Di Lucaa del Negro
Tutte le premesse per ridurre questo scritto ad una elaborata, impudente prova elucubrante, sono pronte: ciò che non mi aspetto è un seguito, una disagiata risposta.
Accantonare le parole, coniare delle ulteriori, è attività culturale di tutto rispetto, ma riprendere esse nella vitale formula adattiva della contemporaneità che lega gli avvenimenti e le vicissitudini della nostra epoca, è affare che ho preso in solitudine carico e che indica furiosamente la responsabilità oggettiva e dispotica dell’apatia intellettuale odierna nella rete internet, luogo in cui l’assuefazione e la dipendenza dell’utilizzo (termini che riportano ad un controllo) adombrano la distribuzione delle chiavi di accesso al pseudo sistema di sorveglianza, quello che brutalmente ogni drogato non vorrà prendere in considerazione.
La natura militare di questo apparato è sommariamente descritta nell’articoletto da ritrovarsi QUI (link attivo) e questa scrittura devia in parte un’analisi successiva portando in auge termini -ora ricomposti- di natura ideologica e dal sapore romantico, od almeno questo retrogusto appare dalle rilettura del passato che non verrà -tenetene conto- mai più ricomposto in storia.
Scansati pure gli ideali (quali oggi avrebbero un senso comune se nemmeno il binarismo di genere -maschio/femmina- è riconosciuto/riconoscibile?) e riposto ogni stimolo per addentrarsi nella teologia ed in particolare quanto di salvifico possa essere studiato in questa disciplina oggi, maledetti anni in cui si bruciano gli infanti per guadagnare popolarità e si guerreggia per non guerreggiare (beninteso: la satira ci ha da tempo abbandonato), che cosa verrà preso in prestito e restituito oltre l’oblio dell’intelletto (mio per quel che riguarda questa egocentrica versione) per cui non prestare attenzione ai freddi dati che indicano l’egemonia del sistema democratico da tutti votato senza escludere quelli che lo adatteranno sotto mentite (e forzate) spoglie?
La supremazia, il comando e la superiorità dell’ortodossia democratica di governo è stabile e meglio stabilita nei volumi delle Università e nelle pagine dei quotidiani ma, quando un sistema politico ed economico -già fortemente industriale- sotto scacco del potere finanziario viene applicato su scala globale da un unico soggetto sempre in odore razzista (U.S.A.) ed in un altro ritaglio ancora è modello da assorbire, diviene regime o no dal momento che non è possibile un ripensamento, una critica che tolga qualche spazio alla “voce uniformata” (mainstream) ed una de-evoluzione?
E che cosa implica, che cosa consegna l’attività parlamentare all’interno delle Costituzioni violentate da voltagabbana quand’anche l’uso delle armi diviene protagonista in quelle zone in cui la “libertà” indissolubile al “liberismo capitalista” venduta viene respinta e non tutte le condizioni imperanti attraverso l’appendice del forzato consumo vengono accolte?
Perché negare ad un bimbo afghano piuttosto che congolese, saudita, russo, onduregno, vietnamita e tutti i colori che volete la “Coca-Cola”, l’ “iPhone”, il supermercato alimentare carico di referenze a basso costo e le “serie TV”? E “Facebook”? E “TwitterX”? “Windows”? Un panino da “McDonald”?
Il ricatto sociale (salariale) è materia complessa e lo studio del “bisogno crescente” risulta un fattore comportamentale stratificato, generazionale e pilotato, dove il controllo delle menti, la magnifica omologazione culturale, è energica esibizione dell’individuo costretto a massificarsi per attingere linfa cerebrale dai pozzi di “Google” e “Amazon Prime”.
La famosa frase del Churchill che asseriva dell’approssimazione democratica difronte al nulla, innanzi a quanto egli intravedeva come squilibrio, impossibile coesistenza civile ed altre banalità dell’epoca sanguinosa dimenticando apposta che il suo Paese come tanti altri era così “ricco e libero” perché schiavista e ladro, appartiene o no e, soprattutto oggi, tempo in cui il globo è saturo di ineguaglianza, di ingiustizia e di guerre atroci sempre più vicine all’aurea democratica che deve ora destreggiarsi nel soffocare un’implosione sempre più probabile e descritta nel terrore indicando tutti i detrattori “terroristi” ad una proclamazione di un imperatore despota? Che razza di esercizio è codesta “democrazia”?
Il partito del Nord che amministra e manipola investimenti al Sud? Il nazionalismo di destra che vende la Patria al condottiero foresto? La formazione rossa un tempo operaia che sfoggia dirigenti con i Rolex i quali dirottano il lavoro alle Agenzie private sature di nuovi schiavi appena immigrati? I milionari che insegnano il risparmio ai sottoproletari? I cabarettisti che si promuovono statisti? Il Clero azionista di successo? L’ecologia auspicata dai grandi gruppi industriali che inquinano davvero come se non ci fosse un domani?
Il comunismo e meglio scritto “socialismo scientifico”, ha avuto nel corso del tempo una valida opportunità. Sfumata nella violenza di Stato.
Il fascismo e meglio scritto “movimento sociale” -quando finalmente distillato indi liberato dalle macchie della violenza in cui cadde a piè pari- idem. O quasi.
Orbene: ebbe ragione o meglio, fu profetico -avvolto nel parossismo- il Churchill, oppure le nozioni di anarchismo e libert(A)rismo non hanno mai avuto sufficiente spazio in un mondo abitato da animali pensanti? La redistribuzione sociale –modus trasversale ideale quando in favore della comunità comunista, fascista…- senza l’esproprio è scialba, pavida espressione accademica oppure spiega perché votare a “destra” è la stessa cosa che votare a “sinistra” superando il motto latino “divide et impera”?
Ci lasciamo qui, per ora o per sempre lo avrete già deciso, si spera…
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Lucaa del Negro
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***L’immagine di copertina e quella inserita all’interno del testo sono dell’autore Lucaa del Negro.
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