Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso
La mattina del 12 giugno mi trovavo su un vagone ferroviario, in viaggio verso l’estremo Nord. Un collega mi comunica la notizia di prima mano: è morto Silvio Berlusconi.
Contatto una collega che scrive per il mio giornale, Gli Scomunicati, e le chiedo se può occuparsi della scrittura di un pezzo sul decesso del Cavaliere.
Susanna Schivardi non ha perso tempo, ed ecco il pezzo dedicato al Cavaliere: Addio a Silvio Berlusconi.
Un articolo schietto, che ho approvato in quanto è veritiero: Silvio poteva piacere o meno, ma tutti dobbiamo riconoscerne la genialità imprenditoriale e la capacità politica.
Invece…
Invece eccoli qua, i miei esimi colleghi della cosiddetta Sinistra italiana, che evidentemente erano in attesa di questo decesso per poter puntare il dito.
Cos’altro sanno fare, d’altronde, le persone che abbracciano la linea di pensiero di ciò che oggi denominiamo “Sinistra” più o meno democratica, almeno sulla carta, se non puntare il dito ora su un personaggio,ora su un altro, ora addirittura sui cittadini italiani?
Questa parte politica si nutre di colpevoli dimenticandone altri.
I colpevoli sono sempre dalla parte contraria alla propria fazione politica, manca il dibattito nella democratica sinistra nazionale, che è diventata la fronda più ortodossa di quell’idea di fascismo che dicono di voler combattere.
Berlusconi capro espiatorio di un’Italia malata di corruzione
Se vivessimo realmente in una Repubblica a regime democratico lo noteremmo anzi, lo toccheremmo con mano. Esisterebbe un sano dibattito tra le parti politiche. Osserveremmo la volontà di giungere a un accordo tra idee diverse, il tutto “per il bene del paese”.
Non accade nulla di tutto questo ormai da decenni. La politica si è seduta su se stessa, i personaggi che la rappresentano si sono isolati nel loro guscio alienandosi dalla realtà quotidiana e che siano rossi, verdi, neri o grigi, le dinamiche cambiano davvero poco: Razzi e il suo “Facciamoci i cazzi nostri” docet.
A parte queste evidenze, va detta una cosa: nessun partito politico, nessun industriale italiano o estero, ha l’animo candeggiato al punto da poter, un giorno, esser destinato esclusivamente al Paradiso.
I grandi successi politici e imprenditoriali, si ottengono solo se si sanno stringere accordi e si conosce l’arte della trattativa. Con chi?
Con tutti, mafiosi, camorristi e ‘ndranghetisti compresi.
Chi ritiene che in un paese corrotto e corruttibile come l’Italia possa far politica o grande impresa senza dover passare anche da questo tipo di compromessi, o non ha ancora raggiunto l’età della ragione o ha un livello di ignoranza sui fatti reali che non consente la comprensione di quanto sto scrivendo.
Il protagonismo di Silvio, un’arma a doppio taglio
Non amo usare il metodo del “Allora Tizio e Caio? Anche lui/loro hanno commesso reati, anche loro“…però va detta una cosa a coloro che puntano il dito esclusivamente su Silvio Berlusconi quale unico protagonista di misfatti di ogni sorta: mentre lui veniva bloccato politicamente attraverso una serie infinita di processi, tenendo alta l’attenzione generale anche attraverso i media, altri corrompevano e venivano corrotti, ma non se ne parlava e quindi, ecco creati gli angeli e IL diavolo.
Silvio ha giocato il ruolo del malvagio, del corrotto, dell’evasore, del cattivo, mentre gli altri… si facevano gli affaracci loro, pesavano sulle spalle degli italiani, ma poiché lo facevano e lo fanno ancora oggi, sono meno esposti, comunicano meno, non raccontano barzellette durante gli incontri di partito, non fanno battute allegre mentre si stringono le mani di altri premier, ecco che, per incanto, altri personaggi non sono oggetto di condanna, non sono metabolizzati come elementi negativi.
Mani pulite: un esempio per non dimenticare
Porterò un esempio per tutti: chi ricorda come iniziò il processo Mani Pulite o Tangentopoli se si preferisce?
Per chi non lo ricordasse o non lo sapesse, ecco la sintesi dell’avvio del processo che ha tenuto gli italiani incollati alla TV e a leggere le cronache sui giornali per un bel po’ di tempo.
Il 17 Febbraio del 1992, le redazioni dei giornali ricevono una velina: Mario Chiesa, il Presidente del Pio Albergo Trivulzio, era stato arrestato. Roba da non crederci, uno come lui, che solo a guardarlo in faccia la prima e unica cosa a venirti in mente poteva esser proprio il nome “Pio”…
Mario Chiesa era un personaggio molto potente a Milano a quei tempi, che erano i tempi di Bettino Craxi, e Chiesa da socialista era sotto il mirino della magistratura, visto che da tempo si mormorava di tangenti e clientele.
Ma ditemi un po’: da quando la politica, di qualsiasi colore essa sia, è estranea alle clientele e alle tangenti?
Per farla breve, il potente socialista Mario Chiesa fu arrestato con la tangente nel sacco, anzi in saccoccia, grazie alle indagini capitanate da un giovane PM ancora sconosciuto: Antonio Di Pietro. Che ai giornalisti, il giorno dopo l’arresto – che avvenne di sera – dichiarò: “Lo abbiamo arrestato con le mani nella marmellata”.
La strategia di Di Pietro per incastrare il potente e insospettabile Chiesa fu questa: riuscì a inviare nel suo ufficio un piccolo imprenditore di Monza, tale Luca Magni, letteralmente imbottito di microspie e di banconote segnate: si trattava di sette milioni di lire, la prima tranche di una tangente richiesta per l’appalto delle pulizie alla Baggina. Chiesa fu beccato così.
Perché racconto questa storia del passato? Perché di Chiesa si vociferava che fosse molto potente, ma non era certo il tipo da mettersi a raccontare barzellette al ristorante o durante un incontro pubblico di partito.
Silvio Berlusconi era talmente scoperto, era talmente naturale, persino quando compiva gaffe esagerate, da chiedersi come fosse possibile tanta trasparenza all’interno della stessa persona e personaggio politico.
Non a caso, le stesse considerazioni le ha dichiarare Vladimir Putin intervistato dopo il decesso di Silvio Berlusconi:
Attenzione, quindi, a puntare gli indici. Attenzione ad abbracciare con passione la tesi dell’uomo cattivo, corrotto, corruttore e avvezzo a contornarsi di donne belle e giovani, come se fosse una novità.
Italiani grandi scopritori dell’acqua calda…
Da quando in qua chi ha potere non si contorna di belle donnine? Persino nell’Antica Roma i Cesari organizzavano festini e orge. Qui è possibile leggere un interessante spaccato della realtà dell’epoca:
La scandalosa vita sessuale di Giulio Cesare (Cliccare sul link per leggere l’articolo) https://www.walksinsiderome.com/it/blog/julius-caesars-scandalous-sex-life/
Da quando chi ha potere non fa come gli pare, cose che alla gente comune appaiono essere comportamenti fantascientifici…
Da quando questo paese scopre l’acqua calda e diventa bacchettone solo quando si parla di Silvio Berlusconi, ma poi accetta ogni tipo di genere sessuale, non si scandalizza se i minori fanno sesso o si drogano in età infantile e si fa poco e nulla contro gli atteggiamenti evidentemente trash e iper sessualizzati di certe band musicali che diventano l’esempio dei ragazzini?
Dove stavano gli italiani mentre in Italia capitavano scandali di ogni sorta che si abbattevano contro l’economia dei cittadini ma che non portavano la firma di Silvio Berlusconi?
Parliamo di altri casi italiani: gli Agnelli? Grande famiglia, grande industria la Fiat…
Devo davvero riscrivere la storia di cosa ci costò per decenni la Fiat, costantemente sostenuta e “salvata” dallo Stato Italiano? Anche in casa Agnelli, volendo, di scandali di ogni tipo non ne mancarono, però diciamo che hanno sempre saputo lavarsi i panni in casa. Altro stile.
Caso Parmalat…Grande azienda, sì. Devo ritornare anche su questo caso nazionale? Sul tracollo che ci costò miliardi?
Ponte sullo Stretto S.p.A: volete ripercorrere la storia di decenni di questa impresa FANTASMA che ci è costata un mucchio di denaro PUBBLICO e all’interno della quale hanno messo le mani un po’ tutti i partiti?
Cito solo poche delle troppe storie scandalose di questo paese, perché davvero sembra che a una fetta di italiani serva poter odiare qualcuno, a prescindere.
Berlusconi ha reso pubblici i sogni (anche quelli proibiti) dell’italiano medio
Voglio concludere con una riflessione, stavolta relativa al pensiero di molti e cioè, che Silvio Berlusconi ha creato la televisione spazzatura modificando così le persone, il loro modo di essere, creando mode riprovevoli.
Siamo proprio sicuri che sia andata così?
Sapete come si ottiene un successo quasi certo in politica o nel marketing? Esistono due metodi: il primo è quello che l’esperto internazionale di Marketing, l’americano Philip Kotler, ha dimostrato anche attraverso alcuni libri.
Secondo Kotler si deve creare un bisogno e quindi, soddisfarlo. Prima alimenti il bisogno di qualcosa nel consumatore, dopodiché lo assecondi immettendo sul mercato ciò che soddisferà quel bisogno creato ad arte.
Il secondo metodo è sempre geniale ed è spesso utilizzato in politica: grande esempio in tal senso può essere quello della fondazione della Lega.
Bossi sapeva perfettamente cosa desiderasse la popolazione residente nei territori del Nord-Est italiano. Non fece altro che fondare un partito su quelle aspettative. Un enorme successo, appunto.
Cosa riuscì a fare, Silvio Berlusconi, di notevole?
Presentò gli italiani a se stessi. Li pose di fronte ai loro vizi ed eventuali virtù, compì la magia di incastrarli dentro all’apparecchio televisivo affinché ciò che non si può dire pubblicamente diventasse di pubblico dominio.
Diciamolo una buona volta: all’italiano medio devi dare grandi dosi di calcio, culi e tette per farlo felice. E grosse dosi di romanzi rosa su isole più o meno deserte.
Non si deve dire? Fa nulla: la realtà dei fatti non si deve dire perché la si osserva, si tocca con mano e quindi, negare l’evidenza è inutile.
Avete necessità di dar la colpa anche di questo a Silvio Berlusconi? Fate pure: non vi ha creati lui, eravate già così. Vi ha solo fatti emergere.
Ciao, Silvio.
***Immagine di copertina: un frame dal seguente video pubblicato su YouTube (scatto al minuto 3:44)
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