Il prontuario dell’autostima(*)

Il prontuario dell’autostima(*)

Consigli, idee, suggerimenti a cura del dr. Claudio Rao

*Terza parte: Antologia dell’autostima

Un’autostima estremamente fragile può condurre a una timidezza eccessiva, convincendoci di non essere all’altezza di una relazione sentimentale. Il che ci può portare ad evitare ogni approccio per la paura di essere respinti. Per darci coraggio, immaginiamo allora lo scenario più negativo che potrebbe presentarcisi: nulla di apocalittico, certamente. Allora perché rinunciare a priori?! Anche se il no fosse probabile, ci potrebbe sempre scappare un sì!

Ciascuno di noi, almeno una vòlta nella vita, è stato vittima di un giudizio approssimativo e sbagliato. Questo dovrebbe spronarci a non “catalogare” le persone che non conosciamo abbastanza bene. La nostra identità è poliedrica e non si può ridurre a un solo aspetto, per quanto evidente o preponderante. Proviamo a rifletterci. Questo ci regalerà incontri arricchenti e ci consentirà di conoscere “belle persone”.

Anche nelle coppie più affiatate può capitare di sentirsi incompresi. Il nostro partner, infatti, non può sempre indovinare tutto ciò che pensiamo e proviamo interiormente! Impariamo a condividere i nostri vissuti affinché non si colorino di rancori e frustrazioni. La nostra autostima ne uscirebbe prostrata.

Non trasformiamo il lavoro in un circolo vizioso: ricordiamoci del ruolo benefico delle pause. Più lavoriamo senza tregua, meno siamo efficaci. Per questo è importante accordarci dei momenti di break che ci distraggano un po’. Per rinfrescarci le idee e ritornare all’opera… più efficienti di prima!

Molto spesso viviamo come guidati da una sorta di pilota automatico che ci conduce a fare meccanicamente le solite cose. Automatismi utili, senza dubbio, ma anche rischiosi, perché possono far emergere la sensazione di una vita fatta unicamente di doveri e sacrifici. Imponiamoci allora delle mini pause terapeutiche, un momento “egocentrico” in cui riflettiamo, sogniamo, ci esprimiamo soltanto “per noi”. Ritroveremo un po’ di piacere e di fiducia nella vita.

Non sempre ci è possibile esercitare un lavoro corrispondente alle nostre ambizioni. La tentazione è dunque quella di applicarvisi il meno possibile, raggiungendo risultati mediocri o appena sufficienti. Non dimentichiamo tuttavia che esso impegna la maggior parte del nostro tempo! Per questo è importante trovarvi qualcosa di positivo e di gratificante che nutra almeno parzialmente la nostra autostima.

L’opinione degli altri non è sempre il miglior metro di giudizio. Ogni coppia ha le proprie dinamiche e i proprî ritmi. Se la nostra diade è autentica e basata su valori e sentimenti condivisi, poco importa l’immagine agli occhi degli altri! Non assomigliamo alle coppie che conosciamo? E qual è il problema?! La loro opinione diminuisce il nostro amore e la nostra felicità? La nostra intesa non dev’essere ritmata dagli sguardi degli sconosciuti.

La transizione da diade a genitori è un momento clou nelle nostre vite. Un passaggio assai delicato che è necessario preparare ed accompagnare. Il neonato richiede tantissimo tempo in attenzioni ed energìe. Tuttavia è indispensabile non trascurare la propria vita di coppia, non cessare di essere ciò che si era prima. Delegare a nonni ebaby-sitter per ritagliarci del tempo per il nostro ben-essere non potrà che restituirci migliori ai nostri pargoli.

L’emancipazione dall’influenza genitoriale fa parte del processo adolescenziale. Può tuttavia capitare di esserne ancora dipendente in età adulta. Il primo passo è quello di rendersene conto. Poi sarà necessario (da soli o accompagnati da un professionista) scoprirne le ragioni e progettare delle soluzioni capaci di restituirci l’opportunità di essere noi stessi.

Inseguire i nostri sogni è certamente positivo se ne facciamo il motore per renderci propositivi e proiettati verso il futuro, verso l’a-venire. Al contrario, se li trasformiamo in prigione i sogni diventano incubi, frustrazioni che inquinano la nostra autostima! Fissiamoci degli obiettivi concreti e realizzabili, e impariamo ad essere tolleranti verso noi stessi.

Occhio alle etichette! Ricordiamoci che quelle che ci attribuiamo noi stessi, sono ancora più esiziali di quelle che ci affibbiano gli altri. Infatti, noi tendiamo a conformarci ai nostri clichés. In psicologia si chiama “auto adempimento delle profezìe”. Se, per esempio, stabilisco di essere sfortunato in amore, altererò involontariamente il mio comportamento in maniera tale da causare i miei insuccessi. Perché, ricordiamocelo, in buona misura noi siamo ciò che vogliamo essere!

Nei colloqui di lavoro, infine, è indispensabile relativizzare! Se non vengo assunto, nonostante il mio curriculum vitæ fosse perfetto ed il colloquio andato bene, non sono io che sono un incapace o una nullità. Probabilmente il profilo ricercato, le caratteristiche richieste nello specifico non corrispondevano esattamente a quelle che potevo offrire io. Nulla a che vedere col mio valore personale!

(*) Ciò che viene pubblicato in questa rubrica, in esclusiva per “Gli Scomunicati”, non può essere riprodotto senza il consenso scritto dell’autore.

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