Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso
4 mogli e 11 figli. è il curriculum di vita privata di Lello Liguori, il “Re delle notti di Milano” e impresario, che è scomparso all’età di 87 anni.
Alla guida del famoso “Covo di Nord-Est” di Santa Margherita, nel capoluogo meneghino riusciva a gestire, contemporaneamente, ben 11 locali.
Conosceva tutti, Lello, anche personaggi della mala come Vallanzasca o Francis Turatello, o personaggi della politica come Craxi. Pochi invece sanno che fu lui a lanciare Beppe Grillo di cui, però, non condivise mai le scelte politiche e su cui si creò un caso quando Liguori fece emergere un caso di evasione fiscale:
Intervistato sulla sua vita, ricca di esperienze – di cui non fece mai mistero – Liguori ebbe a dichiarare durante un’intervista concessa nel 2022 ad Andrea Galli, giornalista del Corriere della Sera, che gli chiedeva lumi sulle sue frequentazioni con la mala milanese, che in realtà erano frequentazioni dovute al fatto che costoro frequentavano i suoi locali: “Turatello…è retorico discutere delle sue malefatte eccetera eccetera. Era uno intelligente. Altro non c’è da aggiungere. L’intelligenza è il massimo dono. Se ce l’hai, il resto viene di conseguenza, o può benissimo anche non venire».
E sugli altri? «Vallanzasca gettò un sacco pieno di bombe dentro una bisca. Momenti difficili, senonché era un avvertimento, le bombe non esplosero». La bisca era sua? (chiede il giornalista Andrea Galli) «Ma no. Ci stavo giocando a poker»
Craxi, da quanto si apprese molti anni dopo all’avvio di una commissione parlamentare sul caso Moro, chiese proprio a Liguori di indagare sul rapimento e il successivo omicidio di Moro: nelle vesti di agente in missione speciale, durante una deposizione confermò che uno dei suoi ruoli in questa vicenda fu quella di ottenere contatti con Francis Turatello presso il carcere di Cuneo. Di seguito una parte della sua deposizione:
«Mi fu chiesto di recarmi presso il carcere di Cuneo e di prendere contatti con un maresciallo degli Agenti di custodia a nome Incandela. In questo modo avrei potuto parlare con Turatello per sollecitarlo a prendere tutte le iniziative possibili muovendo il suo ambiente, compreso quello della Magliana. Il mio contatto con Turatello poteva essere facilitato dal fatto che già lo avevo conosciuto nell’ambiente dei locali a Milano. Addirittura una notte avevo avuto una lite con lui fuori dal locale “Ciao Ciao” di via Merlo. Io non avevo avuto paura a scontrarmi fisicamente con lui e, benché avessi avuto la peggio, avevo mostrato di non avere paura e per questo Turatello mi aveva mostrato rispetto».
Le missioni che gli furono assegnate, però, furono – a quanto pare – due: l’altra consisteva nell’ottenere i contatti con Renato Curcio, cosa che riuscì a fare, per poi passare il contatto a Turatello, che a sua volta lo rigirò alla Banda della Magliana. Il tutto serviva per ottenere notizie certe sul luogo di prigionia di Aldo Moro.
Di seguito il link di accesso a una notizia pubblicata sulla stampa nazionale nel 2018 riferita alla missione che Luguori accettò sul caso Moro:
Una vita ricca di esperienze, di colpi di scena, di conoscenze. Con lui se ne vanno molti racconti, episodi, esperienze e chissà, forse molti segreti sulla storia dell’Italia.
Foto di copertina: IlSecoloXIX
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