Fenomenologia della divisa

Fenomenologia della divisa

Lettera al direttore ricevuta da Paolo Maria Buttiglierisociologo e giornalista

La parola divisa deriva dal verbo dividere. Indossare una divisa ha lo scopo di differenziarci da chi non la indossa.

E perché mai una persona sente il bisogno di differenziarsi dalle altre persone?La sposa indossa una divisa nel giorno del matrimonio. Lo sposo si limita a vestirsi elegante.Chi appartiene a un esercito armato indossa una divisa. Ma in base ai gradi e cioè al potere che si ha sugli altri che indossano la stessa divisa si ha una divisa un po diversa in modo da non confondersi con i subalterni, cioè con chi ha meno potere e deve obbedire senza discutere.Un prete indossa una divisa, il cosiddetto abito talare. Allo scopo di differenziarsi dagli altri fedeli alla stessa religione. 

La divisa del prete, che col tempo si è sempre più ridotta, ma mano che la religione perdeva potere e fedeli indica avere dei privilegi e autorità rispetto agli altri fedeli senza divisa.Ma anche tra i preti c’è una gerarchia che si riflette nella forma della divisa: si va dal semplice prete, al parroco, al vescovo, al cardinale e per finire al papa.Divise diverse che indicano poteri diversi.Ci sono i monaci in tante religioni. E ogni religione stabilisce divise particolari e regole particolari e diverse per ogni religione.Anche nel mondo del lavoro ci sono divise. In una fabbrica l’ultima ruota del carro e cioè gli operai spesso indossano una divisa, a volte scomoda per ragioni di sicurezza. Gli impiegati in genere invece non indossano una divisa e spesso sono meglio retribuiti rispetto agli operai. Operai e impiegati hanno anche un orario da rispettare.

Spesso devono anche timbrare un cartellino. Il proprietario della fabbrica invece ha il massimo potere e la massima libertà di fare quel che vuole.In conclusione a cosa serve una divisa?Serve a comunicare la propria paura, la propria mancanza di autostima. Quando ci si sente insicuri si ha un disperato bisogno di non farlo vedere agli altri e quindi di nascondere la propria insicurezza sotto una divisa.

La divisa nasconde la propria impotenza. Spesso trasforma chi la indossa un pauroso in un arrogante. Ma la divisa ha effetto solo su chi ha paura e cioè sulla maggior parte delle persone. Quando un uomo in divisa incontra una persona “in borghese”, cioè senza divisa, ma che non ha paura, quella divisa diventa trasparente ed il re che la indossa appare nudo, con tutte le sue paure e la sua mancanza di autostima.L’abito non fa il monaco ma solo per chi ha autostima. Per la maggior parte delle persone che purtroppo non hanno autostima l’abito è tutto e di fronte ad esso sono pronte ad obbedire.

Non a caso tutte le guerre le combattono coloro che obbediscono facendosi e facendo del male…inutilmente.L’unico modo serio di indossare una divisa è di farlo per scherzo…come a carnevale. In questo caso la divisa è divertente e invece di dividere unisce e fa sorridere

Paolo Mario Buttiglieri, sociologo e giornalista
direttore della BIBLIOTECA FRANCO BATTIATO
Via liberazione 37, 29017 Fiorenzuola d’Arda (PC)

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Risposta del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

Gentile Paolo Mario,

per alcuni versi sono d’accordo con quanto ha riportato all’interno della lettera che mi ha inviato, per altrti versi non lo sono.

Anche il NON indossare una divisa può diventare…divisivo, se questo essere tutti uguali, o comunque non distinguibili quando in alcuni casi è invece necessario.

Si pensi, appunto, alle Forze dell’Ordine che senza il riconoscimento del ruolo, anche attraverso l’abbigliamento di servizio, potrebbero rappresentare una falla in una Repubblica che, almeno sulla carta, si dichiara a regime democratico.

Riconoscere attraverso il diverso abbigliamento, può anche essere interpretato in senso positivo. Comprendo come, in alcuni casi, la divisa possa riportare a quelle imposte in un periodo storico che ci ha portati anche alla guerra, ma se si riesce a escludere questo tipo di abbinamento, si potrà guardare alle divise come a una normale pratica lavorativa che, a volte, arriva a essere anche una regola che semplifica la vita.

Una riflessione è d’obbligo: da sempre Hostess e Steward di volo, ma anche di terra, sono attraenti a tutti gli occhi. Eppure, indossano – fieramente – una divisa. Sensa di essa, si confonderebbero tra i passeggeri.

Non tutto è bianco e nemmeno tutto è nero: a volte, sono le vie di mezzo a salvarci.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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