Europarlamento e arresti eccellenti: presi con le mani nei sacchi (di denaro contante). Qualcosa non quadra…

Europarlamento e arresti eccellenti: presi con le mani nei sacchi (di denaro contante). Qualcosa non quadra…

Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

“Ti ho preso con le mani nella marmellata, brutto lazzarone”! …era una delle cose che potevano accadere un tempo ai ragazzini, che provavano il massimo livello di sprezzo del pericolo arrampicandosi, grazie a una sedia, per raggiungere lo stipetto più alto della credenza, dove gli adulti riponevano qualche leccornia.

Pensate un po’ da dove veniamo, da tempi sani. Quelli in cui una marachella corrispondeva ad andare a ficcare un dito dentro al barattolo di una conserva, rigorosamente fatta in casa, che le industrie stentavano ancora, qualche decennio fa, a far acquistare le loro produzioni a famiglie ancora composte da un padre, una madre e uno o più marmocchi.

Eravamo quell’Italia li, ricca di aspettative e in grado di NON mettere da parte i sogni ma i denari necessari a comporli.

Sono passati decenni, abbiamo proceduto spediti verso la cosiddetta evoluzione civile e affrontato la modernità. Pensavamo di scovare buone cose, miglioramenti fantastici, chissà quali incredibili innovazioni…

…invece eccoci qua, costretti a rinunciare un po’ a tutto per via di questa modernità il cui processo di espansione, evidentemente, presenta una lista di difetti non di poco conto, a partire dai sistemi di gestione delle popolazioni, passando per l’ambito ormai molto allargato della corruzione…

Cancellazione del denaro contante: ce lo chiede(va) l’Europa…

L’arresto della vice presidente dell’Eurocamera, la bionda e affascinante Eva Kaili, è arrivato come un cazzotto sullo sterno, uno tsunami di proporzioni enormi, un terremoto di magnitudo esagerata. …almeno per chi non sa come girino le cose ai piani alti.

Come può essere accaduto che un personaggio che sedeva su una poltrona così importante possa essere finita in carcere? Flagranza di reato. Presi con le mani nel sacco pieno di banconote, non di pagamenti digitali…

Si tratterebbe di un flusso di denaro contante che dal Quatar sarebbe finito direttamente nelle saccocce di un po’ di persone in vista a Bruxelles, compresi l’ex eurodeputato del Pd e di Articolo 1 Antonio Panzeri e il sindacalista LucaVisentini, ex dirigente della Uil in Friuli Venezia Giulia oltre a Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale della ONG No Peace Without Justice, e Francesco Giorgi, ex assistente parlamentare di Panzeri nonché compagno di vita della vicepresidente Kaili.

Non basta: a Bergamo sono state arrestate anche la moglie e la figlia di Panzeri: Maria Colleoni, di 67 anni, e SilviaPanzeri, di 38, che sono state trasferite in carcere a Bergamo.

La cosa incredibile è che sia a casa della Kaili, sia dentro una valigia del fuggiasco padre della bionda vicepresidente dell’Eurocamera UE, sarebbero state trovare ingenti somme di denaro. Rigorosamente in contanti. Ma come, non era l’Europa a chiederci di digitalizzare, di cancellare il denaro contante? Che fanno loro? Si fanno prendere con le mani nel sacco di banconote.

Chi glielo dice, ora, ai politici italiani che sostengono la cancellazione del denaro contante, che dopo questa serie di arresti e questi sacchi pieni di denaro, tutte le misure che tendono a privare i cittadini del possesso materiale dei loro beni in denaro fanno acqua da tutte le parti?

Ho immaginato il padre della Kaili scappare con la valigia zeppa di banconote e lo ammetto: ho riso, ho riso tanto.

Le motivazioni della retata (Da quando il lobbing diventa motivo di condanna per i potenti?)

Perché sarebbe confluito tanto denaro al punto da mettere sotto indagine personaggi così influenti? Motivi semplici: per ottenere che la UE sostenesse l’immagine del Qatar, che oltretutto ospita la Coppa del Mondo 2022. In pratica, ciò che avviene da sempre in politica internazionali attraverso le azioni di lobbing, oggi è oggetto di arresti eccellenti, resi possibili dalla flagranza di reato che è stata contestata, ci dicono, grazie a una perquisizione avvenuta nell’appartamento della Kaili, dove gli inquirenti hanno trovato “sacchi pieni di soldi in contanti“.

Prima domanda: dal Qatar come spedivano queste ingenti quantità di denaro contante? Con i piccioni viaggiatori?

Seconda domanda: come mai viene fatto esplodere questo bordello in seno al potere europeo in un periodo storico che ci ha portato a dover ammettere che no, i potenti non vengono mai toccati da indagini e arresti? (Guarda caso, si ribadisce persino che sono stati arrestati in flagranza di reato. Quando si vuole si può, quindi?)

Terza domanda: non ci sono informazioni approfondite sullo svolgimento delle indagini, girano solo articoli che azzardano qualche “si presume” “si pensa che“, mancano i dettagli, che in una situazione di tale gravità dovrebberso essere i primi ad emergere: siamo giornalisti o caporali? Non scherziamo.

Sarebbe auspicabile comprendere anche come mai in alcuni casi le inchiesta procedono ma non solo: portano persino a beccare le persone con le mani nel sacco pieno di denaro contanti. Giustizia a fasi alterne? A seconda dei casi, del periodo storico, della convenienza politica internazionale?

Pure gli evasori di basso profilo occultano i contanti dentro le solette dei loro appartamenti o sotto le mattonelle. Rammento quando furono scoperti 1,6 di milioni di euro in contanti nell’appartamento di Fabrizio Corona: mica li teneva dentro i sacchetti del supermercato!

https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/fabrizio-corona-1.4355446

Loro no: dentro ai sacchi, dentro le valigie, sotto il braccio come le baguette di pane a Parigi… Sembra una barzelletta.

Di seguito alcune notizie apparse sulla stampa nazionale:

https://www.ilgiornale.it/news/cronaca-giudiziaria/borse-piene-banconote-leurodeputata-kaili-arrestata-2094134.html

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/12/10/scandalo-corruzione-in-ue-da-panzeri-alla-vicepresidente-del-parlamento-kaili-la-rete-socialista-che-sosteneva-i-progressi-del-qatar/6900253/

Ursula von der Leyen è indagata a fasi alterne (…)

Ursula von der Leyen è presidente della Commissione Europea dal 2019. Di recente è iniziata a correre voce che fosse indagata. Il motivo?

Un fitto scambio di sms e telefonate tra la presidente e il CEO di Pfizer, Albert Bourla.

In realtà di questa storia si parla dal 2021, quando in Aprile il The New York Time fece emergere una notizia bomba quando rivelò che la presidente aveva trattato l’acquisto di 1,8 miliardi di dosi di vaccino anti Covid-19 direttamente con l’amministratore delegato di Pfizer, Bourla appunto.

Il giornalista Alexander Fanta chiese quindi l’accesso pubblico a quei messaggi di testo, cosa fattibile in un caso simile.”Ci spiace, non è possibile” fu praticamente la risposta data al cronista, che fece però scattare l’azione di una sorta di mediatore civile europeo, Emily O’Reilly, che a sua volta chiese di poter accedere a quei messaggi.

Dopo circa un paio di mesi, ecco arrivare la risposta da parte della Commissione Europea: non erano in grado di trovare quegli sms…

Sulla stampa internazionale, nel frattempo, si inizia a insinuare una notizia: la von der Leyen sarebbe sotto inchiesta per questa storia, no non lo è, si lo è, no, non lo è. Stiamo parlando del massimo esponente a livello europeo, non è certo facile districarsi in una vicenda simile, ma già le negate informazioni da parte dell’istituzione europea fanno riflettere: se non vi era nulla di male in quegli sms, perché rispondere: “Non li troviamo”?

Fa sorgere dubbi persino agli ortodossi sostenitori delle istituzioni europee.

https://europa.today.it/attualita/commissione-ue-ha-perso-sms-tra-von-der-leyen-capo-pfizer.html

Albert Bourla, l’uomo delle dosi Pfizer non si presenta di fronte alla commissione UE

Bourla è l’amministratore delegato di Pfizer, l’uomo che avrebbe scambiato telefonate ed sms con la von der Layen per prendere accordi sulle ingenti quantità di dosi di vaccino o farmaco anti Covid-19 che dir si voglia. E’ anche colui che ha assicurato tutti con “garanzie” sui farmaci anti-Covid attraverso dichiarazioni del tipo: “Basta una dose” poi “Ne servono due” e ancora “No, attenzione…ne servono assolutamente TRE”!

Il potente CEO di Pfizer è stato chiamato a comparire di fronte al Parlamento Europeo per un’audizione relativa alle trattative intercorse con la von der Leyen: rifiuta costantemente di presentarsi. No, non trova scusanti tipo: “Mi si è rotta la lavatrice” oppure “Mia nonna sta male”. Da quanto si apprende dalla stampa si rifiuta, letteralmente, di presentarsi per essere ascoltato sulla vicenda degli accordi stretti attraverso la von der Leyen.

Qualcuno spieghi a Bourla che così facendo i dubbi sulla trasparenza relativa a questi farmaci, ai piani vaccinali, agli obblighi vaccinali e alle rigorose misure imposte alle nazioni europee, prima tra tutte l’Italia, in questo modo aumentano tra le popolazioni…

https://www.ilgiornale.it/news/europa/altro-no-ceo-pfizer-non-testimonia-parlamento-ue-2092399.html

Le dimissioni (immotivate) di Heiko von der Leyen

Piccola nota: il marito della von der Layen è Heiko von der Leyen, che oltre a essere medico è anche direttore scientifico della biotech americana Orgenesis (https://orgenesis.com/#/) .

Di recente ha dovuto rinunciare a un incarico, quello di membro del comitato di sorveglianza della neonata fondazione italiana di ricerca scientifica voluta dall’Università di Padova che ha l’obiettivo di gestire un importante progetto ricerca su terapia genica e farmaci a Rna finanziato con i soldi dell’Unione europea. Soldi del PNRR, per la bela cifra di 320 milioni di euro.

A coordinare la fondazione creata dall’Università di Padova, il professor Rosario Rizzuto, che aveva comunicato la decisione della scelta di Heiko von der Leyen con queste parole: “Le istituzioni pubbliche e private che partecipano al progetto hanno scelto i propri rappresentanti per il Consiglio di sorveglianza e per il Consiglio di gestione della Fondazione e la Orgenesis ci ha indicato Heiko von der Leyen”.

Le dimissioni di Heiko von der Leyen sono giunte poco dopo la sua nomina e senza che sia stato reso noto un motivo: c’è chi dice che lo abbia fatto per non danneggiare l’immagine della moglie, chi che ha pensato bene di non dar luogo a ulteriori sospetti di conflitto di interessi.

Conclusioni

Troppi punti in questa vicenda sono opachi, ecco perché la serie di arresti che sono avvenuti in seno al potere europeo appaiono quantomeno bizzarri.

Si vuol per caso coprire qualche altra faccenda? Che fine ha fatto la von der Leyen di cui in queste ore si parla solo in merito all’uccisione del suo pony da parte di un lupo?…

P.S. l’inchiesta “Mani pulite” fu avviata dopo che il pubblico ministero Antonio Di Pietro chiese – e ottenne dal GIP Italo Ghitti – un ordine di cattura per l’ingegner Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio e membro di primo piano del PSI milanese che era stato anch’egli colto in flagranza di reato (mazzetta in tasca durante un evento pubblico). Sappiamo come andò a finire: dopo Mani Pulite nessun politico si è più vergognato degli atti di corruzione, degli scandali, dei fattacci che li vedono tristemente coinvolti. Attenzione: che non avvenga la medesima cosa in seno alla politica europarlamentare…

***Foto di copertina da: RadioRadio

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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