Di Andrea Palazzo
“L’accordo tra il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare e JTI, secondo player nel mercato italiano del tabacco, rappresenta un valido modello di collaborazione e sviluppo per il consolidamento e la competitività delle filiere agricole del nostro Paese e, nello specifico, farà bene al settore tabacchicolo italiano, dando linfa vitale a interi territori”. Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini, intervenendo al Masaf per la sigla dell’intesa che porterà all’acquisto, da parte di JTI, di tabacco italiano per i prossimi tre anni.
L’accordo, con Cia protagonista, coinvolgerà centinaia di aziende italiane e migliaia di lavoratori del settore, principalmente tra Umbria, Campania e Veneto.
“Abbiamo dimostrato di saper costruire insieme un progetto di importanza strategica per il comparto -ha aggiunto Fini-. Riuscire a mettere insieme la produzione, la trasformazione e la distribuzione è, adesso, fondamentale per poterci organizzare meglio all’interno della filiera e vendere meglio le nostre produzioni”.
Da Cia, i ringraziamenti al Masaf e, in particolare, al sottosegretario Patrizio La Pietra per aver fortemente contribuito al lavoro di squadra tra tutti gli attori della filiera e a JTI, rappresentata dal Presidente e AD di JTI Italia, Didier Ellena, e dal Corporate Affairs & Communications Director dell’azienda, Lorenzo Fronteddu, per l’ampia disponibilità, anche nel comprendere le necessità del settore. “Grazie a questo accordo, che chiedevamo da molto tempo -ha aggiunto Fini- il settore potrà contare su un percorso di programmazione di lungo periodo e di puntuale progettualità necessario a rilanciare un intero sistema e un intero settore, ma anche territori e comunità che partecipano attivamente a fare del tabacco un’eccellenza del Made in Italy”.
Infine, per Cia, attraverso le parole del suo presidente nazionale, con l’accordo di oggi è stato definito “un chiaro punto di partenza, che poggia su valori fondamentali come la qualità e la garanzia del prodotto, la sostenibilità, prima di tutto economica per i produttori, e la capacità di innovazione, investendo in settori sfidanti e secondo gli input della transizione green”.
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