate. Al palato la persistenza lo accompagna con una lunghezza che gioca sempre molto sulla spinta sapida.
Ettore Germano, in Serralunga d’Alba, Rosanna, Metodo Classico Extra Brut Rosé, 24 mesi sui lieviti da Nebbiolo in purezza. Siamo su terreno argilloso/calcareo, a 300-400 metri, per una produzione di 5 mila bottiglie. Colore rosa tenue e brillante, in bocca il tannino è leggero, lievito e fiori lo sfumano in una dolcezza sul finale al gusto che risulta molto piacevole.
Esplosivo ed energico Roberto Crosio, dell’omonima azienda Crosio Roberto, una vocazione alla viticoltura fin da giovane, tuttofare in cantina, ha trovato la sua realizzazione con la viticoltura, a sentirlo parlare si rimane rapiti. Ci troviamo a Canavese, a nord-ovest del Piemonte, un anfiteatro morenico che con il suo andirivieni di ghiaccio ha creato un letto ideale per le viti che raccolgono ricchezza e mineralità. L’Erbaluce qui trova le sue condizioni migliori, e anche per Crosio la criomacerazione è una pratica obbligata.
L’Erbaluce di Caluso Docg 2022 si veste di un giallo brillante, i sentori spaziano dai fiori alle note lievemente agrumate, per una pungenza minerale piacevole sul finale lungo. Della versione spumantizzata assaggiamo Incanto, 40 mesi sui lieviti, percettibili i sentori di lievitazione, lo slancio è vitale, energico, la verticalità si esprime in note bianche di mela verde, la freschezza sostiene un palato pieno e ammandorlato. Incanto 80 mesi sui lieviti è un Metodo Classico complesso, dalle note balsamiche, vanigliate, leggermente affumicato al gusto, equilibrato da una vitalità che regala corpo e spessore. Elegante e setoso. Il Canavese Doc Nebbiolo, Gemini, 2020 è un rosso elegante, morbido, gentile, dal tannino pulito, fa un anno di botte di rovere di secondo passaggio del Costaparadiso (Erbaluce). In bocca percepiamo liquirizia, violetta, profumi selvatici di sottobosco. Bocca dinamica e finale di cacao e spezie dolci. Un’ulteriore versione di Erbaluce la abbiamo con il macerato, Erb=mc², esprime tutta la potenza del territorio, un vino tannico, grazie allo spessore della buccia da cui si può avere grande estrazione.
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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