SullaStradaDelVino a Bere Rosa 2022

SullaStradaDelVino a Bere Rosa 2022

Rubrica a cura della giornalista Susanna Schivardi e del sommelier Massimo Casali – Fotografie di Eleonora Casali

Vi raccontiamo il rosato ma anche un evento curato nei minimi particolari. Undicesima edizione per Bere Rosa 2022 organizzato da Cucina&Vini che proprio nel 2011 iniziò in punta di piedi a proporre i rosati con due edizioni della guida Rosati d’Italia, quando i tempi per il vino rosa erano ancora poco maturi. L’evento di oggi è quindi il risultato di un lungo percorso della Rivista diretta da Francesco D’Agostino, che ha sfatato la percezione del rosato come vino sempre pronto ad un anno dalla vendemmia, esponendolo all’attenzione di un pubblico esigente. Ricordiamo che partner della manifestazione si conferma l’azienda francese Diam Bouchage, leader mondiale nella produzione di tappi tecnici in sughero.

Questo è anche il secondo anno che il Rosé in tante sfumature prende dimora per un giorno presso il parco di Villa Appia Antica, una sede prediletta inizialmente per scongiurare le minacce legate all’emergenza sanitaria, e quest’anno ribadita per la sua bellezza e maestosità nel mezzo della città storica, e delle sue monumentali memorie archeologiche che solo a Roma si possono ammirare con tanta intensità.

Addentriamoci nel vivo dell’esperienza, dove numerosi sono i produttori e operatori a raccontare il vino ai tanti curiosi, ad un pubblico attento, agli amanti del rosato e a quelli che cercano un modo per sfatare pregiudizi. Molte le famiglie, che hanno trovato oggi un modo insolito per stare insieme, e soprattutto abbiamo notato sorrisi e gioia, un caldo attenuato da piacevoli refoli di vento, e soprattutto calici sempre pronti ad essere riempiti.

Oggi Massimo Casali, il nostro sommelier, si è avvicinato ai banchi di assaggio con l’atteggiamento di chi non solo vuole studiare il prodotto ma godere di una magnifica serata. Il rosato è un vino che da poco si è ripreso un posticino sul podio, e merita di essere analizzato e bevuto con cura e dedizione, perché trattasi di un vino non solo estivo e non sempre giovane e fresco, ma che in alcuni casi propone una beva complessa, articolata, che richiede un’attenzione particolare.

Iniziamo subito con le aziende incontrate per una breve ma intensa carrellata.

Tenuta Planisium, cantina bioenologica del foggiano, a Volturino, di cui assaggiamo il Briele, Rosé che prende il nome da una fontana ivi presente. Qui abbiamo un Nero di Troia in purezza, e ricordiamo che tutta l’azienda persegue un progetto di ecosostenibilità che prevede pressatura soffice a grappolo intero, stoccato in silos d’acciaio e a temperatura controllata.

Tanto per approfondire, l’azienda agricola trae il proprio nome da uno scavo archeologico che ha portato alla luce una villa romana, in Selva Piana, con funzioni quasi sicuramente agricole. La cantina è immersa nel paesaggio del Subappennino Dauno e il vigneto è situato ad una altezza media di 700 m slm. Qui altitudine e venti conferiscono alle uve quelle caratteristiche uniche nel loro genere che ritroviamo nei tipici vini strutturati della regione.

Vittoria Rosé, 2020, Pinot Nero 100% 36 mesi sui lieviti, millesimato, Pas dosé, per l’azienda Pasetti, alla visiva un rosa tenue brillante, il perlage è fine, e alla gustativa elegante con dolci note mandorlate e sfumature di panificazione. Un gusto pieno per un piacevole finale sapido. Con Pasetti ci troviamo in Abruzzo e più precisamente a Pescosansonesco, appartenente ad una zona di alta collina e fascia montana interna. Una storia di 5 generazioni, con un punto di svolta negli anni ’60 quando si inizia a vinificare in proprio, oggi è Mimmo Pasetti a dirigere l’azienda, che sorge su un terreno argilloso-calcareo, ricco di scheletro, e spinto da importanti escursioni termiche che donano ai vini profili sensoriali molto intensi.

Anteprima di La Scolca, Piemonte, Soldati La Scolca Brut Rosé, Metodo Classico, 90% Cortese, dai 24 ai 36 mesi sui lieviti. Zona di produzione Gavi D.O.C.G., per un perlage fine e persistente, colore rosa chiaro, al naso si apre con sinfonia di profumi, crosta di pane e pasticceria, in bocca vellutato ed elegante. L’azienda, una delle massime espressioni della produzione di Cortese – diciamo che il vino Gavi prodotto da queste uve è stato inventato proprio qui – gestisce 50 ettari distesi tra le felici posizioni di Rovereto e Gavi, che regalano aria marina asciutta, sole pieno, freschezza e brevi rugiade, per un prodotto di eccellenza assoluta in questa micro-zona, frutto non solo di posizione invidiabile ma anche di pratiche enologiche all’avanguardia, che permettono a La Scolca di avere innegabilmente una marcia in più.

Passiamo al Franciacorta, con l’azienda Mirabella, Pinot Nero in purezza e 36 mesi sui lieviti. Un perlage fine, che regala profumo di mora, accompagnato ad un bouquet floreale, per una bocca fresca dalla buona acidità, da abbinare a pesce crudo, tartare oppure ostriche.

Passiamo alla Cantina Sociale Trento, Trentodoc, con Il Concilio, un Pinot Nero in purezza, 24 mesi sui lieviti e chiamato 600 (in foto), perché le uve si trovano ad altitudini dai 600 metri in su. Ce lo racconta Lorenzo Campana, commerciale della cantina “caratterizzato da un colore rosa buccia di cipolla, il profumo è molto fresco con note di mora e fiori, il perlage è fine e al palato mediamente persistente. Elegante e lievemente sapido sul finale”. Ideale per aperitivo ma anche ottima beva per pasti a base di piatti tipici trentini.

Proseguiamo con Zell Rosé, Pinot Nero in purezza e 40 mesi sui lieviti. Le uve selezionate per la Cuvée provengono dalla località chiamata Zell, dove i vigneti sistemati a giropoggio si trovano su terrazze naturali esposte a sud verso la Valle dell’Adige, da suoli poco profondi, drenanti e ricchi di scaglie di calcare marnoso. Il colore è un rosa tenue, all’olfatto elegante, fruttato dal tipico profumo di lievito, al gusto fresco, adatto a tutto pasto.

Non poteva mancare Marco Muscari Tomajoli, con il Velca, Montepulciano in purezza. Gustiamo una bella verticale di rosato, partiamo dal 2021 a ritroso fino al 2016, che è regina in questo pomeriggio e prima annata di questo rosato, premiatissimo e che si presenta con sentori molto definiti. A partire dall’etichetta che fa l’occhiolino alle origini etrusche dell’area ovviamente perché Velca è una donna di cui il ritratto può ancora essere ammirato nella Tomba dell’Orco, nella Necropoli di Monterozzi. Acchiappa l’attenzione del pubblico con etichetta ruffiana ma non da meno esprime tutta la sua complessità già con il suo perlage fine e persistente, al naso molto fruttato e coerenza in bocca che esplode in frutti rossi, come mora, susina e fragrante lampone. Prodotto non più in vendita perché esaurito sul mercato, oggi Marco ce lo concede per farci un omaggio che noi abbiamo gradito davvero! Il rosato, grazie anche a produttori come Muscari Tomajoli, guadagna posizioni tra winelover e appassionati in generale, perché non è più considerato ormai vino di facile beva e sempre uguale, ma si concede posti di riguardo nelle scelte dei consumatori. L’annata 2019 definisce i sentori con un colore buccia di cipolla ramata, il bouquet è raffinato di ribes e agrume, con un naso molto minerale, che ricorda ovviamente le sue terre natie, molto vicine al mare. Una bocca avvolgente e intensa ci invita ad un pasto completo a cui poter abbinare questo vino davvero importante.

Terminiamo il nostro tour in rosa con una bella azienda che già l’anno scorso abbiamo incontrato, Tenuta I Fauri di Valentina di Camillo e del fratello Luigi, nel chietino, e non possiamo non parlare del Cerasuolo Baldovino 2021, che è anche rientrato nei 50 top Rosé 2022, aggiudicandosi il Ds Glass Award. Un vino figlio di una terra vocata da sempre alla viticoltura dove gli abitanti vivono con semplicità ma non mancano mai di mettere un bicchiere di vino a tavola, da sempre gli abruzzesi bevono Cerasuolo, “un vitigno per troppo tempo considerato di serie b ma che adesso sta giocando campionati importanti. Questa è la prima annata di agricoltura biologica certificata – ci racconta Valentina – e questo vino è davvero un pezzo di cuore perché è abbinabile in tavola ad ogni tipo di piatto, che sia carne o pesce, e da qualche tempo riscontriamo un grande successo anche nei palati più esigenti!”.

Lasciamo l’evento pienamente soddisfatti, per le proposte di nuove o già note cantine, rispolverando i sentori dei rosati che, almeno per noi, sono stati fedeli compagni di varie occasioni. A nostro modesto avviso, questa variante rappresenta una bellissima sfida e nuove frontiere da conoscere perché tutto sta come sempre nel lavoro in vigna, la scelta e selezione delle uve e la sapienza in cantina. Un grazie a Cucina& Vini che ha contribuito fortemente alla diffusione della cultura del vino rosato, come ha ultimamente dichiarato lo stesso direttore Francesco D’Agostino “A distanza di undici anni noi di Cucina & Vini possiamo dire di aver dato un contributo importante a questo settore, aumentando la consapevolezza e la sensibilità dei consumatori nei confronti del mondo rosa, che ha le stesse prerogative di ogni tipologia di vino in Italia”.  

Un ringraziamento anche alla nostra giovane sommelier in erba, Eleonora Casali, per le foto in pubblicazione.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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