Allenare la propria creatività

Allenare la propria creatività

Rubrica settimanale a cura del dottor Claudio Rao

«Quando creo, quando trasformo, sono pienamente nel presente; anima e corpo in ciò che faccio, connessa al 100% con le mie emozioni. Basta che un’idea, un’immagine mi sfiorino per fare sorgere in me un diluvio di emozioni che richiedono di materializzarsi in una scultura. Il bisogno di ritrovare i miei strumenti nel mio atelier diventa imperioso, irrefrenabile! Mi abbandono completamente all’ispirazione e sono le mie mani a guidare il processo creativo. Modello l’argilla fino a quando la materia rispecchia l’immagine mentale. Fino a quando l’argilla acquisisce una forma umana. Liberando progressivamente la materia da tutto ciò che non le appartiene più. Quando sono in questo trasporto, così assorbita, perdo il contatto con il resto del mondo. Come se tutto restasse sullo sfondo. In primo piano ci siamo soltanto io e la mia creazione. Al di fuori della mia arte, alleno la mia creatività lasciandomi emozionare dai momenti del quotidiano, dai dettagli ricchi di poesia: l’espressione e la luminosità di un volto o di uno sguardo, la prospettiva di un palazzo che si staglia in un cielo azzurro,   i raggi del sole che filtrano tra i rami di un albero al tramonto, un lampione che si riflette in una pozzanghera. La creatività dà alla mia vita un valore aggiunto».

Sophia, trentenne, ci diede una sonora lezione con queste parole (riportate a braccio) durante una seduta di gruppo in cui – sotto la guida di due brillanti psicoterapeuti – condividevamo un percorso formativo di evoluzione personale nel lontano 2005.

La predisposizione ad esplorare la nostra creatività influenza la nostra capacità di gustare il presente. Creatività che non è unicamente monopolio degli artisti! Con un pizzico di originalità e di fantasia, essa può apparirci ad ogni momento della giornata, negli aspetti più impensati e negli ambienti più ordinarî.

Come mai allora alcuni di noi si sentono totalmente sprovvisti di questa capacità? Il peso degli imperativi familiari e sociali, la routine, possono aver contribuito ad atrofizzare la loro ispirazione, la predisposizione dell’essere umano alla libertà d’espressione e d’iniziativa. Vi sono poi gli effetti di un’educazione “creaticida” e conformista che incoraggia a correre il minor rischio possibile; resistente al cambiamento ed impermeabile ad ogni forma di devianza dal pensiero dominante. Tutte cause – dirette o indirette – di una forma di aridità creativa per molti di noi.

Conosciamo poi il ruolo dell’autocensura (per timore delle critiche altrui, di “fare brutte figure”, di mettersi fuorigioco) da cui pochi di noi sono esenti.

Per liberare la propria creatività, il proprio slancio creativo, tuttavia basta poco. Guardare le cose in modo nuovo (come se fosse la prima volta, o… l’ultima!), affrontare una situazione in modo diverso, immaginando altre prospettive o variazioni sul tema. Esplorare coraggiosamente le idee più strambe e perfino apparentemente insensate: spesso il genio nasce dall’intuizione creativa di strade escluse a priori!   

Scoprire i propri talenti nascosti. La cosa può fare sorridere, tuttavia la creatività è a portata di mano di chiunque. Possiamo essere creativi cucinando un nuovo piatto, raccontando una fiaba a nostro figlio o illustrandogli la realtà con esempî giocosi, scegliendo il vestito da indossare o un accessorio per la nostra auto; nel comporre un mazzo di fiori, nell’immaginare un motivetto o nell’inventare nuove parole per una canzone che ci frulla in testa, nel trasformare eventi vissuti in barzellette da raccontare agli amici, nel fare bricolage in garage, nel riordinare le foto nell’album di famiglia.

Non esiste un modello prestabilito, un senso unico per la creatività! È proprio qui la sua ricchezza, la sua unicità. Ognuno di noi può portarvi il proprio contributo: più timido o più accentuato. Che si tratti della soluzione di un problema o dell’espressione di un’emozione, osiamo essere creativi! Disinibiamoci. Mettiamo tra parentesi la razionalità cartesiana e un pò prudente che spesso ci caratterizza e coloriamo la nostra routine! La creatività ha il potere di trasformare la nostra giornata rendendola più gioiosa, più luminosa, addirittura più poetica. Lasciamoci guidare dalle nostre emozioni.

Immaginate per un attimo che tutto, assolutamente tutto, sia possibile. Che cosa fareste per arricchire la vostra quotidianità? Come esprimereste ciò che sentite nel vostro cuore?

È chiaro che il “principio di realtà” richiede un minimo di aderenza alla vita sociale e professionale. Tuttavia, ogniqualvolta ci autorizzeremo a seguire il nostro sesto senso, sentiremo una forma di eccitazione e di entusiasmo che ci permetterà di “personalizzare” quella giornata, quel momento, quella situazione. Il Qui ed Ora ne risulterà diverso, più arricchente e più soddisfacente.

Risvegliare la propria creatività arricchirà il nostro quotidiano. Stimolando il nostro senso artistico, saremo più sensibili alla bellezza che ci circonda. Alle volte è sufficiente qualche piccola nozione di musica, di pittura, di danza o di ballo per sperimentare tutta una sinfonia di emozioni estetiche prima sconosciute.

Chiedetevi a quale forma artistica siete più sensibili. Per stimolare la vostra immaginazione, scrivete ogni giorno qualche pensiero, disegnate figure astratte, realizzate un video insolito o divertente, immaginate una coreografia, un cartellone pubblicitario. Vivetelo come un passatempo, come un gioco.

Come illustrato dal pediatra e psicoanalista britannico Donald Winnicott ¹, il gioco ha una valenza importantissima nello sviluppo della creatività.

Incominciate dal modificare i dettagli. Spostate un oggetto o un mobile, cambiate il colore di una parete, modificate la sistemazione dei quadri… Nel mio studio, mi capitò di proporre con discreto successo lo scambio dei posti sulle rispettive poltrone a clienti estremamente rigidi per riflettere sul cambio di prospettiva.

All’occasione, visitate un museo, assistete a uno spettacolo di danza o una pièce teatrale oppure iscrivetevi semplicemente a un atelier di creazione artistica. Piccola nota autobiografica: su suggerimento della mia psicoterapeuta di riferimento, mi iscrissi a Ginevra a un corso d’improvvisazione teatrale con effetti perfino sorprendenti.

Alleniamo la nostra creatività per acquisire la preziosa capacità di essere presenti ad ogni momento che la vita ci regala, in quel dolceamaro che nutrirà i nostri ricordi e le nostre narrazioni di anziani in veneranda età.   

¹ Donald W. Winnicott, Gioco e realtà, Armando Editore, 2001.

***Immagine di copertina fornita dall’autore

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