Di Lucaa del Negro
L’attività verbale e scritta che sovrappone principi alternativi alle regole sintattiche della frase, dicasi giuoco delle parole di questo titolo, per quel che ne rimane, è figlia di un sentimento che il sottoscritto, dopo decenni di attività attorno ai temi sull’immigrazione, ha ormai consacrato per la declinazione italiana (stato delle cose) alla noia.
Tant’è che per tendere il ragionamento possa almeno per un momento distaccarsi da quello che rimane mio gesto di stizza, con capriccio, inserisco a bomba or ora un lungometraggio girato nel 1998 da Aldo, Giovanni e Giacomo, e Massimo Venier. Anno 1998. (Millenovecentonovantotto)
Venticinque anni or sono, “Così è la vita“, attraverso toni comici assolutamente geniali per quanto riguarda il sarcasmo, l’ironia, la caricatura eccetera della società italiana, ci consegnò una frase che secondo me, racchiude tante, davvero tante cose che ci appartengono, perbenismo permettendo: “amico dei negri”.
(Il poliziotto pasoliniano s’era elevato dalla melma delle opinioni che si addensavano nelle nostre città; personale nota cinefila)
Da allora e prima di allora, nemmeno poco è cambiato, perché è cambiato nulla in Europa ed in Italia in particolare: chiedere agli uomini e donne che formano le Forze dell’Ordine, chiedere a quei sottoproletari (nella maggioranza immigrati regolari) che lavorano a stretto contatto dei profughi, siano questi ultimi (sic!) regolari o no. (Non prenderò in esame i governi di allora e quelli che si succedettero, tanto meno chi ancora straparla strumentalizzando la situazione, escludendo in linea di massima l’outing -da intercettazioni- dei mafiosi che rivendicarono al telefono i lauti profitti sulle teste dei disgraziati…)
Tutto questo preambolo per iniziare a ragionare con i dati? Anche no.
No perché i dati, e dopo aver appreso che cosa è possibile fare con le fake-news e che cosa si può aggiungere alle pratiche oppressive nel mentre la popolazione è sempre più votata a credere senza partecipare, senza confrontare, priva del minimo senso critico laddove l’era COVID-19 e i segreti di Stato sono scomodi quanto basta, scartabellare numeri ed insiemi è praticamente senza senso, considerato che insisto ad affermare e sempre in attesa di smentite che non è cambiato niente.
Al limite, “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa me lo rileggo volentieri: e scusate se è poco!
Che cosa manifesta questo personale atteggiamento apparentemente scontroso, anarchico, nichilista e sfiduciato, secondo Voi, cari lettori… il pensiero che l’Italia non è la stessa della Hepburn e del Peck ? Delle “notti magiche” del duo Nannini Bennato dei ’90?
Ma no! Suvvia!
In un corso epocale, stiamo assistendo alla sostituzione identitaria della società in cui molti di noi sono nati e, quasi alla pari con il resto d’Europa, le vicissitudini portano all’esasperazione delle classi meno abbienti, in prossimità del ceto medio.
(Anche per questa analisi, nulla di nuovo: siamo alle solite giravolte della storia…)
Ed ora, citazione per citazione, arrischio l’intrusione della triturata frase “del dito e della luna” attribuita a Mao Tse-Tung.
La perseveranza di fissare il dito in continuazione in grazia dei piloti del mainstream, vieta, oppure meglio, oscura l’attenzione verso la prima analisi che deve, dovrebbe essere quella di verificare perché questa enorme ed esagerata massa umana si riversa in queste pacifiche e piuttosto ricche Lande; l’oblio (mentale) che ci viene accordato si erge appunto sulle cifre, sulle piccole vicende umane, alimentando addirittura un giudizio per l’anima, quella coscienza cosiddetta civile che ci renderebbe a volte -alquanto sembrerebbe dinanzi ai migranti a detta di gruppi #RadicalChic– bestie.
Il cadavere del bimbo esanime riverso sulla spiaggia piuttosto che il neo-sindacalista parlamentare da copertina arrivato indossando una tuta lacerata con un barcone -due esempi che sì, commuovono- perché non ci inducono a ragionare a fondo sul loro passato e di ponderare quali ombre salvifiche o non potute diventare tali rappresentino al cospetto di migliaia di altri bimbi massacrati e di altrettante migliaia di giovani uomini che crepano da schiavi in Patria e non solo, lasciando per un (lungo) momento le preghiere ai pii uomini di Fede?
Senza soluzioni possano -come dire- rendere giustizia, arrivati quasi all’anno 2023 in questo scorcio di destabilizzazione geopolitica di natura economica e ora si aggiunge anche climatica (chi le ostenta con destrezza dovrebbe essere un dio, non un politicante), potremmo almeno convincerci che non è l’immigrazione il problema da affrontare se vengono escluse le ragioni dell’emigrazione e la gestione degli arrivi?
L’emigrazione avviene prevalentemente perché l’essere umano nel luogo dove si trova non trova condizioni sufficienti per vivere, non quelle minimamente ad egli adeguate insomma; le continue guerre e senza indicizzare questo argomento con l’Ucraina dove milioni di Persone aspettano di scappare il primo giorno cesserà la barbarie, (Egitto; Siria; Libia; Mali; Mozambico; Nigeria; Repubblica Centrafricana; Congo; Somalia; Sudan; Afghanistan e Iraq per citare a maledetto caso conflitti ancora in corso) mostrano evidenti responsabilità spesso dominate dai nostri Governi.
Ci sono da molto tempo prove pagate con la vita (bisogna sempre ricordarlo) portate alla nostra indifferenza e ordinaria indolenza da eroi, quelli veri, i giornalisti come Ilaria Alpi, in menzione d’onore di un’italiana dilaniata e dimenticata in Africa, nevvero?
I Popoli poveri che l’Europa, la Gran Bretagna e gli USA e i suoi satelliti schiavizzano per lavori particolarmente usuranti e a forte rischio ambientale, senza graziare i ricchi Paesi del Golfo per questi crimini, luoghi che come la Tunisia -per esempio-vengono utilizzati come discarica di scarti chimici e farmaceutici e radioattivi (in Macedonia del Nord piuttosto che in Moldavia, altro esempio di Paesi candidati all’ingresso nella Comunità Europea, i salari hanno medie di 300-350 euro al mese!) pensiamo rimangano stanziali e che non si apprestino a generare esodi disordinati?
I flussi migratori esistono ed esisteranno perché l’Uomo emigra, fugge in qualche modo; il respingimento anche parziale -alla data odierna- è impossibile; nemmeno il furioso, spietato e disciplinato esercito nazista del Fuhrer tedesco Hitler potrebbe oggi avere un minimo successo, anche prospettando una riesumazione delle gesta di quelle feroci armate protagoniste della Ila guerra mondiale, poiché oggi solo una estesa guerra civile potrebbe risultare cruciale e allo stesso tempo fatale.
Ma davvero è pensabile che ronde dopolavoriste, leoni da tastiera, e chi più ne ha ne metta, siano in grado di andare quartiere per quartiere, casa per casa, a chiedere documenti? Non siamo capaci di gestire il traffico, i rifiuti urbani e i cinghiali selvatici nella Capitale, e vorremmo i militari schierati da Tarvisio a Lampedusa passando per Ventimiglia H24 senza aver seriamente pensato negli ultimi trent’anni che non ci sono abbastanza case circondariali e, quelle poche strutture sempre sovraffollate, degradate e fatiscenti, sono malamente gestite con scarso e sottopagato personale penitenziario. E i costi? Gli accordi internazionali? Ma per favore…
“Essi” -gli stranieri- sono tra di noi. E sono già “noi”, anno 2023 in arrivo. GuardateVi attorno.
-> (https://autorenegro.org/lislam-armato-la-polizia-islamica-armed-islam-the-islamic-police/)
Lo “status quo” è quindi questo? Lo affianchiamo a una sorta di ri-assegnazione dei valori, dei principi che andranno modificati piaccia o piaccia meno?
Sembra di sì e, sembra avvenga proprio nella “piaga italiana” in coda a quella nordamericana. (“Piaga” o “piega”, dipende dal grado di pseudo-insediamento dei nuovi arrivati…)
Insisto… esiste un piano occulto per un “nuovo ordine”? La piccola e povera contro-informazione, piuttosto settaria nel dialogare al suo interno, bisbiglia al riguardo: perché negare a priori, domando.
Eppure, se questo progetto davvero viene spiegato -ammesso ma non concesso sia dimostrato- lo è nella misura in cui lo è… soprattutto in Italia, Paese che si lamenta del “massiccio assedio extracomunitario” e che però non offre per una strana “prudenza” o “forma di “egoismo” delle coppie, pargoli indigeni, dove l’ispezione nelle aule scolastiche degli asili e delle elementari, rivela il sommo campione che invito a verificare di persona.
(Tocchiamoci i genitali durante le sedute spiritiche offerte da “Netflix”, “Otto e mezzo”, “Carta bianca” e… massì, anche Twitter)
Riferirsi alle imbarcazioni che approdano in Sicilia con carichi di potenziali schiavi per invocare l’emergenza, è, dunque, tarda formalità, movente di consenso elettorale e deviata conoscenza del problema, dove la manodopera di bassissimo livello e il traffico di carne umana intercettato dalla malavita, sono l’esclusività complice difficile da non considerare. Le rotte dell’emigrazione sono molteplici e costanti, viscide e mutevoli, di mare e -senti senti- di terra; la difesa dell’Europa del nord si basa principalmente nel far rispettare per quel che è possibile accordi che l’Italia ha firmato e controfirmato (Dublino e succ. modifiche), patti che all’estero, si mormora, siano utili per la “gestione” di questo fenomeno, intese mai apertamente messe in discussione se non con finzioni chiamate “ricollocamento”.
La gestione degli arrivi e delle richieste di asilo e protezione, (i Centri e gli appalti) per tanto, sono il vero primo problema da affrontare, non la Giustizia seppur sotto scacco dalla microcriminalità, visto che Zeus e Temi non hanno partorito nell’ex Belpaese .
Gestire i Centri per l’accoglienza e il respingimento, indi, mi ripeto ancora, è il vero primo tema che non si vuole affrontare in Italia. Farsi circoscrivere con numeri e cifre, con scene che dipingono rimpalli organizzati di navi ONG, sono trappole mediatiche che funzionano molto bene per cautelare i cittadini; la tendenza per invertire la rotta e congelare i flussi di danaro “sporco”, possibilità che con l”emanazione di qualche Decreto Legge e l’utilizzo attivo dell’Esercito è assolutamente attuabile in 24 ore e che oserei scoprire anche nei dettagli, potrebbe essere davvero un’inclinazione ad effetto domino da osservare, un impianto che il nord Europa insiste a misurare facendo talvolta qualche passo verso la nuova normalità.
L’Italia, centro del Mediterraneo, con i suoi 68 Governi (!) -Paese tra i primi dieci al mondo e sempre quotato per mille ragioni e non solo commerciali in quanto ovvia pratica per inseguire l’eccellenza- perché continua a negare ai contribuenti tale diritto?
(A disposizione; ancora per poco. Inverno 2022)
Lucaa del Negro
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***Foto di copertina: di Lucaa del Negro
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