Di Claudio Rao
Il virtuoso Giro d’Italia della democrazia dal basso, esaltata dalla Costituzione e mortificata dalle Leggi.
Forse non tutti sanno che lo scorso 23 aprile è iniziata una raccolta di firme per promuovere tre referendum abrogativi. Due su tre sono sul disarmo, ergo vòlti a inceppare l’attuale logica pro-bellica che ci vede de facto cobelligeranti a fianco dell’Ucraina, contro la Russia. Il terzo è a tutela della sanità pubblica.
Il 3 marzo erano stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale. La raccolta, che dovrà raggiungere cinquecentomila firme, durerà tre mesi.
La staffetta democratica coinvolgerà tutto il Paese, da Nord a Sud, secondo la mappa pubblicata da Generazioni Future https://generazionifuture.org/) e dal Comitato di Liberazione Nazionale di Ugo Mattei (https://clnoggi.it/).
Due dei tre quesiti sono stati promossi dall’ex Comitato Rodotà, ora Generazioni Future. Un terzo dal comitato Ripudia la Guerra. Gli obiettivi, come abbiamo già visto, sono il disarmo e la salute pubblica. Potremmo riassumerli in “Pace e Sanità”.
È possibile firmare anche online sulla piattaforma itAgile.
Se questa “Vox Populi” dovesse andare in porto, potremmo trovarci a votare nella primavera del 2024. Questi i quesiti referendari:
Sanità
«Volete voi abrogare l’Art. 1 (Program-mazione sanitaria nazionale e definizione dei livelli uniformi di assistenza), comma 13, D.lgs 502/1992 (Riordino della disciplina in materia sanitaria), limitatamente alle parole “e privati e delle strutture private accreditate dal Servizio sanitario nazionale”?»
Armi in Ucraina
«Volete voi che sia abrogato l’Art. 1 del Dl 2 dicembre 2022 n. 185, convertito in legge n. 8 del 27 gennaio 2023: “È prorogata, fino al 31 dicembre 2023, previo atto di indirizzo delle Camere, l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina, di cui all’articolo 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 2022, n. 28, nei termini e con le modalità ivi stabilite?»
Esportazione di armi
«Volete voi che sia abrogato l’art. 1, comma 6, lettera a), legge 09 luglio 1990, n. 185, rubricata “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, e successive modificazioni (che prevede: “L’esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l’intermediazione di materiali di armamento sono altresì vietati: a) verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i princìpi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere” limitatamente alle parole “o le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere”?»
Leggi, decreti e provvedimenti, con la complicità – ahinoi! – di molti colleghi giornalisti, hanno incoraggiato discriminazioni degne degli anni più bui del Novecento. Dimenticando i palpitanti dettami della Carta Costituzionale.
Simili iniziative di democrazia dal basso e perfino un po’ controcorrente ci riportano invece allo spirito fondatore della Repubblica italiana dell’immediato dopoguerra e a quello che animò i padri costituenti, ma anche all’anima pacifista e visionaria degli antesignani dell’attuale Unione Europea.
***Immagini all’interno dell’articolo: di Claudio Rao
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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