Di Sergio Ragaini
Crisi della Spiritualità? No, crisi di un modello dogmatico e spesso repressivo di quello che davvero siamo. Trasformazione possibile? Solo il futuro potrà dirlo! Qualche segno, però, c’è
Si parla spesso, in particolare in ambito cattolico, della Crisi della Spiritualità, in particolare nelle nuove generazioni. In realtà, anche tra le nuove generazioni, c’è una grandissima “sete” di Spiritualità”. Soltanto, non viene accettata una Spiritualità “preconfezionata”, di fatto da accettare “a scatola chiusa”.
In questo articolo cercherò di comprendere, anche alla luce di esempi, il fallimento di un modello “dogmatico” come quello della Chiesa Cattolica, che arriva, in nome di ideali spirituali, che nascondono, come vedremo, ben altro, a reprimere impulsi ed emozioni vitali per il nostro benessere psicofisico, sostituendo il tutto con dolore e negazione. Esistono, è vero, anche “slanci positivi” all’interno della Chiesa Cattolica: tuttavia, purtroppo, questi sono spesso utilizzati dal Magistero in maniera strumentale.
Spero che da questo articolo possa emergere, anche se indirettamente, come la Spiritualità rappresenti ciò che davvero siamo, mentre la Religione è, troppo spesso, un modello funzionale solo ad una forma di Potere costituito, ben lungi dallo svolgere un ruolo “liberatorio” o “salvifico”. Crisi della Spiritualità: siamo sicuri? Non sarà la crisi del “Mistero insondabile”, quando qualcuno, invece, “vuole” capire?
La crisi della Spiritualità: se ne sente parlare spesso. Soprattutto in ambito Cattolico questa è una “canzone” molto diffusa. E, dal loro punto di vista, posso capirli di sicuro.
Basta andare ad una Messa, a meno che non siano quelle fatte apposta per giovanissimi: la maggior parte delle persone che frequenta le Chiese oggi ha i capelli bianchi: comunque, la gente sotto i 50 anni è poca, e quella sotto i 40 o addirittura i 30 è ancora meno.
Se poi estendiamo il discorso a livello vocazionale, vediamo che il tutto non solo è confermato, ma direi ben intensificato. Osserviamo, ad esempio, un poster con le immagini dei neo sacerdoti di, ad esempio 40 anni fa, e confrontiamolo con uno odierno: direi che la differenza è davvero molto evidente. Allora il poster era così pieno che occorreva rimpiccolire le singole foto dei neo sacerdoti, mentre oggi le foto sono talmente poche che occorre ingrandirle per non vedere il poster vuoto.
Un altro fatto che fa capire questo trend è il fatto che diverse Parrocchie letteralmente “chiudano” e altre vengano “accorpate”. Se poi ci spostiamo fuori dall’Italia la cosa è ancora più evidente: ricordo, ancora alcuni anni fa, un Sacerdote in Foresta Bavarese, al confine con la Repubblica Ceca: aveva addirittura sei parrocchie!
Se, quindi, guardiamo le cose dal punto di vista di un Cattolico, per il quale non vi sono particolari altre alternative a quella, e per il quale, spesso, “Non cristiano” significa “non spirituale”, la risposta è quella che, appunto, deducono loro: la Spiritualità è in crisi.
Basta, però, come spesso accade, e come anche il Film “L’Attimo Fuggente” mostrava molto bene, cambiare l’angolatura con la quale vediamo le cose, per scoprire che la situazione è ben lungi dall’essere questa. Anche nelle nuove generazioni, mai come ora, le domande spirituali sono in aumento, e molte persone se le pongono. E, da queste, cercano risposte.
Quindi, le domande ci sono, e le si può percepire con facilità, allargando il campo spirituale. Le domande tipiche dell’Uomo, quali: “Chi siamo”, “Da dove veniamo”, “Dove andiamo” sono molto diffuse, anche tra i giovanissimi, e ancor di più in quella “fascia intermedia” di persone.
Quelle che, nel Cattolicesimo, mancano, sono le risposte, almeno in molti casi.
Infatti, nel Cattolicesimo, ma credo in molte Confessioni Cristiane, le risposte tendono a non esserci: vengono, troppo spesso, “affogate” nella parola”Mistero Imperscrutabile”. Nel Mondo Cattolico, la parola “Mistero” è una delle più diffuse in assoluto. In ogni momento appare l’”imperscrutabile”, il “disegno di Dio che noi non possiamo comprendere” e così via.
Anche laddove la comprensione è invece lì, come nel caso della Trinità, di cui avevo parlato in un mio articolo dello scorso anno.
È ovvio che questo va in contrasto con uno spirito d’indagine, di “ricerca spirituale”, e di conseguenza impedisce di avvicinarsi a questa Spiritualità, almeno da parte di chi cerca di indagare e capire.
Norme inaccettabili…
Oltre che per le mancate risposte, però, il Mondo Cristiano, e qui mi riferisco in particolare a quello Cattolico, ha in sé una sequenza di norme e disposizioni che sono, direi, sicuramente inaccettabili.
Quello che ora cercherò di fare e seguire da vicino il “filo” di queste norme dogmatiche, attraverso esempi. Spero che, alla fine della mia descrizione, sia chiaro perché una logica che tende a “bloccare”, piuttosto che a “trasformare”, non sia auspicabile, e provochi un’ovvia “emorragia” dalle Chiese.
Negazione dei Sacramenti: di fatto “esclusione” dalla Comunità:
Provate quindi ad immaginare una situazione di questo tipo: una persona inizia una relazione con un uomo o una donna separati. Una relazione che dà gioia ad entrambi.
Supponiamo che queste persone siano entrambe cattoliche praticanti: scopriranno ben presto che verranno negati loro i Sacramenti, in particolare quello dell’Eucaristia. E che, addirittura, non verrà, forse, loro data l’assoluzione durante la Confessione. Insomma: qualcuno gli dirà che sono in “peccato mortale”.
Infatti, cosa che alcuni ignorano, non è solo la persona separata a cui vengono negati i sacramenti, in caso inizi una relazione, ma anche la persona che con questa ha la relazione.
Il Sacramento della Comunione è la “vera” Comunione con il Corpo Mistico di Cristo, e di conseguenza è il sentirsi parte della Comunità. Il negarla significa negare che la persona faccia parte della Comunità dei Fedeli, che non appartiene più a quel “Corpo Mistico” di Cristo che la fa sentire “una” con gli altri.
Ancora, rimanendo a livello di rapporto di coppia, nel Mondo Cattolico qualsiasi convivenza al di fuori del matrimonio è vista negativamente, e a qualcuno, proprio per questo motivo, sono stati anche negati i Sacramenti, e addirittura l’assoluzione durante la Confessione.
Questa è la situazione nella Chiesa Cattolica, anche oggi. A questo punto, come si può proporre una simile cosa ad una persona delle nuove generazioni? Come gli si può proporre un dogma che va ad ostacolare, nel vero senso della parola, il desiderio di due persone di costruire qualcosa assieme, provando magari a convivere prima di affrontare il passo del matrimonio?
Ovviamente, il Mondo Cattolico fornisce delle spiegazioni precise di queste situazioni.
In particolare della prima, affermando che un rapporto di unione debba essere concepito solo in un rapporto di tipo definitivo, di tipo “benedetto”. Vedremo tra poco che la vera motivazione di questo è di tipo politico.
Anche per quanto riguarda la negazione dei Sacramenti la Chiesa Cattolica ha tutte le risposte, e anche queste, dal proprio punto di vista, logiche: secondo la Chiesa Cattolica, infatti, il Matrimonio è un’unione indissolubile. Di conseguenza, una persona separata è comunque, per la Chiesa, sposata. Quindi, se una persona ha una relazione con una donna separata, per la Chiesa Cattolica è come averla con una donna sposata. A tutti gli effetti, allora, la persona sta commettendo adulterio.
Dal loro punto di vista il ragionamento, come si suol dire, “non fa una grinza”: loro applicano pedissequamente i loro dogmi e le loro norme.
Il problema è che una situazione simile non può essere accettata da una persona, che, inevitabilmente, si sentirà esclusa: ricordiamo, infatti, che per Eric Fromm la cosa peggiore per una persona, la sua paura più profonda, è proprio rimanere sola. L’Uomo, infatti, è “animale sociale”: di conseguenza, non accetta, come altre specie animali, al solitudine. L’aspetto comunitario è per lui fondamentale.
A questo punto, cosa darà una persona esclusa? Magari accetterà tutto questo, vivendo, come gli verrà detto, questo con rassegnazione. Forse, 100 anni fa, o anche solo 50, questa sarebbe stata la loro posizione. Tuttavia, oggi, sarà ancora così? Probabilmente no, e queste persone cercheranno altri ambiti dove saranno accettati “a testa alta” per quello che sono. Di queste “altre possibilità” parleremo nei prossimi articoli. Restando sul tema in questione, comunque, verosimilmente queste persone smetteranno di frequentare un ambito nel quale non sono ben accette.
Va anche detto, tra l’altro che nelle Chiese Riformate, quindi quelle nate dalla Riforma Protestante, il Matrimonio non è solitamente indissolubile: nella Chiesa Metodista, ad esempio, il matrimonio è solo una benedizione. Quindi, verosimilmente, già in una Chiesa Riformata questi problemi non si presenteranno.
Per quanto riguarda la seconda questione, vale a dire la convivenza al di fuori del Matrimonio, la Chiesa Cattolica fa rientrare il discorso in un qualcosa di più vasto: vale a dire, la negazione di rapporti sessuali fuori dal matrimonio. La motivazione che ne viene data, almeno ufficialmente, è il fatto che un rapporto di questo tipo, che implica l’unione tra due persone, e che, passando in altri Mondi Spirituali e citando il maestro indiano Osho, porta nel “non sé” e nel “non tempo”, è possibile solo in un’unione definitiva, e prima benedetta dal Matrimonio.
A quel punto la sessualità viene accettata di buon grado. Anzi, viene pretesa! Una delle motivazione che permettono di ottenere dalla Sacra Rota la nullità del Matrimonio è infatti il cosiddetto “Matrimonio non consumato”, che altro non significa che un matrimonio dove non vengano compiuti atti sessuali.
Motivazioni politico-economiche… “velate” da motivazioni spirituali. Sulle quali, però, sono state costruite vere e proprie “aberrazioni”
Spesso, però, le reali motivazioni per cui sono state emanate determinate disposizioni ecclesiali sono ben differenti da quelle dichiarate. Ricordiamo, infatti, che con il Concilio di Nicea del 325 d.C., la Religione Cristiana era diventata la Religione dell’Impero Romano. Di conseguenza, da quel momento in avanti, la Chiesa Cattolica ha avuto solo una valenza politica, visto che, come alcuni forse non sanno, i Concili erano proclamati e presieduti dagli Imperatori, e non dai Papi. Di conseguenza, tutte le loro delibere erano solo di tipo politico, velato di spiritualità.
Anche in questo caso, quindi, ritroviamo motivazioni politiche, anche se del tutto inattese.
Nell’Impero Romano, infatti, vigeva una legge secondo la quale, se un uomo o una donna avevano figli al di fuori di un Matrimonio, questi potevano reclamare una parte dell’eredità. In un’epoca in cui i mezzi di contraccezione non erano di sicuro così diffusi, e nemmeno così affidabili, questo voleva dire che, virtualmente, con ogni rapporto sessuale si sarebbero messi al mondo dei figli. I quali avrebbero reclamato di diventare parte dell’eredità.
Vi era quindi un solo modo per far sì che il capitale delle Famiglie Patrizie dell’Impero potesse rimanere all’interno della famiglia stessa: circoscrivere i rapporti sessuali solo all’interno del Matrimonio. Così facendo, l’eredità sarebbe rimasta “in famiglia”.
Ovviamente, su tutto questo è stata costruita una “favola” di tipo morale: una favola sicuramente credibile.
Su questa favola, però, sono state costruite situazioni davvero aberranti. Consiglio, qui, la visione del film “Magdalene”, di del regista scozzese Peter Mullan. Il film è ispirato ad una storia vera, svoltasi alla fine degli anni 60 del 1900 (il tutto inizia nel 1964). Nella “Cattolicissima” Irlanda, le ragazze che avevano figli fuori dal Matrimonio, e spesso anche solo quelle che avevano rapporti sessuali fuori dal Matrimonio, oltre a vedersi portare via eventuali figli nati da quella relazione, venivano rinchiuse in strutture dette appunto “Case Magdalene”, gestite da suore di vari Ordini. Qui venivano sottoposte ad ogni forma di violenza, morale ma anche fisica, in nome di un’ipotetica “espiazione dei loro peccati”. Il film mostra molto bene i livelli di reale “tortura”, fisica e mentale, a cui le ragazze venivano sottoposte.
Il problema della ricerca del dolore nel Mondo Cattolico, e spesso in quello Cristiano attuale, è stato affrontato nel mio precedente articolo.
Ricordiamo che l’ultima di queste “Case Magdalene”, come ricorda il film, è stata chiusa nel 1996, quindi solo 27 anni fa. E questo fa riflettere davvero!
Posso anche ricordare cosa accadeva quando è stata, per la prima volta, proposto di porre distributrici di preservativi nel luoghi frequentati da giovani (cosa ora diffusa). La posizione del vaticano in merito era stata molto dura. Infatti, il Vaticano aveva affermato che, così facendo, si favoriva la depravazione giovanile. In realtà si impediva ai ragazzi di contrarre malattie provenienti da rapporti sessuali non protetti. E questo dimostra che, comunque, il Vaticano è molto lontano dal volere il bene delle persone, e, credo, anche la loro vera “espansione” spirituale. I suoi interessi sono esclusivamente di natura Politico-Economica, visto che la Chiesa Cattolica, secondo alcuni, è la più ricca struttura del Pianeta.
Il Celibato ai Preti: anche qui, in realtà, solo motivazioni economiche
Un altro esempio è quello del Celibato ai Sacerdoti. La motivazione “ufficiale” è che, se si ha una famiglia, non si può pensare solo a Dio e alla Comunità.
Il Celibato ai Preti fu istituito, come prassi, nel 305 d.C. (quindi prima del Concilio di Nicea), con il Concilio di Elvira, città dell’Andalusia, nei pressi dell’attuale Granada. Divenne però norma ufficiale della Chiesa Cattolica soltanto nel 1215 d.C. con il Quarto Concilio Lateranense. Questo Concilio, tra gli altri obiettivi, aveva anche quello di “sconfessare” i Catari, che, ricordiamo, sarebbero stati poi barbaramente trucidati. Ne ho parlato nel mio articolo: “Elogio dell’eresia”.
Il vero motivo, però, appare qui evidente: se un Sacerdote avesse famiglia, oltre a doverlo pagare di più (deve mantenere anche una famiglia, oltre a sé stesso!), alla sua morte, una parte dell’eredità andrebbe alla famiglia stessa. Se il Sacerdote, invece, è celibe, tutto torna alla Chiesa.
Insomma: anche in questo caso, dietro a delle presunte motivazioni spirituali, ci sono ben altre motivazioni, che sono, come appare abbastanza evidentemente, di tipo economico e di potere.
Ricordiamo, anche qui, che in altre Confessioni Cristiane il celibato ai Preti non esiste: nelle Chiese Ortodosse, ad esempio, il Pope , di fatto l’equivalente del prete nel Mondo Ortodosso, prende tranquillamente moglie, la quale ha ruoli spesso importanti nella Comunità, così come, nelle Chiese Riformate, i Pastori, che possono essere anche donne, hanno la loro famiglia.
Anche nel caso dei rapporti sessuali fori dal Matrimonio, possiamo anche immaginare che le antiche Famiglie Patrizie, tra le quali, spesso, “emergevano” Cardinali e Pontefici, donassero, direttamente o indirettamente, diverse ricchezze alla Chiesa. Di conseguenza, la Chiesa stessa non avrebbe voluto una “dispersione” dell’eredità, magari con persone appartenenti alla Plebe.
Ancora una volta, quindi, a dominare è l’aspetto politico-economico, e la spiritualità è solo una sorta di “Velo di Maya” che fa credere che, dietro queste restrizioni, vi sia un valore spirituale.
Lotta al Divorzio: in realtà lotta contro la possibile perdita di grossi “introiti” per la Chiesa Cattolica
Non vi è nessuna matrice spirituale, ma solo economica, anche nella negazione del Divorzio.
Chi, di voi, come me, non è più giovanissimo, ricorderà il Referendum sul Divorzio, tenutosi il 12 e 13 maggio 1974. Il referendum era stato proposto dalla Democrazia Cristiana, il cui segretario era allora Amintore Fanfani, e aveva lo scopo di abrogare la Legge 898 del 18 dicembre 1970, che istituiva il Divorzio. In giro per le città, in quel periodo, si vedevano diversi poster della Democrazia Cristiana, e di diverse Associazioni Cattoliche, che recitavano: “No al Divorzio, sì alla famiglia unita”.
Impedire ad due persone di potersi separare è sicuramente una forte aberrazione, per non dire di peggio. Infatti, quando due persone non si sentono più di stare assieme, obbligarle a continuare una vita coniugale è assolutamente assurdo, ed è una violenza nei loro confronti.
Inoltre, non si valutava una cosa: tutto è impermanente. L’Impermanenza è il primo tra i cosiddetti “Tre sigilli del Dharma” della Filosofia Buddhista. Gli altri due sono Non sé e Nirvana, come anche evidenziato in un mio recente articolo.
Quindi, anche l’Amore non può essere infinito nel tempo. Può essere, è vero, qualcosa di grande, di infinito, ma non è necessariamente di durata illimitata. In fondo, illimitato e infinito non sono sinonimi, e la Matematica, che come sempre porta fuori dall’illusione, ce lo dice chiaramente!
La frase “L’Amore è eterno finché dura” è in tal senso molto esplicita: infatti, si può leggere come “L’Amore è infinito finche dura”. È infinito, nel senso che si può donare infinito amore, ma non è illimitato nel tempo, così come un segmento è infinito, perché contiene tanti punti quanti ne contiene una retta, ma è limitato, come ben si può comprendere.
Quindi, l’amore è infinito in “profondità”, ma non in estensione temporale.
Dichiarare che è illimitato nel tempo, e che deve essere, che una coppia debba restare unita anche contro la loro volontà, è quindi, almeno secondo me, un nonsenso, se non, come detto, un’aberrazione, e comunque una grande forzatura nei confronti di due persone, obbligate a fare quello che non si sentono di fare.
In ogni caso, una struttura, soprattutto in regime di pluralismo religioso e spirituale, del quale parleremo in un prossimo articolo, ha il diritto, al suo interno, di imporre le norme che vuole, purché non vadano in contrasto con una legislazione, o con dei principi di Diritto Internazionale.
Non ha, però, alcun diritto di imporre le stesse norme a tutti. Nel senso che l’indissolubilità del Matrimonio deve valere, se “imposta” in una struttura, quale quella Cattolica, solo al suo interno, e non può diventare una Legge di Stato. Il farla diventare tale vuol dire essere in una “Teocrazia”, vale a dire una struttura dove le Norme Religiose e quelle Politiche coincidono. E sappiamo bene che le Teocrazie sono le forme peggiori di dittatura, perché i loro fondamenti sono basati su dogmi stabiliti e rivelati da una figura, Dio, che nessuno può toccare con mano, e al quale non ci si può in alcun modo rivolgere e appellare.
Questo vale per tutto, compreso il tema dell’Eutanasia, sul quale avevo già scritto tempo fa per questo giornale: il fatto che Dio dia la vita e solo Dio la possa togliere è una norma religiosa, che non può e non deve diventare norma giuridica, altrimenti si ricade in una Teocrazia.
Il tentativo del 1974, da parte della Democrazia Cristiana, di chiedere, tramite referendum, l’abrogazione della Legge sul Divorzio, mostra chiaramente come, comunque, un Gruppo Cattolico punti alla Teocrazia, e, come vedremo più avanti, non accetti un discorso di pluralismo religioso: insomma: il suo tentativo è quello di “imporre” a livello politico le sue norme religiose, accettabili solo al suo interno.
Oggi, alcuni Gruppi che si ritengono “alternativi”, stanno puntando ad una ricostituzione della Democrazia Cristiana. Personalmente, la cosa mi fa venire i brividi.
Anche in questo caso, come nel caso della sessualità, la motivazione è però di tipo economico. Infatti, prima dell’entrata in vigore della Legge sul Divorzio, vale a dire prima del 18 dicembre 1970 (quindi non secoli fa, ma poco più di mezzo secolo fa!), l’unico modo per separarsi era richiedere la nullità del Matrimonio, attraverso la citata Sacra Rota o, nei primi gradi di giudizio, attraverso i Tribunali Ecclesiastici Locali. Il procedimento era, oltre che lungo e laborioso, anche molto costoso. Per dare un dato, una persona, parente di un mio amico, ha speso, per l’intero procedimento, nel 1958, circa 7 milioni delle vecchie lire. Facendo una proporzione, con il costo della vita nel 1958, questa cifra corrisponde ad alcune centinaia di migliaia di euro di oggi. Va da sé che solo persone ricche potessero permetterselo. Il “divorzio per tutti” impediva, quindi, diverse entrate alla Chiesa Cattolica, che anche in questo caso si era confermata un Organismo di Potere Economico, che poco ha a che vedere con la Spiritualità.
Repressione dell’energia vitale della sessualità:
Mi sono soffermato soprattutto su norme di tipo “Etico sessuale” anche perché, come alcuni di voi sanno, la sessualità è legata al Secondo Chakra, che è uno dei centri di energia principali dell’organismo. Un blocco questo livello provoca un blocco su molte altre cose e situazioni.
Ritornando al tema principale, non so se le nuove generazioni di oggi siano in grado di percepire tutto questo: forse, percepiscono soltanto una sequenza di restrizioni assolutamente incomprensibili. Restrizioni a cui si attribuisce l’aura fumosa di dogmi e misteri. Quando lo scopo delle nuove generazioni (ma in generale dell’Uomo), è quello di cercare di comprendere di più. E poi, ho appena mostrato che le motivazioni di queste restrizioni sono ben lungi dall’essere Spirituali!
“Dio è morto”? Forse “quel Dio” è morto davvero!
Per questo fatto, sempre più, possiamo prendere per buone le parole di Francesco Guccini, il quale affermava, in una sua nota canzone, che “Dio è morto”.
In questa canzone, Guccini, ad un certo punto, canta: “Le fedi fatte di abitudine e paura, una Politica che è solo far carriera”. Gli elementi portati poco fa si addicono perfettamente a queste parole. La “Fede fatta di Paura” è quella che, ancora, parla di “Inferno eterno”, quando tutto, lo si sa bene, è impermanente. Una fede, tra l’altro, che parla di “Paradiso e Inferno” ma nello stesso tempo augura ai morti “l’Eterno Riposo”. Una fede che parla di “Resurrezione dei Corpi” invece che di “Trasformazione dei Corpi”, quale è stata la resurrezione di Cristo: troppe contraddizioni.
Nello stesso tempo, si può sostituire a “una politica che è solo far carriera”, la frase “una Politica che è solo mantenimento del proprio Potere, anche economico”, per ottenere quanto detto prima, a proposito degli esempi portati.
Insomma: una fede che non si può accettare.
Infatti, Guccini, nella stessa canzone, dice, nella frase precedente a quella citata: “Perché è venuto ormai il momenti di negare tutto ciò che è falsità”. Ecco: questa falsità emerge troppo chiaramente.
Lo stesso Guccini, nella sua canzone, continua, dopo la frase precedente, con: “Il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto, l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto”.
Direi che Guccini, con questa canzone, esprime molto bene quella che è, purtroppo, la Chiesa Cattolica: una Chiesa che, appunto, proclama dogmi e misteri, quindi “ha sempre ragione”, non permettendo nemmeno un’indagine o un minimo di dubbio. E, il perbenismo, è quello di coloro i quali, per interesse, appoggiano e sostengono le “ragioni di chi si sa che non ha ragione”.
L’eccesso di moralismo che ha portato ad aberrazione come le citate “Case Magdalene” rientra proprio nel “perbenismo interessato”, e nella “dignità fatta di vuoto”. Guccini aveva scritto questa canzone nel 1967, quindi in anni in cui non esisteva ancora il Divorzio, ed era stato decisamente “anticipatore sui tempi”, in anni in cui la gente affollava le Chiese, prevedendo un futuro in cui queste sono, invece, sempre più vuote.
Tra le falsità, quindi, ci sono proprio le fedi fatte di abitudini e paura. Quella paura che ha portato la Chiesa a costruire quell’assurdità che si chiama “Dannazione Eterna”, quella “Spada di Damocle” che si chiama “Peccato Mortale”, che si distingue dal “Peccato Veniale”.
Assurdità, falsità evidenti, come quella di un Dio che, per la sua “infinita bontà”, danna le persone per l’eternità. Falsità sulle quali, però, la Chiesa ha costruito potere e ricchezza.
Ricordiamo che Lutero aveva “iniziato”, per così dire, la Riforma Protestante, in opposizione alla cosiddetta Vendita delle Indulgenze, che servivano, proprio, alla salvezza e ad evitare la dannazione eterna. In realtà, questa vendita, almeno nel caso citato, fu istituita da Papa Leone X per finanziare la costruzione della Basilica di San Pietro a Roma.
Anche qui, come si può ben vedere, lo scopo spirituale dichiarato nascondeva un “reale” scopo economico. Se poi aggiungiamo che Leone X si chiamava Giovanni de’ Medici, ed era, oltre che di un’importante Famiglia Fiorentina, anche il secondogenito di Lorenzo Il Magnifico, comprendiamo la forte unione tra Potere Politico e Spirituale anche in questo. I Papi e i Cardinali, infatti, provenivano tutti da famiglie molto ricche, e spesso i “Conclavi” per eleggere i Papi erano solo momenti di “spartizioni di potere” tra queste Famiglie.
Va anche detto, però, che Lorenzo il Magnifico fu anche Sovrano di valore. Un valore che, a quanto pare, non ha però incarnato il figlio.
Occorre però anche ricordare che la Riforma Protestante ebbe successo anche grazie all’appoggio dei Principi di Magonza a Lutero. Appoggio dovuto al desiderio, da parte loro, di mettere le mani sui beni della Chiesa. Ancora una volta, anche in questo caso, il valore spirituale ha lasciato il posto a quello economico. Ricordiamo, infatti, che Lutero, in un primo tempo, durante la “Rivolta Contadina”, aveva appoggiato i contadini, mentre poi, con un veloce “voltafaccia”, si era schierato con i Principi, dei quali aveva fortemente bisogno per il successo della sua Riforma.
Tornando al discorso di prima, sicuramente, quel “Dio” sta morendo, e, spesso, si può definire già morto: ormai la menzogna è troppo evidente.
L’unica cosa che, quindi, si può dichiarare, è che almeno il Cristianesimo Cattolico, visto come Magistero Ecclesiale, è sicuramente sulla strada del declino.
Non importa se determinati momenti, quali le Processioni, sono colmi di persone: spesso, sono persone che seguono comunque determinati momenti ma senza riconoscersi parte di quel Magistero. Sono, insomma: “momenti”. Anch’io, ad esempio, come detto in altri articoli, partecipo a momenti spirituali, visito santuari mariani, sono stato due volte a Medjugorje, posso partecipare a processioni e così via. Non per questo, però, mi dichiaro parte di una Magistero che ritengo solo uno strumento di controllo politico e culturale, velato di Spiritualità.
Una “Chiesa dal basso”, spesso ricca di bellezza, contrapposta alla “Chiesa dall’alto” del Magistero, funzionale al Potere
Esistono comunque, in questo Mondo Spirituale Cattolico, grandi personalità, che hanno acceso fiaccole di bellezza nel cielo della Spiritualità. Posso citare, ad esempio, nel recente passato, Don Lorenzo Milani, Padre David Maria Turoldo, Madre Teresa di Calcutta , Padre Pio da Pietrelcina, Papa Giovanni XXIII e diversi altri ancora. Voglio qui citare una figura meno nota, ma sicuramente di valore: quella di Don Pigi Perini, che ha dato il via alla bella esperienza delle Cellule di Evangelizzazione, gruppi aperti, anche se Cristiani Cattolici, dove si è accettati per quello che si è.
In un mio precedente articolo, oltre che le Cellule di Evangelizzazione, citavo anche il Gruppo “Alpha”, un vero e proprio Corso di più incontri, nato nel Regno Unito (esattamente in Inghilterra, quindi nel Mondo Anglicano), con momenti anche “residenziali”, presente, come le Cellule, in parecchi Paesi del Mondo. Io ho appena finito di frequentare uno di questi Corsi, trovandolo davvero molto bello, con momenti di grande suggestione.
Avendo conosciuto entrambe queste strutture, posso dire che sono luoghi gioiosi e pieni di bellezza e armonia, e autentico desiderio di incontro e confronto. Al loro interno, io ho chiaramente espresso le mie posizioni, e questo non ha assolutamente alterato la mia accoglienza: ad un recente Spettacolo teatrale, al quale avevo partecipato come attore, diverse persone di “Alpha” sono venute a vedermi, nonostante le conoscessi, in fondo, da poco tempo (il corso era cominciato il 13 aprile e si era concluso il 29 giugno di quest’anno). E questo dimostra che, davvero, si è creata una bellissima amicizia, che sicuramente continuerà. In fondo, il Pastore Anglicano che parlava nell’ultimo video mostrato il 29 giugno, diceva: “questa non è la fine, è l’inizio”. E auspico che sia davvero così.
Questi Gruppi sono un po’ delle “perle” nell’ambito Cristiano Cattolico.
Un amico, parte di un Centro di Cultura Tibetana, diceva, anni fa, che personalità di grande valore all’interno della Chiesa Cattolica sono da considerarsi persone e strutture di valore all’interno di una struttura malvagia come quella della Chiesa Cattolica.
Credo che il mio amico avesse ragione: questa Chiesa, intesa come Magistero, ha lasciato dietro di sé una scia di sangue troppo grande per essere considerata opera benefica. Anche perché alcuni sanguinari personaggi sono stati poi santificati, come avevo anche fatto notare nel mio articolo sulle Eresie. E questo dice chiaramente che questa struttura, dal Concilio di Nicea in poi, ha avuto solo un ruolo politico e di Potere, e non di certo spirituale.
Io ho definito strutture aggregative come queste con il nome di “Chiesa dal Basso”: quella Chiesa che, anche a detta di Don Luigi Maria Epicoco , è da vedersi come “Amicizia”. Vedasi, a tal proposito, un video con una sua intervista per “TV 2000”. Come dicevo poco fa, nel Corso “Alpha”, e anche nelle Cellule di Evangelizzazione, questa amicizia l’ho potuta toccare con mano”.
Questa “Chiesa dal basso” è, secondo me, sempre più contrapposta a quella che definisco “Chiesa dall’alto”, ovvero il Magistero. Quel Magistero che, come detto, con il Concilio di Nicea è diventato esclusivamente una struttura di Potere.
“Chiesa dal basso”: spesso strumentalizzata, a proprio uso e consumo, da quella “dall’alto”
Parlando di queste strutture direi “diverse”, però, vi può essere un’altro problema: queste, infatti, potrebbero comunque ricondurre le persone non verso una visione alternativa, o una ricerca spirituale “ad ampio respiro”, ma all’interno della Chiesa Cattolica. E quindi ad accettare il suo Sistema Dogmatico.
Un po’ come pare che sia stato per l’Ordine Francescano: era, sicuramente, alternativo, ma avrebbe ricondotto le persone all’interno di Santa Romana Chiesa: sembra proprio che sia stato approvato proprio per questo. Questa impressione emerge molto bene dal film “Francesco”, di Liliana Cavani.
Non so se sia così anche in questo caso: tuttavia, questi Gruppi si inseriscono in un discorso Ecclesiale: di conseguenza, difficilmente il farne parte potrebbe non implicare l’accettazione, anche se implicita dei Dogmi della Chiesa Cattolica.
Sicuramente, questo non è nelle intenzioni dei loro fondatori e dei loro leader, che li vedono come strutture di accoglienza e condivisione aperta. Tuttavia, la loro accettazione da parte di un magistero Cattolico non avverrà proprio perché il magistero vede in questi Gruppi la possibilità di recuperare fedeli nelle zone più lontane dal Credo Cattolico, riconducendoli al suo interno?
In fondo, in altri casi, come quelli di Don Mario Mazzoleni o di Tissa Balasuriya, di cui parlavo nel mio articolo sulle Eresie, i relativi “diffusori” di Messaggi Alternativi sono stati scomunicati!
Qui, se questo non accade, e se queste alternative vengono “lasciate fare”, forse il Magistero Cattolico ha altri scopi! Quali, ad esempio, quello di fare credere alle persone che l’unico modo per vivere pienamente quella “amicizia” è l’accettazione pedissequa dei Dogmi e delle disposizioni del Magistero Ecclesiastico, in qualche modo identificando la “Chiesa dal basso” con quella “dall’alto”: che, almeno dal Concilio di Nicea in poi, hanno preso strade differenti, e dove spesso la “Chiesa dall’alto” si è posta come “censore”, a “stigmatizzare”, se non ad abbattere, anche in maniera violenta, gli impulsi più belle e luminosi della “Chiesa dal basso”.
Su questo non rispondo: lascio aperta la domanda, come spesso accade, conscio del fatto che lo scopo non è trovare risposte, ma porsi domande: le risposte arriveranno comunque, da dentro di noi, e dalla Storia stessa. Questo delle “due Chiese” potrebbe essere il tema di un mio prossimo articolo.
Una “Chiesa dall’alto” decisamente “assolutista”
Tuttavia, nonostante questi “lampi di bellezza”, ai quali se ne possono aggiungere altri, di cui parleremo nei prossimi articoli, dopo una panoramica più globale su cos’è oggi la Spiritualità, il fatto che la Chiesa Cattolica, almeno quella “dall’alto”, parli di “Calo Spirituale” invece che solo di “Calo Cattolico” mostra che si tratta di una struttura assolutista, non relativista. Vale a dire che, nonostante aperture dichiarate, e talvolta presenti, si configura ancora in gran parte come “l’unica possibilità verso quella che definisce “salvezza””.
Come specificato nel mio articolo “Elogio dell’Eresia”, preferisco comunque parlare di “illuminazione” invece che di “salvezza”.
A parte questa differenza di definizione, in molti casi la Chiesa Cattolica si definisce come “l’unica possibilità”.
Mi era capitato, in tal senso, di interfacciarmi con gruppi Cristiani, in cui avevo fatto presente che, pur essendo di valore, la Via Cristiana non è l’unica possibile. La risposta è stata categorica, definendo, in diversi casi, quella Cristiana come l’unica Via possibile, e tutti gli altri maestri Spirituali come “Falsi Profeti”. E questo è avvenuto anche di recente.
Come però dicevo all’inizio, c’è invece una grande richiesta di Spiritualità, una grande sete di ricerca spirituale.
Proprio perché si tratta di ricerca spirituale, credo non sia possibile accettare proposte che pongono “misteri insondabili” e che, nello stesso tempo, pongano restrizioni spesso poco significative, e sicuramente nemiche della genuina espressione della persona. E, anche, si pongano come “l’unica Via possibile verso la salvezza”.
E “Dio risorge”. Come e dove? È tutto da vedere e da scoprire!
Tuttavia, riprendendo ancora la Canzone di Guccini “Dio è morto”, Guccini conclude con: “Ma penso, che questa mia generazione è preparata, a un’alba nuova a una speranza appena nata, ad un futuro che ha già in mano, a una rivolta senza armi, perché noi tutti ormai sappiamo, che se Dio muore è per tre giorni, poi risorge. In ciò che noi crediamo Dio è risorto, in ciò che noi vogliamo, Dio è risorto, nel Mondo che faremo Dio è risorto”.
Credo che queste parole esprimano molto bene lo “stato dell’arte” della Spiritualità di oggi: un declino di un Mondo passato, ma anche la nascita di qualcosa di diverso. Un diverso ancora in tumulto, ma che già mostra i suoi segni di bellezza. Come sempre, la fine è l’inizio, come affermava anche, in un suo libro, Tiziano Terzani.
Potrà, in qualche modo, la Chiesa Cattolica, “da dentro”, essere parte o, addirittura “prodromo” di questo cambiamento? Sicuramente, come detto, “dal basso” vi sono realtà molto belle, come quelle da me citate in precedenza. Anche “dall’alto” appare qualche segno positivo, almeno in alcuni casi. Tuttavia, ad esempio, ancora in alcune Chiese viene recitata la “Comunione Spirituale” per chi non può ricevere i Sacramenti, e determinate norme persistono.
Forse, questo cambiamento avverrà in decenni e decenni: non ci si può aspettare altro da una struttura che persiste in determinate posizioni da quasi 1700 anni (dal Concilio di Nicea): tuttavia, noi non abbiamo tutto questo tempo, anche se, nell’epoca attuale, tutto appare accelerato, e quindi molte cose potrebbero avvenire molto prima di quanto ci si possa aspettare.
Tuttavia, cambiare una struttura come la Chiesa Cattolica “da dentro” è infatti davvero difficile e laborioso: è come tentare di cambiare la Scuola Italiana “da dentro”: ci sono troppe chiusure esistenti, e tendenti all’indelebile. Come dicevo, la cosa potrebbe avvenire, ma in un tempo che, anche se accelerato, sarà sufficientemente lungo.
Alcune aperture fanno ben sperare: ciononostante, permangono, come visto, molte chiusure, che, essendo di tipo “dogmatico”, saranno difficili da “dissolvere”.
Verso un “pluralismo spirituale”?
Un’altra possibilità, che non esclude però la frequentazione di momenti Cristiani “dal basso”, come quelli citati poco fa, è quella di andare con il sorriso verso un Pluralismo Spirituale, sempre più presente, che offre, finalmente, almeno in parte, delle risposte alle nostre domande, e a quelle dell’Uomo in generale: La loro cancellazione o trasformazione richiederebbe davvero troppo tempo.
Forse, questi nuovi impulsi, che vedremo in altri articoli sull’argomento, faranno emergere anche l’aspetto più interessante e più luminoso del Cristianesimo stesso, che farà cadere il “velo del Dogma”, verso nuove conoscenze di tipo spirituale. Permettendo, inoltre, a chi approccerà anche la Spiritualità Cristiana, di vederla sotto una nuova luce, più allargata e comprensiva.
Per me, almeno, è stato ed è tuttora così.
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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