Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso
Ieri, 5 Luglio, la signora Myrta Merlino – o il suo staff – ha pensato bene di pubblicare sul suo profilo ufficiale su Twitter questo commento:
Notoriamente non amo le polemiche e lascio che ogni singolo individuo possa utilizzare il libero pensiero: se a Myrta, collega con un background televisivo e radiofonico invidiabile, ha dato fastidio ritrovarsi senza un taxi disponibile a causa dello sciopero di due giorni della categoria, è sua facoltà e libertà.
Certo, appare solo un pelino bizzarro che queste dichiarazioni personali, lecite ripeto se la pensa in tal maniera, siano rese pubbliche su un social network.
Un conto è esprimere la propria opinione a casa propria, un altro è esporla pubblicamente.
Non essendo la Myrta nazionale la “Sora Lella del piano di sotto”, anzi, e considerando il grosso seguito di telespettatori che alimenta lo share della sua trasmissione, abbiamo di fronte a noi due possibilità…
La prima: Myrta Merlino ha volutamente scritto, o fatto scrivere, o lo staff in realtà segue una sorta di linea editoriale programmata e aderente anche alla trasmissione che conduce, per contrastare la manifestazione a oltranza che, evidentemente – almeno per chi ne conosce un poco le ragioni – va contro il governo italiano.
E’ giusto? E’ sbagliato? Non sta a me dirlo, ma più avanti vi regalerò, almeno, le ragioni della protesta: ognuno potrà considerare liberamente la questione utilizzando il proprio cervello.
La seconda possibiità: comunicare su un social come Twitter, da parte di personaggi noti e con un alto numero di follower – nel momento in cui scrivo la Merlino è seguita da 164.628 persone – può, tra le altre cose, contribuire ad analizzare lo stato della popolazione, la tenuta sociale, il livello di rabbia o di adesione alle misure governative.
Propendo per la seconda possibilità, ma il mio parere personale non è importante.
La mia replica
Rispetto il pensiero di qualsiasi persona, a patto che non si usino con me toni offensivi, volgari, maleducati o di supremazia.
Raramente mi ficco in mezzo a diatribe virtuali, che trovo sciocche, inutili e dannose. Stavolta, però, col dovuto rispetto dell’opinione altrui – in questo caso di Myrta e delle centinaia di persone che hanno apposto un “like” a quel suo post confermando di avere la medesima percezione su quanto sta accadendo – ho deciso di partecipare replicando in tal modo:
La mia replica deve essere intesa come un sostegno dei confronti dei miei colleghi giornalisti, non come un affronto: che a Myrta le decine di commenti negative a questo suo pensiero interessino meno di sapere che stamane, in Burkina Faso, vi sia stata una moria di moscerini, ci sta. Ma a me spiace che la gente poi si avventi duramente, scrivendo ovvietà del tipo:
Willie Shake, che non conosco, ha scritto un pensiero coerente: una giornalista, prima di scrivere la sua mera opinione personale su un social network, dovrebbe approfondire…
Ora, pensate davvero che Myrta Merlino non conosca le ragioni della protesta della categoria dei tassisti? Riflettete con calma…
Aggiungo un altro elemento per mostrare il pensiero personale di chi dei taxi vede solo la superficie: un servizio che pago e che pretendo, in massima sintesi, e dei motivi che ti spingono a bloccarlo me ne fotte meno di un fico secco: non ho la minima idea di chi sia questo Tommaso Zorzi, famoso influencer meneghino, ma ha dichiarato questo:
Passerò ora alla spiegazione delle motivazioni di questa due giorni di sciopero a livello nazionale.
Le ragioni dello sciopero dei tassisti
Il DL Concorrenza è una legge che viene pubblicata ogni anno con qualche modifica che apporta novità. Il governo analizza la precedente versione e, nel caso, apporta modifiche.
Cosa contiene questa Legge?
Regole a sostegno della liberalizzazione del mercato e per lo sviluppo della concorrenza. Contiene anche norme in adesione ai principi di diritto dell’Unione Europea, di cui l’Italia fa parte, per ciò che riguarda la libera circolazione, la concorrenza e i liberi mercati.
A cosa serve creare un mercato libero e sostenere la concorrenza? Secondo i principi fondamentali di questo criterio giuridico a non creare i famosi “cartelli”, che sono espressione del monopolio dei vari settori in mano a pochi che lo gestiscono, appunto, senza alcun tipo di concorrenza.
In parole povere: se non si crea la possibilità di far entrare sul mercato aziende che propongono tariffe o prezzi più bassi rispetto alle imprese o ai gestori di servizi, le imprese leader detengono l’enorme potere di decidere qualsiasi tipo di rialzo al solo scopo di aumentare il volume di affari a proprio vantaggio.
Spero di aver spiegato in maniera molto semplificata questo concetto.
Passiamo però all’articolo 10 del DL concorrenza, quello che ha fatto scaturire lo sciopero a oltranza di una categoria importantissima.
Quell’articolo, in massima sintesi, accenna genericamente all’ingresso di attività di trasporto urbano da parte di realtà quali Uber o BlaBlaCar. Parrebbe una buona cosa, dal punto di vista di chi ha usato almeno una volta questo tipo di servizio e l’ha trovato comodo e pure vantaggioso. Ma…attenzione, arriviamo ai motivi della protesta della categoria.
I motivi della protesta
Chi non è del mestiere, qualsiasi mestiere, farebbe bene a tacere. Lo dico io da anni, ma lo diciamo in molti. Un conto è salire comodamente sul divano posteriore di un’automobile, comunicare il luogo di destinazione e pagare la tariffa.
Un altro conto è essere tassista.
Esistono realtà diverse in questo settore, tra privati e facenti parte di cooperative più o meno grandi, ma è bene sapere come vanno le cose in questo settore e perché l’apertura a realtà quali Uber è vista malissimo.
I tassisti privati sono lavoratori autonomi a partita i.v.a. A parte questo, devono mettere in conto l’acquisto dell’autovettura e il suo adeguamento per poterla utilizzare per il trasporto pubblico. Non basta e qui arriva la botta: è necessario acquistare la licenza.
Quanto costa una licenza per lavorare col proprio taxi? Innanzitutto, due sono le modalità per acquisirla: partecipare al concorso che viene indetto dai comuni, l’altra soluzione è la compravendita tra privati. Un tassista smette l’attività e la cede a un’altra persona.
Il primo caso, però, è meno possibile come soluzione: i comuni pubblicano i bandi ogni tanto, con scarsa frequenza, resta solo l’alternativa della compravendita tra privati.
I costi di una licenza di taxi acquisita tra privati
I costi? Alti: si va da 100.000 a 200.000 euro e il prezzo cambia a seconda del comune di residenza.
La motivazione che ha spinto la categoria a ribellarsi organizzando due giorni di sciopero nazionale è frutto delle considerazioni che ho esposto nei paragrafi precedenti e legate al fatto che, realtà come Uber, hanno costi più bassi, pagano semmai le tasse all’estero e quindi non subiscono la pressione fiscale italiana che mangia buona parte degli introiti degli italiani.
C’è anche l’aspetto legato al fatto che un tassista, a meno che ci si imbatta su una persona che all’improvviso esca di senno, garantisce maggiore sicurezza e professionalità.
Tutto questo ha o non ha un motivo di dissenso da parte di chi sta protestando? Hanno o non hanno diritto di essere ascoltati dalla dirigenza politica di questa nazione? In Italia non esistono più margini di trattativa tra la società civile e chi governa il paese e questa situazione è inquietante…
Finita l’era di Bersani e Monti: il governo Draghi non ammette il dialogo
Negli anni passati, quando una categoria di lavoratori dissentiva dalle decisioni intraprese da un governo, la palla passava ai sindacati che presentavano le motivazioni del dissenso e si chiedeva l’apertura di un dialogo.
E’ accaduto più volte durante il governo capitanato da Bersani ma è accaduto anche durante il governo Monti.
In questo periodo storico, invece, si tocca con mano una totale chiusura al confronto, al dibattito, alla possibilità di dar voce ai cittadini e quindi, ai lavoratori.
Secondo quanto è stato dichiarato di recente dal tassista e sindacalista Marco Marani della Unica Taxi CGIL di Milano in un’intervista pubblicata su Fanpage, i sindacati avevano chiesto un confronto, non accolto da parte del governo che non ha replicato.
A fronte di questa chiusura da parte del governo Draghi, e in un periodo storico che ha fortemente abbattuto gli introiti lavorativi di tutti i lavoratori, anche quella dei tassisti, si attendeva almeno un minimo di attenzione, che non è arrivata e ha fatto scoppiare la manifestazione a oltranza.
Riflessioni
Anch’io, ieri, avevo necessità di prendere un taxi ma non ho potuto a causa dello sciopero. Ho compreso le ragioni e pensato anche a un’altra cosa: in Italia sta mancando la partecipazione dei cittadini, la capacità di comunicare al governo le proprie, reali, necessità.
Forse è un andamento che c’è sempre stato in Italia a partire dagli anni ’80, ma osservare la veemenza dei tassisti, che mi auguro non si trasformi in rabbia cocente, dovrebbe mettere tutti nella condizione di riflettere in quale epoca stiamo vivendo.
Concludo fornendo le dichiarazioni rilasciate dal viceministro delle Infrastrutture, Teresa Bellanova a Radio1: le ragioni del popolo, interessano a nessuno…
Sarebbe bastato aprire a un confronto, a mio parere, per evitare quanto sta avvenendo anche oggi in tutta Italia, qualcosa che non fa bene a nessuno, nemmeno alla categoria dei tassisti, che stanno però dimostrando che quando si conosce almeno un po’ il criterio di diritto e si sono spesi tanti soldi per lavorare, almeno una replica la si merita…
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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