Roma: cronaca di una giornata sui mezzi pubblici in pieno agosto e con i lavori in corso sulla rete dei binari della Metro e del Tram

Roma: cronaca di una giornata sui mezzi pubblici in pieno agosto e con i lavori in corso sulla rete dei binari della Metro e del Tram

Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfus

“La civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali” è una delle frasi più conosciute del Mahatma Ghandi.

Nulla da eccepire su questa massima, anche se poteva avere un grande senso ai tempi di Ghandi – tra la fine dell’800 e il 1948 – anno in cui fu assassìinato – e nel paese in cui nacque e trascorse gran parte della sua esistenza, l’India.

Ai nostri giorni, spostandoci dalle nostre parti, cioè in Occidente, molti animali sono trattati con maggior cura e attenzione rispetto al trattamento e all’interesse riservato agli esseri umani. Non che certi esseri umani meritino cure maggiori di un cane, un gatto, un coniglio d’angora o una coppia di canarini, ma questa è un’opinione personale…

Quale democrazia?

Da tempo dico una cosa: “La democrazia di un paese civile si misura dal livello e dalla qualità dei servizi forniti ai cittadini”. Non intendo affatto paragonarmi al grande Ghandi, la frase sgorgò dalla mia mente un giorno in cui, trovandomi nella capitale, notai un tale numero di disservizi – pagati a peso d’oro dai contribuenti romani – da farmi ragionare sul regime di democrazia vigente.

Di quale democrazia parliamo se il cittadino, il generoso contribuente medio italiano, a fronte del molto denaro che versa nelle casse del comune di residenza non riceve i servizi oggetto di esose cartelle di pagamento?

Se pago il servizio di nettezza urbana, ho il diritto di ottenere che le strade siano pulite, che i cassonetti per la raccolta dei rifiuti siano svuotiati sistematicamente, che i sacchetti delle immondizie siano rimosse, in special modo in Estate?

Se pago un biglietto di viaggio che mi consente di spostarmi da un capo all’altro della città, ottengo il diritto di salire su carrozze della Metro e su autobus di linea puliti, manutesi con regolarità e che non siano sempre in ritardo rispetto a certe tabelle di marcia e di servizio?

Pagando le tasse tra le più alte d’Europa, maturo il diritto di vivere in una nazione che si possa definire civile?

La risposta dovrebbe essere sempre SI, eppure non è detto e molto dipende dalla città in cui ti trovi e in cui vivi. Prendiamo Roma, per esempio, capitale d’Italia ma anche capitale di aberrazioni e disservizi di ogni genere che ogni giorno aumentano di grado e livello. Come se il cittadino medio e il turista medio siano chiamati a un percorso a ostacoli, alla fine del quale, però, il premio non si sappia da cosa sia rappresentato.

Vi racconto una storia vera…seguitemi.

Lo strano caso dei lavori sulla Metro A e sulle rotaie di certe linee dei tram

Ieri, 18 Agosto 2023, mi trovavo a Roma. Avevo deciso di concedermi una giornata di libertà dal lavoro in attesa delle agognate ferie che per me giungono sempre nel mese di Settembre.

Scelgo di recarmi in zona Coppedè in visita a parenti stretti e decido di affrontare il viaggetto sfruttando il servizio di trasporto pubblico.

Ciò che ho vissuto ieri è ciò che, quotidianamente, molti romani vivono, anche se il livello di difficoltà, a quanto pare, cresce con l’aumentare delle promesse – ora da parte del sindaco Gualtieri, in precedenza dalla sfilza di ex sindaci – di rimettere in sesto una città che forse nessuno ha davvero la volontà di curare.

Parto in tarda mattinata da una stazione Metro in zona centrale, convinta di poter scendere a Barberini e, con un solo autobus – la linea 63 – raggiungere la zona Coppedè…

Il viaggio della speranza (e dell’esasperazione)

Sarò sincera: ieri mi sono concessa un giorno di pausa dal lavoro, quindi tutto ciò che sto per riportare l’ho vissuto serenamente. Si consideri, però, che i disservizi sulla rete del trasporto urbano capitolino, in special modo nel mese di Agosto e con un gran numero di turisti circolanti con i mezzi, non solo non fa onore a quella che è la capitale e che, di conseguenza, ci rappresenta nel mondo: fa rabbrividire i residenti lavoratori o comunque nella condizione di necessità di raggiungere diversi luoghi dellla città.

Orsù, partiamo…

Pensavo, come dicevo, di poter scendere alla stazione Metro Barberini, ma ecco che, arrivati alla stazione Ottaviano, sale a bordo un operatore della sicurezza e ci chiede di scendere. Tutti.

No, nessun attentato terroristico e nemmeno un guasto tecnico: la line si interrompe a Ottaviano, che diventa “capolinea” almeno fino al 24 agosto.

Una signora spagnola con una bambina su una carrozzina da disabile si avventa, verbalmente, contro l’uomo della sicurezza per chiedere a chi può chiedere aiuto per salire le scale, NON mobili, con la bimba sulla carrozzina. Prima che esploda la terza guerra mondiale, porgo qualche domanda all’uomo della sicurezza, non prima di avergli lasciato il tempo di fornire alla signora le informazioni necessarie a risolvere il suo problema.

Quando chiedo al lavoratore della sicurezza “Dove sono i cartelli che indicano, in maniera chiara, il blocco della linea a Ottaviano”? La replica, stanca ma gentile, è il dito puntato sui cartelli – in lingua italiana e inglese – attaccati ai muri dei piani sottostanti, dove si accede alle carrozze della Metro.

Ora io dico: posso NON aver notato i cartelli e quindi trovarmi nella condizione di NON sapere del blocco a Ottaviano? Posso, se sono straniera, NON sapere e non capire che ci sono “lavori in corso sulle rotaie fino al 24 agosto”? Certo che posso, ci mancherebbe, in special modo se i cartelli sono attaccati in maniera quasi nascosta e in special modo se nessuno va in giro coi megafoni a comunicare alla popolazione, ma ancor più ai tanti turisti stranieri, qualcosa del tipo: “ATTENZIONE: siccome da qualche anno, a Roma, si promette di realizzare i benedetti lavori di manutenzione sulle rotaie, sappiate che fino al 24 agosto”…

Macchè: ti pare che il comune di Roma, l’Atac e non so più chi altri, abbiano tempo da perdere con queste menate?…Per far crollare ciò che resta dell’immagine e dei servizi della capitale servono tempo ed energia, non scherziamo!

Da tram a bus a tram: poveri noi e poveri turisti

A Ottaviano mi aspettavo di poter montare sul tram, il 19. Non sono un’abitué dei mezzi pubblici, quindi mi metto nelle vesti della turista media, che arriva nella capitale senza conoscere la rete di trasporto pubblico e che si ritrova in una giornata-tipo, di quelle in cui, in pieno Agosto, l’amministrazione capitolina decide di mettersi al lavoro per il ripristino dei binari della Metro e pure di quelli emersi, delle linee dei tram.

Ok, ce la posso fare. Chiedo informazioni a un gruppo di impiegati Atac e mi indicano il marciapiede dove passerà la navetta, il sostituto del tram che normalmente passa di li.

Sono fortunata perché l’autobus arriva un paio di minuti dopo. Poiché, ripeto, sono davvero all’oscuro della tratta urbana, chiedo al conducente – al momento opportuni, cioè al primo semaforo rosso – cosa sarà di me (ma anche del resto dei viaggiatori).

Insomma: per andare dove devo andare, che strada devo fare? Totò si sta rotolando dalle risate, lo sento e ne sono lieta. L’autista replica che ci sarà un altro “capolinea” dovuto ai lavori in corso sulle rotaie su strada, che nessuno di noi vede – autista compreso – ma che ci obbligano a scendere nuovamente dalla navetta per salire sul tram, che porta il medesimo numero della navetta.

Se state perdendo il filo del discorso, tranquilli: è normale. Provate a pensare come si possa seguire il filo di un discorso che non ha capo nè cosa e che nemmeno gli autisti dei mezzi pubblici stanno capendo. Ribadisco: di lavori in corso sulla linea in questione, almeno fin’ora, manco l’ombra e stando alle comunicazioni pubbliche che si trovano sui cartelli o sul sito di Roma Capitale, ci avviciniamo al giorno di fine di qusto pandemonio, cioè il 24 agosto.

Ecco qua la pagina del sito del Comune di Roma:

https://www.comune.roma.it/web/it/notizia.page?contentId=NWS1080165

e una delle locandine di cui ho scattato questa immagine (locandine attaccate sul muro della stazione metro, quindi dove si accede alle carrozze)

Sui sito del comune di Roma è riportato quanto segue:

La metro A si rinnova: limitazioni dall’11 al 24 agosto. Obiettivo: concludere i lavori di rinnovo integrale dei binari entro Natale
 

Per anticipare la conclusione dei lavori fra Anagnina e Ottaviano, dall’11 al 24 agosto il servizio della metro A sarà riprogrammato con alcune chiusure parziali.

In particolare:
– dall’11 al 13 agosto la metro A verrà sospesa fra Anagnina e Subaugusta.
– dal 14 al 24 agosto la sospensione interesserà la tratta centrale Arco di Travertino-Ottaviano.

 

I lavori sulla tratta Anagnina-Ottaviano sono iniziati nel luglio dell’anno scorso, con una previsione di durata di 18 mesi, e si sono articolati con chiusure serali della metro A alle 21, da domenica a giovedì, mentre nei giorni di venerdì e sabato è stata conservata la normale chiusura all’1.30. Sono lavori indispensabili e non rinviabili che porteranno ad avere binari nuovi sull’intera linea, migliorando qualità e regolarità del servizio.

Il processo di rinnovamento della metro A si completerà poi nel 2024 con la sostituzione dei binari nel tratto finale fra Ottaviano e Battistini, che verrà realizzato grazie a fondi giubilari e si concluderà in tempo per l’anno santo.

I lavori di agosto, dall’11 al 24, vanno svolti su un cantiere fisso perché si sta intervenendo su una porzione di binari in una posizione molto critica, in aree limitate e spazi incompatibili con la riapertura della metro ogni mattina

***

Per chi non sapesse cosa siano i “fondi giubilari”, si tratta di finanziamenti destinati a opere di riqualificazione in vista del Giubileo che si terrà a Roma nel 2025.

I lavori di riqualificazione della Metro, per far un esempio, hanno ottenuto – almeno fino a ora – fondi per un importo pari a 151,7 milioni di euro. Qui una delle notizie che parlano dei fondi giubilari: https://www.ilsole24ore.com/art/giubileo-2025-via-87-opere-18-miliardi-cosi-cambiera-roma-AEUmn8VC

Conclusioni

Sia chiaro, non ho scritto questo editoriale per lamentarmi. Ieri, lo ribadisco, ho preso una giornata di pausa dal lavoro e ho quindi vissuto al pari di un’avventura questa situazione, sfruttandola per parlare con chi lavora sugli autobus, i tram, la metro. Ritengo però che tutti noi, turisti o meno, si abbia il pieno diritto a:

  • una degna campagna di informazione sullo stato delle cose in casi simili (non basta apporre cartelli qua e là)
  • un sistema di trasporto pubblico che sia finalmente degno dell’importo delle tasse che paghiamo
  • essere rispettati in quanto sostenitori economici degli sprechi e della malagestione delle risorse pubbliche

A furia di adattarsi agli estremismi della malagestione, stiamo arrivando al punto da accettare troppe assurdità ma non è cosi che si contribuisce a migliorare il sistema paese e farsi rispettare. Altro che livello di civiltà e sistema democratico…

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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