“Nel tuo tempo” – mostra di Olafur Eliasson a Palazzo Strozzi di  Firenze

“Nel tuo tempo” – mostra di Olafur Eliasson a Palazzo Strozzi di  Firenze

Di Susanna Schivardi

Da poco terminata la mostra Nel Tuo Tempo, la più grande mai dedicata al grande artista danese Olafur Eliasson, a Palazzo Strozzi di Firenze, dal 22 settembre 2022 fino al 22 gennaio 2023. Curata da Arturo Galansino, l’esposizione è stata il risultato del lavoro diretto dell’artista sugli spazi di Palazzo Strozzi con installazioni storiche e nuove produzioni, che ne hanno sovvertito la percezione, impiegando l’edificio stesso come strumento per creare arte.

La mostra ha raggiunto i 163mila visitatori, «Con la sua straordinaria creatività Olafur Eliasson ha trasformato Palazzo Strozzi in un luogo di partecipazione e condivisione con opere talvolta quasi impercettibili a volte di forte impatto. Oltrepassando i confini e i limiti fisici di uno spazio, ha messo in discussione la nostra distinzione tra realtà, percezione e rappresentazione» – dichiara Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra.

Beauty ridim

L’artista ha creato opere che si sono intersecate con l’architettura del Palazzo, rendendola innovativa e mossa, in eterna evoluzione attraverso la magia della luce creata dallo studio Eliasson. I visitatori passeggiando per il Cortile, il Piano Nobile e la Strozzina hanno potuto incontrare installazioni, interventi minimali e sculture, che sono andate a ricreare lo spazio rendendolo nuovo e accattivante. Tra le opere che più hanno colpito la nostra immaginazione la Triple seeing survey, 2022 risultato di tre faretti posizionati sul lato opposto del cortile che attraversano la grande sala centrale per andare a creare l’effetto visivo di una griglia luminosa sulla parete.

How do we live together? 2019 è un’opera che crea smarrimento, perché propone un arco semicircolare nero montato su uno specchio posto al soffitto, quindi si crea un effetto visivo circolare ma solo illusorio dato dalla riflessione sullo specchio che disorienta il visitatore lasciandolo basito di fronte alla sua immagine capovolta.

How do we live together?

Beauty, 1993 è composto in una stanza buia, illuminata da fasci di luce colorata che va a rifrangersi e riflettersi nelle gocce d’acqua, incontrando l’occhio del visitatore. L’effetto arcobaleno si vede e non si vede a seconda della posizione e questo genera una sinergia tra opera e spettatore molto suggestiva.

Il Colour Spectrum Keleidoscope, 2003 è la bellissima opera dell’ultima sala che consiste in un caleidoscopio esagonale costituito da filtri di vetro colorato riflettenti in sei diverse sfumature. Un’estremità termina in una stretta apertura e i visitatori accostano lo sguardo all’estremità opposta. L’effetto è una raggiera colorata attorno al volto che si pone all’altezza dell’apertura più piccola. Un gioco di una miriade di colori e sfumature.

Colour Spectrum Keleidoscope

Negli spazi della Strozzina troviamo invece alcune installazioni di realtà virtuale in cui lo spettatore si sente protagonista di un gioco di luci e riflessi che lo coinvolgono in maniera ludica. In Your view matter del 2022 i motivi cambiano costantemente a seconda della posizione, quindi, esistono solo per lo spettatore che in quel momento guarda dal suo punto di vista. Lo stesso vale per l’opera Eye See you del 2006, una superficie concava lucidata a specchio e al centro una lampadina montata a monofrequenza che emette luce intensa. Davanti ad essa due dischi di vetro dicromatico che cambiano colore a seconda delle posizione e del movimento dello spettatore.

Artista poliedrico, Eliasson nasce a Copenaghen nel 1967, dal 1995 il suo studio ha sede a Berlino, secondo molta critica Olafur Eliasson è un visionario spaziando tra fotografia, pittura, scultura e media. La sua visione dell’arte è basata su studi riguardo la luce, il colore, l’ambiente e la geometria, perché l’arte sia da mediatore tra l’uomo e la realtà circostante ed essa stessa fonte di conoscenza per mettere in azione la nostra indagine critica, attraverso il contatto con il mondo. Famoso per la sua installazione alla Tate Gallery, The Weather Project, lo ricordiamo anche per Green River, Waterfall, Our Glacial Perspectives, come si deduce dai titoli molte delle sue opere guidano il visitatore a riflettere sul cambiamento climatico e i suoi effetti.

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