Fabrizio Pezzani, economista e docente alla Bocconi, intervenuto al microfono di Sergio Luciano durante la trasmissione “Conti in tasca” su Giornale Radio FM, ha dichiarato:
“Patto di stabilità? Andrebbe rigettato in pieno. Per partecipare all’UE, e quindi al patto di stabilità, bisognava rispettare due indicatori: avere un debito sul PIL pari al 60%, in Italia al tempo lo avevamo al 120%, e un deficit sul PIL pari al 3%, noi lo avevamo al 6%. Siamo riusciti a entrare nell’Euro grazie ad alcune manovre finanziarie. Il patto di stabilità è un’espressione della burocrazia europea. Come puoi rientrare in quei parametri dopo tutti i fatti straordinari accaduti in questi anni, come le guerre in Afghanistan e Iraq, il fallimento di Lehman Brothers, l’attacco della finanza all’Europa, il Covid? Quel patto è inaccettabile”.
“L’Europa? Oggi è una sorta di guerra di tutti contro tutti – ha aggiunto Pezzani –. Siamo di fronte a una decadenza dell’occidente legata alla mancanza di una leadership globale. I vari Paesi mandano a Bruxelles gli scarti, che si trovano a rappresentare senza la forza necessaria le istanze dello stato che li ha mandati. In mancanza di una leadership in grado di governare il sistema europeo, si è lasciato spazio alla burocrazia, che è il male se viene lasciata sola. Un po’ quello che accade oggi in Italia: la progressiva decadenza della qualità dei politici lascia spazio al governo della burocrazia. Ripensare l’Europa è essenziale”.
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