Di Lucaa del Negro
Descrivere con un pezzo la situazione caotica (davvero inaspettata?) francese di questo inizio estate, è quantomai semplice: ognuno si trattenga con il pseudo-giornalismo di inchiesta a titolo gratuito come il sottoscritto od abbia l’irrefrenabile voglia di apparire e specialmente sui social, è accomodato.
Senza troppi giri di parole: la tendenza alla prima soluzione -le mie ardite proposte sono sempre denotate di una parvenza risolutiva!- c’è: esiste!
ELEZIONI (libere) ANTICIPATE*.
In Francia, il Popolo, è sempre stato ed è sovrano, la storia lo descrive in maniera molto precisa; il Governo Macron -non esattamente “il responsabile” di questa situazione, secondo il mio pensiero che indica Bruxelles- è incapace ed il ricorso alla militarizzazione del Paese è il sommo esempio che conferma questa impressione.
Il problema che però voglio indicare con veemenza -approfittando dei disordini dei cugini d’oltralpe- abbaglia, sebbene sono consapevole che pochi e pochissimi lo noteranno in quanto lo schermo che si oppone a questa prospettiva luminescente s’è costruita sull’indole appassita dagli anni che ognuno di… Voi (si accetti almeno la provocazione costruttiva e di specie) indossa e che tiene la cautela come ideale prospettiva per campare avanti, centellinando pure le elargizioni ormai unica possibilità per cui proposte come questa possano non chiudere i battenti.
In attesa di smentita, espongo senza mezzi termini l’esortazione quasi fosse un appello, di abbandonare l’idea di “Godot” (lo ripeto da molte scritture ormai…) e più precisamente di deviare ogni pensiero dai Trump di turno o Musk o… da tutti quei personaggi che inevitabilmente si stringeranno intorno alla (loro) Patria, Paese che nel sangue è nato e non fatica a farne a meno per saldare il Mercato che mina (implosione) il proprio fondamento probabilmente giunto a fine ciclo (economico prima di tutto) per come è stato costruito.
L’Europa -ritorno in Francia- è storia: l’Europa civile e moderna l’ha scritta dall’inizio e la scriverà ancora, nel bene e nel male, tenendo alto il pensiero e vigile la vista dei tanti che stanno “aspettando al varco”, che voler convivere con un conflitto armato ai propri confini non presenta solamente il rischio di allargare il dramma (Polonia e Paesi Baltici ordinati dalla NATO), significa altresì alterare i principi civili e di civiltà che hanno capito e rifiutato gli errori del passato.
*Per questa ed altre ragioni, si tenti di ascoltare Orban, il Primo ministro ungherese, e non per partito preso.
Lo si contesti, lo si interroghi con tenacia e poca diplomazia ma, lo si tenga in alta considerazione per le proposte e per i suoi radicali ma pur sempre democratici concetti che scongiurano la violenza dopo tutto: le destre europee lo facciano per prime!
E se qualcheduno intravede spiragli di pacifismo, di richiamo all’ordine ed al sistema sociale di garanzia per i regolari ed onesti cittadini, non abbia paura a diffidare della “destra” che sfila con i guerrafondai e lo ignora Orban, si dichiari anche di “sinistra” scostandosi da quel passato poco (idealmente) rivoluzionario e dalla sottomissione alle “braghe bianche” di un tempo passato ma spiegato, da quel brutto sindacalismo quando fine alla propria agiata sussistenza e capitanato da dirigenti ambigui quanto basta.
La pena è presto spiegata: la Francia è solo l’inizio, laddove l’Italia (QUI un pezzo sull’immigrazione -parte del problema- come mai avete letto per altro esempio) può divenire il più immorale esempio da seguire: Svezia e soprattutto Germania -leggi di AfD per la cronaca e per la contestualizzazione storica possibile- sono avvisate!
Lucaa del Negro
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