Breve prontuario sulla manipolazione (Quinta parte)

Breve prontuario sulla manipolazione (Quinta parte)

Idee, pensieri, suggerimenti e riflessioni a cura del dottor Claudio Rao

Siamo così giunti all’ultima parte dell’argomento manipolazione “in briciole”. La prossima settimana inizieremo insieme un nuovo viaggio esplorativo nei misteri del comportamento umano.

• Manipolare… a fin di bene. Non tutti i manipolatori agiscono con cattive intenzioni. La maggioranza utilizza la propria influenza sugli altri in maniera attenta e perfino altruistica. Una larga fetta dell’educazione impartita nelle nostre famiglie e nelle nostre scuole, ne fa un uso costante. Certo, la franchezza, la trasparenza e il senso di responsabilità individuale sono ampiamente da previlegiarsi in qualsiasi tipo di relazione interpersonale, soprattutto in quelle deputate alla formazione delle giovani generazioni. Il libero arbitrio resta il miglior modo di proporsi e di agire.

• Riconoscere i proprî torti. Saper riconoscere con umile semplicità i nostri torti, gli errori commessi, taglia l’erba sotto i piedi di coloro che – giocando sui nostri sensi di colpa e sui nostri scheletri negli armadî – ci manipolano ai loro fini. Un gesto preventivo, coraggioso, leale e… utilissimo.

• L’arma del ritardo. Le persone “importanti” arrivano regolarmente in ritardo? Così sottolineano la propria importanza! Lo scopo può essere quello di giocare sulla nostra attesa, generando una certa impazienza per ottenere più agevolmente ciò che desiderano. Creandoci una certa pressione, poi liberata dalla loro presenza, ci rendono più duttili e malleabili. Attenzione dunque.

• Il tono della voce. Secondo alcuni studî, il tono della voce che adottiamo ha una certa rilevanza nel convincere o nel persuadere il nostro interlocutore. Una voce grave con una tonalità piuttosto bassa, per esempio, tende a rassicurarci, apparendoci più credibile (contrariamente ad una voce forte e acuta, con un rapido eloquio). Tutte le nostre energie, infatti, si esaurirebbero nel tentativo di captare bene il messaggio trasmesso, sottraendole a quelle necessarie alla ricerca di argomenti di contraddittorio!

• Il “Do ut des”. Se facciamo una concessione, non facciamola a fondo perduto. Dire di no, negare un favore che ci viene richiesto non è cosa facile. Anche quando la cosa ci costa! Senso di colpa, paura di deludere o di essere esclusi ci accomunano tutti. Allora, (soprattutto) se ci viene richiesto qualcosa che ci impegna, che ci pesa, è naturale che l’interlocutore ci conceda una contropartita! Se non riusciamo a cessare di essere disponibili anche quando l’impegno ci costa, richiediamo almeno qualcosa in cambio! Questo costringerà gli altri a riflettere prima di sollecitarci e a considerarci in maniera meno superficiale e… manipolatoria.

Lite liberatoria o status quo? Alle vòlte la prima è preferibile al secondo. Evitare il confronto ad ogni costo (quasi per partito preso) sperando che la sitazione di risolva da sè, implica spesso tollerare ed incassare, sopportare e introiettare ansia e tensione. Ciò non fa che renderci ancora più vulnerabili! Il nostro interlocutore malintenzionato, infatti, conoscendo questa nostra propensione, ne approfitterà senza fallo.Alla lunga, questo potrà originare situazioni conflittuali ben più gravi di quelle che si sono volute evitare.

Occhio alla comunicazione non verbale! “L’autocontatto” è il toccarsi involontariamente, quasi per automatismo, alcune parti del viso (bocca, naso, orecchie…). Questo segnalerebbe un disagio, quando non una menzogna se si produce con una certa frequenza nell’arco di una discussione. La psicologia lo indica come un gesto risalente all’infanzia, quando ci coprivamo la bocca con la mano dopo aver detto una sciocchezza. Nell’età adulta si tradurrebbe in un semplice gesto di contatto, che tuttavia può essere altamente indicativo.

Schivare i “piagnoni”. Conosciamo tutti delle persone che recitano (in un copione piuttosto ripetitivo) il ruolo di vittime ricercando l’altrui compassione. E che ovviamente non seguono mai i nostri consigli. Evitateli, perchè difficilmente potrete aiutarli. Siate empatici, ma fermi e determinati. Portate la discussione su un terreno più cartesiano:«Mi rendo conto che tu abbia dei problemi in questo momento e mi dispiace davvero. Attualmente però sono molto occupato. Concretamente cosa hai bisogno da me?».

Non essere il “salvatore coatto”. Sentirsi utile, magari indispensabile, è una sensazione gradevole. Per alcuni sembra persino una vocazione. Pensare che gli altri non possano fare a meno di noi è un terreno fertile, quando non un palese invito alla manipolazione! Questo atteggiamento non farà di noi un supereroe, ma una “pezza da piedi” sempre disponibile per qualsiasi cosa!

Ciò che faccio ≠ ciò che sono. Un manipolatore ha il potere di demolire la nostra autostima sottolineando continuamente (e malamente) ciò che non va. Così, in luogo di sentirci stimolati a migliorare, ci convinceremo di essere degli incapaci! Ricordiamoci sempre che se ci siamo sbagliati o abbiamo difficoltà a fare qualcosa, non significa affatto che siamo delle nullità in tutto! Evitiamo di confondere ciò che siamo con ciò che facciamo. In questo il nostro sistema scolastico ha ancora molto da imparare…

Non temiamo di contraddire gli altri. La tendenza a compiacere, a non ferire, ad accontentare sempre tutti può essere altamente controproduttiva. Perfino mortificante. Specie quando ci rendiamo conto che ci sono individui che se ne servono per soddisfare i proprî piaceri personali. Non esitate dunque a contrariare le loro richieste, soprattutto se avete delle buone ragioni per farlo (non vi sentite considerati, rispettati, necessitate di un pò di riposo, state vivendo un periodo di stress, etc.).

Non siate vittime dei vostri desiderî. L’aspirazione ad essere stimati ed ammirati accomuna molti di noi. Sfoggiare la nostra parte migliore, riscuotere plauso e rispetto è una potente motivazione nella vita personale e professionale. Ma se questa è l’unica dinamo che possediamo, restiamo decisamente vulnerabili alla manipolazione! Il nostro desiderio di piacere ci rende in effetti assai prevedibili. Essere alla ribalta sì, ma non a qualunque costo.

(¹) Ciò che viene pubblicato in questa raccolta “Pillole”, in esclusiva per “Gli Scomunicati”, non può essere riprodotto senza il consenso scritto dell’autore

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