Indagine del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso
Analisi della situazione idrica nazionale realizzata dall’Istat
Quella che riporto di seguito è una trance del documento analitico pubblicato da Istat il 20 Marzo 2021 sulla situazione idrica a livello nazionale con riferimento al periodo 2018/2020:
Nel 2018, per garantire il livello di consumo, sono immessi in rete 8,2 miliardi di metri cubi, a fronte dei 4,7 erogati per usi autorizzati. La percentuale di perdite idriche totali della rete nazionale di distribuzione dell’acqua potabile è del 42,0%: ogni 100 litri immessi nel sistema, ben 42 non sono consegnati agli utenti finali. Per le cattive condizioni dell’infrastruttura idrica si disperdono 3,4 miliardi di metri cubi: 156 litri al giorno per abitante. Stimando un consumo giornaliero pro capite di 215 litri (valore nazionale), le perdite potrebbero garantire le esigenze idriche di circa 44 milioni di persone in un anno.
Circa una provincia/città metropolitana su due ha perdite idriche totali in distribuzione superiori al dato nazionale. Nelle perdite idriche, le differenze territoriali e infrastrutturali ripropongono la consolidata geografia di un gradiente Nord-Sud, con le situazioni più critiche concentrate nelle aree del Centro e del Mezzogiorno. Il 96% circa della popolazione residente nelle Isole abita in province con perdite pari ad almeno il 45% contro il 4% del Nord-ovest (Figura 6).
In serie storica, a fronte del leggero aumento delle perdite nazionali nel 2018 (41,4% nel 2015) che conferma il trend in costante crescita dal 2008, l’andamento provinciale risulta piuttosto variegato. Più di 4 province su 10 hanno subito un peggioramento delle perdite idriche totali in distribuzione.
Per scaricare tutto il documento originale cliccare sul seguente link: https://www.istat.it/it/files/2021/03/Report-Giornata-mondiale-acqua.pdf
E’ anche possibile scaricare il documento originale in formato .pdf cliccando sul pulsante Download che si trova dopo il report
Italia: tra sprechi e siccità
A parte la condizione indegna della rete idrica nazionale, indegna per una nazione che pretende di considerarsi “civile”, esistono ovviamente implicazioni di ordine naturale. E’ ormai sotto gli occhi di tutto la situazione climatica e ambientale che mostrano una malattia credo ormai incurabile.
Interessanti le recenti dichiarazioni del Segretario Generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale, Erasmo D’Angeli rilasciate all’agenzia di stampa AGI in un’intervista pubblicata il 26 Giugno: alla domanda “Dottor D’Angelis, qual è la novità clamorosa di questa siccità“? la risposta è stata: “Che ha colpito il Nord, al Sud – si sa – è endemica, ci si fa i conti da anni, ma il Nord è in condizioni mai viste. Questo è un campanello d’allarme forte. Ecco perché il Pnrr deve finanziare la Rete delle reti, che sono le vie d’acqua. Va bene finanziare le reti stradali, autostradali, ferroviarie, le reti digitali, ma la rete idrica è essenziale, vitale. Siamo rimasti all’Ottocento, a quelle opere lì, il Canale Cavour, ma ora bisogna avviare un nuovo cantiere di opere come è stato fatto alla fine di quel secolo e negli anni ’50 e ’60 del dopoguerra. È un lavoro enorme, ma va fatto“.
Questa è la realtà delle cose, dalla viva voce di chi conosce bene la situazione. L’Italia spreca ma non investe. In questo caso spreca acqua, ma potremmo allargare il discorso a centinaia di altri ambiti e settori strategici.
Eppure, ed è questo l’aspetto più inquietante, si continua a preferire la via dello stato di emergenza. La ragione principale? Non operare grandi progetti di riqualificazione del territorio nazionale, lanciare campagne su campagne di emergenza e attraverso esse, avere maggiori poteri anche a livello economico: i poteri in deroga si ottengono proprio così, emanando stati di emergenza. Per chi ancora non lo sapesse si tratta di poteri in deroga alle leggi nazionali, che quindi cancellano la ritualità normativa e, di fatto, semplificano di molto la procedura per accedere ai fondi pubblici, che spesso sono utilizzati per scopi diversi rispetto all’emergenza…
Quando si verificò il terribile sciame sismico che mise in ginocchio l’Abruzzo, realizzai una lunga inchiesta e tra i tanti elementi dissonanti con un vero programma di ricostruzione, feci emergere le storture dei poteri in deroga.
(Chi desidera leggere le varie puntate di quel mio lavoro d’indagine potrà trovare online le pubblicazioni su varie testate e siti di informazione – basta fare una ricerca inserendo il mio nome e cognome e aggiungere sisma/terremoto Abruzzo – e anche sulla vecchia versione della testata giornalistica che ho fondato e dirigo dal 2006 ma sulla piattaforma che ho deciso di confermare online per non disperdere 14 anni di pubblicazioni: la trovate digitando www.gliscomunicati.com – qui una delle tante puntate della mia inchiesta sul post sisma in Abruzzo: https://www.peacelink.it/abruzzo/a/29737.html)
Razionamento dell’acqua in Italia
E’ inutile girarci intorno: la situazione della rete idrica nazionale è una delle tante criticità di questa nazione ormai allo sbando e da anni.
Lo scorso 16 Giugno fu pubblicato questo mio editoriale (Cliccare sul link per accedere): Siccità: l’Italia preferisce lo stato di crisi alle soluzioni strutturali
Fino al 16 giugno la stampa nazionale, le TV nazionali, i TG, non parlavano idi questa nuova emergenza, termine che fa ormai parte integrante del sistema italiano. tutto è in stato di emergenza e non potrebbe essere diversamente… Non voglio dire di aver dato il lancio alle altre testate e alle trasmissioni televisive, ma al lettore basterà verificare le date di pubblicazione per prendere atto che fino al 16 giugno la popolazione era tenuta ancora “tranquilla”. Dal 17 Giugno ecco che il tappo salta e la catastrofe idrica, la siccità e tutto ciò che significa, sono presentate al mondo senza alcun tipo di remora.
Per decenni in questa nazione si è solo tirato a campare. La maggior parte della popolazione, pur conoscendo le criticità di ogni settore – dalla sanità al rischio sismico passando per la rete idrica alle condizioni gravissime in cui versano ponti, cavalcavia e più in generale, le strade di molte città e paesi – ha scelto di fingere di non sapere.
Certo, è difficile ammettere ciò che in Italia è evidentemente da cancellare, sanare, ricostruire. Ma a furia di preferire la tecnica dell’ignorare i problemi, essi si sono ingigantiti, hanno preso il comando delle nostre esistenze e ora ecco che sovrastano la nostra quotidianità: stratificare i problemi invece di tentare di risolverli può avere solo questo tipo di conseguenza.
Acqua potabile inquinata: la Commissione Europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia nel 2021
Un altro tema che ho affrontato diverse volte nel corso degli anni è quello relativo alla condizione dell’acqua potabile in Italia.
Sarò sintetica e stavolta arriverò dritta al punto: quanti lettori sono a conoscenza del fatto che per l’ennesima volta la Commissione Europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia a causa dell’inquinamento dell’acqua potabile?
Il documento che pubblico di seguito è riferito alla capitale, ma queste situazioni sono presenti a macchia di leopardo su tutto il territorio nazionale: apriamo il rubinetto e sgorga acqua che contiene elementi tossici per la salute, con livelli di Arsenico e altri tossici presenti nell’acqua potabile molto più elevati rispetto a quelli consentiti dalle normative in vigore.
Quanti cittadini sono a conoscenza di questo? Pochi…
Il link seguente farà accedere direttamente alla sezione del sito della UE che divulga questa informazione: https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_21_1545
Poichè il web conserva, ma a volte “inghiotte” certe informazioni importanti, ho scaricato la pagina in locale, in maniera da dare a tutti la possibilità di conservarla sul proprio PC:
Fulco Pratesi: la soluzione all’emergenza idrica? Non fatevi la doccia e cambiate poco spesso le mutande….
Ho una mente libera al punto da lasciare sempre ogni singolo essere umano nella condizione di scegliere cosa sia meglio per se stesso. L’importante è che le scelte individuali non ricadano sulla mia esistenza. Sono una forte sostenitrice di una frase contenuta ne “I miserabili” di Victor Ugo: “La libertà del cittadino finisce dove la libertà di un altro cittadino comincia“.
Martin Luter King ebbe a sua volta modo di dichiarare: “La mia libertà finisce dove comincia la vostra“. Non è interessante dare la paternità a un criterio che ho abbracciato ben prima di leggere I Miserabili o di scoprire l’esistenza di Martin Luter King: certe cose le hai dentro, fanno parte del DNA, non le impari e non le assimili perché le studi sui libri.
Fatta la necessaria premessa, attenzione a certe dichiarazioni pubbliche. Pratesi, per quanto mi riguarda, è un personaggio simpatico e per me può anche smettere di cambiarsi le mutande e può decidere di rotolarsi nella terra invece di detergersi con l’acqua. Fatti suoi.
E’ però vero che questo tipo di dichiarazioni hanno un forte impatto su chi ha una minore capacità di riflessione, su chi si sta convicendo che la colpa del razionamento idrico è di chi si lava i denti lasciando scorrere l’acqua del rubinetto o di chi fa saggiamente la doccia ogni giorno o a giorni alterni, in special modo in Estate.
Non si fa. Non si possono mietere altre vittime basandosi su un ulteriore criticità: la modificazione costante della realtà ai danni della maggior parte della popolazione che ormai capisce fichi secchi in una situazione generale indegna e che palesemente non si ha intenzione di sanare. Lo abbiamo vissuto dopo l’esplosione della pandemia: informazioni altalenanti, poco chiare, spesso in grado di mettere in dubbio invece di chiarire.
I cittadini vanno informati, non aggrediti, non trattati da capre, da idioti, da subalterni.
Se poi frotte di contribuenti italiani stanno davvero sentendosi in colpa per la carenza d’acqua, per il clima ormai andato, per tutto ciò che accade, non posso fare altro che alzare le braccia e augurare a tutti…buona fortuna, di cuore.
Qui le dichiarazioni di Fulco Pratesi: Fulco Pratesi (Wwf) e la siccità: “L’ultima volta che ho fatto la doccia? Da giovane. Le mutande? Le cambio ogni 2-3 giorni”
Questo video è stato pubblicato il 18 Dicembre del 2020: è uno dei miei ennesimi appelli pubblici per una sana divulgazione delle informazioni ai cittadini
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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