La Distensione

La Distensione

Rubrica a cura del dottor Claudio Rao

Staccare la spina richiede indifferenza e superficialità?

Stando a quanto esaminato fin ora, verrebbe da chiedersi se la distensione non richieda una certa indifferenza alle cose del mondo, una dose di superficialità. Le ragioni esporrò mostrano esattamente il contrario.

Intanto non dobbiamo confondere lo staccare la spina con la passività. Passività è subìre, staccare la presa è smettere di subìre. Esempio: se siamo vittime di un capoufficio che usa il suo potere per starci col fiato sul collo rendendoci la vita impossibile, i consigli dei colleghi di “lasciar perdere” perché “tanto prima o poi la smette” suggeriscono appunto la passività. La distensione corrisponde, al contrario, alla messa a punto necessaria al nostro ben-essere.

Inoltre ricordiamoci che l’indifferenza significa negare le nostre emozioni. Essere passivi significa continuare a subìre una situazione che possiamo modificare (cosa assai diversa dallo staccare la spina). Un atteggiamento, quello “passivo”, che mina la nostra autostima, promuove la rassegnazione, incoraggia la sottomissione e favorisce la depressione. Tutte cose che calpestano la nostra emotività, portandoci a negare o ignorare (più o meno volutamente) i sentimenti negativi che ci animano: rabbia, angoscia, frustrazione…

Altra realtà da tener presente è che non possiamo imbavagliare troppo a lungo i nostri valori morali. Ciò che ci rende una situazione particolarmente penosa e difficile è proprio agire controcorrente rispetto alle nostre convinzioni profonde. Restare passivi fronte a critiche ingiuste, ad atteggiamenti che calpestano i nostri valori significa sperimentare un vortice di sensi di colpa, vergogna, rimpianti e còllera contro se stessi. Con conseguente rischio, a lungo andare, di esplosione (rabbia) o di implosione (depressione).

Distendersi, staccare la spina, poi, richiede – ricordiamolo – innanzitutto una presa di coscienza, ovvero un atteggiamento contrario a superficialità e indifferenza. Una cosa è la “normale” reazione di negazione fronte a un traumatismo subìto (che però a lungo termine può avere conseguenze piuttosto pesanti). Prendere atto di un problema non è facile, ma resta il primo passo per la sua accettazione. Preludio a qualsiasi atto di sano distacco distensivo.

Altra osservazione da non sottovalutare, l’indifferenza non è un meccanismo a comando. L’indifferenza è la negazione della relazione, esattamente l’opposto del conflitto! Essa infatti nega l’essenza stessa della persona che ci troviamo davanti così come il conflitto segnala una sofferenza nella relazione. L’indifferenza dunque genera distanza, freddezza, estraneità. 

Infine, il fatto di essere superficiali o indifferenti, ci impedisce di rimetterci in gioco. Staccare la spina, distendersi, non ha nulla a che vedere con negazione o passività. Contrariamente a tutto ciò, significa instaurare delle relazioni meno tese e più armoniche, incoraggiarsi ad un maggior senso di tolleranza, essere meno irritabili e favorire compromessi gratificanti per entrambe le parti, in un clima di accoglienza e tolleranza.

Lo staccare la spina richiede un minimo di capacità di rimettersi in gioco, di riflettere sulla proporzionalità delle nostre reazioni, sui condizionamenti che ci spingono a determinate risposte e incoraggiano o depotenziano i nostri comportamenti. Adottare indifferenza, superficialità o passività significa al contrario rifugiarsi in pseudosoluzioni che alla lunga non gioveranno né a noi né alle nostre relazioni.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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