Intervista del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso
Massimo Rosa è un Head hunter, termine che tradotto significa cacciatore di teste. Per chi non ne fosse a conoscenza, un head hunter svolge un ruolo molto importante e complesso, e cioè: “migliorare le prospettive di carriera di manager e personale qualificato di medio ed alto livello favorendo l’incremento delle loro retribuzioni e migliorando la performance delle aziende che li ospitano” come ha chiarito lo stesso Massimo Rosa durante questa intervista che mi ha concesso e che ci fa scoprire particolari della sua professione ma anche la situazione generale in Italia per ciò che riguarda la ricerca e selezione del personale con qualche riflessione sulle aziende che assumono.
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Iniziamo con un chiarimento per I nostri lettori: tu sei un Head unter, un cacciatore di teste. Di cosa si occupa un professionista come te?
Affianco le imprese nella ricerca di talenti con qualifiche medio alte, eseguendo ricerche di personale riservate e dirette tramite il mio network, senza l’utilizzo di annunci o dei classici canali di reclutamento.
Diamo anche un’ispirazione a chi legge: come hai iniziato la tua carriera? Nel nostro paese c’è spazio per in questo settore?
Il mio amore per le Risorse Umane è sbocciato molti anni fa, nel 1990 e da allora non si è mai affievolito, anzi. Ho maturato le prime esperienze in azienda come HR Business Partner per poi fare il salto imprenditoriale, ideando il primo “Negozio del Lavoro” in Italia, trasformatosi negli anni nella più grande rete nazionale di agenzie di Ricerca e Selezione del Personale: PROFILI & CARRIERE.
Quando inizia ad avvicinarmi all’argomento delle risorse umane esistevano pochissime opportunità di approfondimento e formazione mentre oggi per un giovane che desidera intraprendere una carriera nel settore è possibile costruirsi una buona base teorica.
L’esperienza sul campo corona poi il passaggio dalle agenzie per il lavoro alle società di ricerca e selezione per approdare magari intorno ai 4o anni ad una più blasonata realtà di Executive Search.
Quello che non può mancare sono comunque doti e capacità trasversali come l’intelligenza emotiva e l’empatia, elementi base per condurre l’attività a livelli eccellenti.
Anche le figure degli operatori del settore si sono moltiplicare e se prima si parlava esclusivamente di addetti alla selezione, oggi oltre ai recruiter esistono ad esempio i Talent Acquisition Specialist, gli Employeer Manager, gli HR Business Partner e molte altre specializzazioni che offrono agli interessati molte possibilità di intraprendere carriere soddisfacenti in base alle proprie propensioni.
Hai scritto un libro di grande successo dal titolo “Il codice delle risorse umane – come reclutare, assumere e motivare i candidati ideali”. Le aziende non sono in grado di capire quali competenze e quali talenti siano necessari? Perché accade?
Con “Il Codice delle Risorse Umane” (qui il link alla pagina di Amazon attraverso la quale è possibile vedere e acquistare il volume: https://shorturl.at/yGJKN ) sono riuscito nell’intento di sdoganare concetti complessi e spesso disponibili solamente alle grandi realtà industriali, traducendoli in un linguaggio semplice e alla portata di tutti.
Quello che ne è risultato è un pratico Manuale tramite il quale qualunque azienda, piccola o media che sia, può trasformare i suoi processi interni rapidamente e senza costi, per diventare una vera e propria “calamita per Talenti”.
Esistono moltissime realtà dall’enorme potenziale che purtroppo non costruiscono le basi essenziali per una corretta gestione e motivazione del personale interno e questo le costringe a subire il mercato e ad avere enormi difficoltà nel reperire nuovo personale.
Ne “Il Codice delle Risorse Umane” ho descritto tutte le buone pratiche grazie alle quali, non solamente sarà possibile loro reclutare finalmente i talenti di cui hanno tanta necessità, ma anche motivarli e far si che da domani possano cominciare a fare nuovi utili e guadagnare proprio tramite il benessere dei loro collaboratori.
Sono molto felice del successo che il libro sta ottenendo, da oltre 8 mesi è ai primi posti fra le vendite dei titoli riservati alle risorse umane, ma sono ancora più sconcertato e naturalmente felice dalla rivoluzione che sta stimolando nelle micro e piccole imprese italiane. Non passa giorno che non riceviamo messaggi e segnalazioni di giovani imprenditori stimolati dai concetti del “buon lavoro” che da oltre 35 anni non mi stanco di promuovere, stanno rivoluzionando l’organizzazione delle loro imprese e le stanno adattando sempre più ad un modello che rispetti e promuova le Persone.
Fantastico! Passiamo dall’altra parte della barricata, quella dei lavoratori. Secondo la tua lunga e grande esperienza, c’è anche un po’ di incapacità da parte di chi si candida? Si tratta di timore di non ottenere il contratto di lavoro oppure le persone non sono brave a valutare se stesse e quindi a sostenere in maniera adeguata il processo di selezione?
Quando circa 20 anni fa scrissi un articolo dal titolo “Il momento peggiore per trovare lavoro è quando lo hai perso”, non furono in molti a comprenderne appieno il significato.
Oggi quel concetto è attuale più che mai, ovvero è necessario comprendere che non esistono posti di lavoro a tempo indeterminato ed è quindi necessario essere costantemente in modalità “ricerca”.
Malauguratamente, in particolare per i profili senior, non è mai esistito un percorso di sensibilizzazione su argomenti come la comunicazione, la scrittura o le relazioni sociali. Non a caso a patire la peggio sono proprio figure over 40 che in alcuni casi vengono persino definite paradossalmente “overqualified” e una volta uscite dal circuito “buono” del lavoro non ci rientrano più.
Imparare a diventare illicenziabili o meglio comprendere che la differenza tra cercare disperatamente un lavoro quando lo si è perso e invece avere un alto livello di occupabilità che ci consenta di cambiare lavoro in qualunque momento è diventata una necessità vitale per la sopravvivenza nostra e delle nostre famiglie.
Su LinkedIn tu sei un Top Voice e sei seguito da milioni di iscritti. I tuoi video sono particolarmente apprezzati in special modo da chi sa scorgere che dietro ai tuoi consigli c’è tanta esperienza. Quante carriere hai creato nel corso degli anni?
Sono numeri che conosco molto bene in quanto ricordo ogni nome e viso di tutti i candidati che ho collocato nei 35 anni di attività, so per certo di aver contribuito ad aver migliorato la carriera di oltre 1,000 persone direttamente e di almeno 10.000 tramite le iniziative che ho promosso.
Oltre a PROFILI & CARRIERE ho realizzato infatti attività pioniere del digital recruitment, curato e diretto il WESN network internazionale di Executive Search e realizzato i JOB ANGELS rete di volontari a supporto di coloro che ricercano lavoro, trasformata oggi nella COMPAGNIA DEL BUON LAVORO di cui sono GM.
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BIO
MASSIMO ROSA
Head hunter cuneese, da oltre 30 anni migliora le prospettive di carriera di manager e personale qualificato di medio ed alto livello favorendo l’incremento delle loro retribuzioni e migliorando la performance delle aziende che li ospitano.
Ideatore e past President di PROFILI & CARRIERE ® primo modello di “Job Shop” d’Italia aperto nel 1991 e più grande rete italiana di Ricerca di Personale Qualificato.
Past President di WESN network internazionale indipendente di operatori dell’Executive Search e General Manager della COMPAGNIA DEL BUON LAVORO Open Source Movement di volontariato per la promozione sociale gratuitamente a disposizione di coloro che desiderano trovare o cambiare lavoro sfruttando la comunicazione sui social network.
Ha partecipato al fianco di Flavio Briatore alla prima edizione di The Apprentice interpretando la parte di se stesso come selezionatore di personale.
Social influencer è LinkedIn Top Voice ufficiale di LinkedIn Italia, i suoi post vengono letti e commentati ogni settimana da oltre 2 milioni di persone.
Autore di “IL CODICE DELLE RISORSE UMANE” da oltre 6 mesi nelle classifiche bestseller di Amazon e già diventato un testo cult per le nuove leve di HR Manager e coloro che si occupano di personale.
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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