Di Claudio Rao
Guerra. Una parola che, solo a pronunciarla, dovrebbe farci “tremar le vene e i polsi”. Invece no.
Quando ne sentiamo parlare (sempre impropriamente) dai Media, pensiamo subito alla cattiva Russia da combattere e alla povera Ucraina da aiutare. Come se fossimo in un gioco virtuale.
Dire che abbiamo conosciuto due guerre mondiali. I nostri nonni e bisnonni ci hanno lasciato le penne. Alcuni gli arti, divenendo grandi invalidi. Altri, i dispersi, non si sono più visti; le famiglie li hanno attesi per decenni senza mai poterne fare il lutto e rimarginare le ferite aperte. Aperte da chi? Certo non dal popolo delle trincee o della prima linea, ma da ambizioni di politici e da potentati economici.
“Cupiditas atque libido possidendi et dominandi” direbbero i nostri padri latini.
Eppure basterebbe riscoprirne l’orrore nelle canzoni del compianto De André o negli scritti del maestro Gianni Rodari.
Neppure la prospettiva della catastrofe nucleare arriva a farci riflettere.
Quali interessi stanno muovendo i burattini che siamo diventati verso un baratro sempre meno improbabile? Cosa si tramanda dietro le quinte del mondo? Sono proprio degli irrimediabili rompiscatole coloro che, con i loro illustri nomi, hanno promosso la raccolta di firme per il referendum contro l’invio di armi in Ucraina?
Iniziativa sulla quale l’assordante silenzio dei Media è più loquace di quanto si creda!
La Storia maestra di vita purtroppo sembra definitivamente andata in pensione.
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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