Di Elisa Stefanati
Si chiama “Grembo, racconti di pancia” il podcast ideato da Anna Acquistapace per dare spazio a una narrazione diversa della maternità, senza gli stereotipi e i pregiudizi che ruotano attorno ai ruoli dei genitori. Mustela ha deciso di supportare la creazione di 5 episodi sul tema della parità di genere in famiglia per una narrazione libera di genitorialità.
In Italia, la visione della maternità è ancora molto stereotipata e porta con sé un’aspettativa sociale distorta nei confronti delle donne, che devono mostrarsi perfette e multitasking, in grado di conciliare saggiamente genitorialità, relazioni, lavoro e gestione della casa. I padri sono in genere esclusi da questo racconto e quando – raramente – vengono coinvolti sono etichettati con definizioni che non aiutano l’affermarsi e la sensibilizzazione alla parità di genere.
Una tendenza che non accenna ad affievolirsi: il Global gender gap report pubblicato quest’anno rivela che le donne italiane passano più del 20% del loro tempo in occupazioni domestiche non retribuite (contro l’8,4% degli uomini) e il report Inapp sulle politiche di genere afferma che quasi il 50% dei nuovi contratti lavorativi a donne è part-time (quasi il doppio della controparte maschile). Anche le istituzioni non sono di aiuto; giudicando la esigua durata del congedo per paternità il documento Inapp afferma che “non si può non rilevare la persistenza di un modello stereotipico di genitorialità, nel quale i padri rivestono un ruolo evidentemente secondario”.
È importante – se non necessario – iniziare a cambiare questa narrazione ma purtroppo in Italia scarseggiano ancora voci autorevoli su questo tema.
Per questo è nato “Grembo, racconti di pancia”, un podcast ideato da Anna Acquistapace, New Business Director in LUZ per la volontà di far emergere quegli aspetti della maternità che spesso non vengono a galla. Far sentire le donne meno sole, non giudicate e allo stesso tempo creare condivisione e consapevolezza attraverso storie autentiche
Mustela, da sempre attenta all’infanzia e alle esigenze dei genitori, ha deciso sposare questa iniziativa per promuovere una narrazione della genitorialità più attenta e non stereotipata, in linea con i suoi valori sociali.
Afferma Anna Acquistapace: “Insieme a Mustela abbiamo dato voce a storie di donne e di uomini con l’obiettivo di fare fronte comune sulla parità di genere in famiglia. Le persone intervistate hanno trattato il tema in modo diretto. Attraverso il racconto delle loro storie, nell’intimità delle conversazioni di Grembo, la parità di genere è emersa come valore condiviso all’interno di queste famiglie ma anche come obiettivo da ricercare ogni giorno nel quotidiano.
È importante che i brand intraprendano un racconto diverso, dove il contenuto è messo al primo posto. Non possiamo più ignorare che le nuove generazioni scelgono i brand per la loro coerenza con i valori che professano.”
Chiara Valsecchi, Marketing Manager di Mustela Italia, conferma: “In questo contesto così mutevole, i brand possono e devono farsi portatori loro stessi del cambiamento. E quando si parla di valori, non bisogna scendere a compromessi. Abbiamo delle responsabilità importanti verso le nostre famiglie e i nostri bambini.
Per Mustela l’empowerment della famiglia si traduce in azioni concrete, volte a sostenere nella loro quotidianità tutti i tipi di famiglie, da quelle tradizionali a quelle non convenzionali. Significa combattere contro le inuguaglianze, le discriminazioni di genere e il sostegno alle donne e mamme.
Il compito di Mustela in questo contesto è quello di mettere a disposizione della community una serie di strumenti, per accompagnarli in questo meraviglioso percorso che è la genitorialità. Per questo abbiamo deciso di sostenere questo progetto di podcast, con l’obiettivo di potenziare nei genitori la consapevolezza del proprio ruolo.”
Il programma del podcast
Creare connessioni attraverso storie interessanti e stimolanti per il pubblico: è questa la grande opportunità che offre il mondo del podcasting.
Stiamo vivendo nell’epoca della “content blindness”: la continua esposizione ai contenuti che scorrono sui nostri schermi, ha diminuito drasticamente la nostra capacità di assimilazione.
Per questo motivo, il mondo dell’audio vive una grande occasione perché si inserisce in una parte della nostra attenzione non ancora presidiata. Tuttavia, per farlo in modo efficace è importante che anche i contenuti audio promossi dai Brand siano rilevanti.
“Con “Grembo, racconti di pancia” vogliamo dare voce a diverse storie di normalità: da chi ha scelto di diventare mamma da sola a chi sta crescendo una famiglia numerosa lontano da stereotipi, fino a chi si è sentita bene nel suo ruolo di madre o chi ha scelto di vivere la genitorialità in altre forme. Vogliamo far emergere i temi che ci stanno a cuore, come lo sharenting, la maternità militante, la multiculturalità, la parità di genere, la violenza ostetrica, il worklife balance, il lutto prenatale e molto altro ancora” afferma Anna Acquistapace, autrice del podcast.
Dal 13 settembre verranno pubblicati cinque episodi insieme agli ospiti Anna (“ZenosRoom”), Matteo Bussola (scrittore e illustratore), Annalisa Monfreda (giornalista) e alle divulgatrici e divulgatori Francesca Ghelfi (“Leguminosa”), Diego Di Franco (“Il meraviglioso mondo dei papà”)
In Grembo, la condivisione di queste storie ha l’obiettivo di aiutare, ispirare, e avvicinare le persone, allontanandosi da consigli o buone pratiche. È un ascolto intimo permesso dall’uso della voce: il podcast permette la ricostruzione della fiducia.
Grembo è disponibile su Spotify, Apple Podcast e tutte le principali piattaforme di streaming.
In 20 giorni di live, il primo episodio ha realizzato 570 ascolti, senza alcun investimento paid. Ad oggi ha superato i 5.500 download e si è posizionato in classifica Spotify cat. Genitori e in 4° posizione nella classifica di Apple Podcast cat. Kids & Family
“Grembo, racconti di pancia” è disponibile gratuitamente su Spotify e sulle principali piattaforme audio.
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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