Il risveglio del corpo

Il risveglio del corpo

Rubrica settimanale a cura del dottor Claudio Rao

« Non dimenticherò mai quella serata. Era la prima volta che assistevo ad un balletto. Ed era “Il lago dei cigni” di Čajkovskij! La grazia, la bellezza, la perfetta esecuzione dei ballerini mi affascinarono quanto la tecnica, i costumi e gli scenarî. Ma ciò che mi colpì maggiormente fu la danza stessa, la leggerezza e l’eleganza dei movimenti, il librarsi dei corpi nello spazio, la disinvoltura dei gesti, la tonicità e la forza muscolare che permettevano in un suggestivo equilibrio ai ballerini di muoversi in armonia e intensa vitalità. E soprattutto questo bypassare le leggi della fisica grazie ad una sorta di energia liberatrice. Diversi anni dopo, alla fine di una settimana particolarmente stressante, mi tolsi le scarpe e incominciai a danzare a piedi nudi sull’erba umida. Non seguivo schemi precisi, ma la musica che sentivo. Era lei a “guidare” i miei passi. Vedendomi ballare altre persone iniziarono a fare lo stesso. Scesa la notte, eravamo tutto un gruppetto di persone! Prima abbiamo danzato lentamente, poi sempre più velocemente. Tutta la mia stanchezza si era come disciolta. Il mio corpo respirava, mi sentivo leggera, libera, felice di vivere ».

È nel corso di uno dei brainstorming del venerdì, con colleghi del reparto di neuropsichiatria della clinica St. Jean di Bruxelles nel 2005 che ho avuto modo di conoscere questa testimonianza di Clémence, una donna di 44 anni.

Muovere il proprio corpo è molto di più che fare dei movimenti. È muoversi col proprio corpo, nel proprio corpo. È percepire un’energìa che circola in noi stessi, una vitalità attiva di ciò che siamo dentro.

Dopo esserci concentrati sul nostro schema corporeo sulla postura e sull’ancoraggio al suolo, respiriamo profondamente e mettiamo il nostro  corpo in movimento, percependone tutti i benefici sensoriali ed energetici.

La mancanza di movimento, di esercizio, può assopire i nostri sensi. La nostra vita, sempre più sedentaria, ci fa tendere all’immobilità, tende a confinarci in spazî chiusi e circoscritti. In queste condizioni, le tensioni accumulate durante il giorno e lungo la settimana favoriscono rigidità e contrazioni muscolari. Queste tensioni (mal di schiena, irrigidimenti alla nuca, trazioni muscolari) alterano la facoltà di goderci pienamente l’istante che stiamo vivendo, essendo la nostra attenzione focalizzata sul disagio fisico.

Inoltre, più ci irrigidiamo, più il nostro corpo ci impedisce la libera espressione di emozioni e sensazioni. Questo, oltre a disturbare la salute, inceppa l’accesso al piacere di vivere.

Se ci ritroviamo in questo quadro, è tempo di reagire! Qualunque sia la nostra scelta, impegnamoci a “risvegliare il nostro corpo” percependo i cambiamenti che si verificano in noi.

Durante gli esercizî e le attività fisiche prescelte, ricordiamoci di respirare profondamente ad intervalli regolari per aerare i nostri polmoni. Concentriamoci sull’espirazione, durante la quale ci sforzeremo di rilassare tutti i muscoli del corpo. Sforziamoci di percepire tutti gli effetti tonificanti e la carica di energia di questa attività sul nostro fisico.

Sono numerosi gli studiosi di formazioni diverse che insistono sull’importanza di sbloccare l’energia e di lasciarla liberamente circolare nel nostro corpo per evacuare le tensioni e stimolarne la vitalità.

Danza, arti marziali, footing, marcia, trekking… non abbiamo che l’imbarazzo della scelta per rimettere il corpo in movimento. Scegliendo, salvo diverse indicazioni terapeutiche, quello che più ci attira e a cui ci è più gradito essere costanti e fedeli. Alexander Lowen, psichiatra e psicoterapeuta statunitense, padre della bioenergetica, suggerisce delle attività fisiche e respiratorie per favorire la circolazione del flusso energetico nel nostro corpo. Egli osservò come i blocchi muscolari impediscono il libero scorrere dell’energìa. La soluzione sarebbe quella di esternare le emozioni bloccate in noi attraverso l’espressione corporea.

La Somato-Psicopedagogia è nata dallo studio del legame tra corpo e psiche. Essa suggerisce di mettersi in ascolto della propria interiorità corporea e sviluppa la presenza al “qui ed ora” attraverso una ginnastica sensoriale ed un insieme di movimenti opportunamente coordinati. La stessa Pedagogia Clinica®, scienza di un’educazione che si pone come processo di crescita dell’essere umano, ha elaborato metodi efficaci e tecniche utilissime allo scopo.

Per molti ballerini di tutti i periodi storici e di diverse culture la danza è il linguaggio naturale universale per antonomasia. Essa è indiscutibilmente una modalità di espressione non solo artistica ma anche personale e culturale. In certe civiltà è perfino usata nelle celebrazioni tradizionali o rituali e di guarigione.

La danzaterapia è ormai diffusa come “pratica olistica che aiuta a riequilibrare l’area cognitiva, l’area emotiva, l’area razionale, l’area psicomotoria”¹. Le origini sembrano risalire al 1966 con la creazione dell’American Dance Therapy Association. Il principio è quello di invitare il soggetto a muoversi liberamente, danzando e percependo le sensazioni del corpo. Non è necessario saper ballare, ma sentire semplicemente il desiderio e il piacere di muoversi liberamente, “sperimentando il proprio corpo in musica”, come Clémence, in un atto insieme esplorativo e liberatorio.

¹ Fonte: www.cure-naturali.it “Danzaterapia: cos’è e a cosa serve” di Valeria Gatti.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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