Di Lucaa del Negro
Entro il limitato mondo Occidentale sempre più chiuso e profilato all’inseguimento di canoni geopolitici che persistono nel trattare guerra senza un vero e proprio principio prenda distanza dalla barbarie e dalla incivile proliferazione di inutili merci in supplizio di questa arcaica attività, il consumo (a tutti i livelli immaginabili) è la religione entro cui la vita stessa -secondo narrazione- trae la rinnovabile pseudo-matrice, ed è qui che sembra fattibile autorizzare il sacrificio massimo.
Non “naturalmente” ma “naturalmente”, il massimalismo è ancora con noi.
Domanda: siamo sicuri che il sentimento fatalista (e di ripiego) quale pensiero accomodante diffuso possa inpunemente e con qualche tono aggiuntivo di ipocrisia spiegare (e piegare!) tutto e tutti?
E ancora: convinti che “la macchina di guerra” -in avanscoperta- supererà i confini per arare con i solchi del libero mercato del capitale ogni Landa dovesse questa intralciare il percorso che il deus ex machina incarnato nelle Società di capitali ritiene bersaglio?
Domande, sono solamente domande a cui le eventuali risposte non avranno valore, non certamente entro i pulpiti costituiti (costruiti) e riconoscibili.
Invocata questa deduzione -la si voglia considerare o meno- è necessario e sempre entro questi sopraccitati termini, lasciare sì il tempo a chi lo trova e, provare a indagare di quegli intellettuali che hanno già spinto il pensiero verso una critica costruttiva superi l’intenzione di rispondere; il “libero pensiero” sembrerà correre e non accollarsi zavorra e annoverare lacchè al seguito…
Esattamente, essi, intellettuali o qualcosa di simile, dovranno per forza di cose imbarcarsi nei mari del sottoproletariato, in quello degli anonimi e preclusi dalla corrente principale spiegata ai mediocri nel termine mainstream?
Non è -sebbene si concluda con un punto interrogativo- una ulteriore questione che pongo, ma retorica post-bellica, dove non si faranno prigionieri qualora la guerra dovesse arrestarsi per cause non ancora decifrabili e che, rimanessero tali, ridurranno gli intellettuali di oggi dei perfetti medi.
“...scriva, scriva quello che le dico: Lei non ha capito nulla, perché è un uomo medio.“
(Da “La ricotta” di Pierpaolo Pasolini, Italia 1963)
Lucaa del Negro, 2022
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**istantanee dell’Autore (foto/titolo omaggio al direttore emilia urso anfuso)
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