Emergenza idrica, climatica, ambientale e alimentare: perché i giornali e le tv non ne parlano?

Emergenza idrica, climatica, ambientale e alimentare: perché i giornali e le tv non ne parlano?

Editoriale del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso

Le regioni Piemonte e Lombardia hanno lanciato l’emergenza idrica. Anche il Trentino Alto Adige osserva come le vette delle Alpi siano ormai orfane di neve e ghiacci, condizione che mette a rischio la situazione idrica del territorio. Il Sud non è messo meglio, ma siamo talmente abituati alle criticità tipiche di quella parte d’Italia che in pochi, forse, ci fanno caso.

La fondamentale sostanza per la vita su questo pianeta è carente al punto che i comuni di alcune regioni da qualche tempo si stanno attrezzando con le autobotti per l’approvvigionamento. Anche l’Emilia Romagna inizia a risentire della situazione generale e nel territorio di Ferrara si parla di razionamento dell’acqua persino per gli usi agricoli.

Da cosa dipende tutto questo? Siccità, cambiamento climatico, poche misure utili intraprese per salvaguardare il benessere della Terra e sempre in ritardo. Diverse sorgenti d’acqua non esistono più e la stessa situazione si sta verificando praticamente in buona parte dei territori del Nord Italia. Sulle Alpi, d’altronde, manca la neve e i ghiacciai sono in esaurimento: si tratta degli elementi fondamentali per garantirci l’afflusso del prezioso elemento.

In Trentino la situazione sta procedendo sulla stessa strada: manca la neve e la condizione delle vette è notevolmente cambiata rispetto agli ultimi vent’anni.

La situazione in Italia

In alcune zone non piove da circa 3 mesi, la siccità pone un macigno su una situazione già evidentemente compromessa. L’Autorità Distrettuale del fiume Po parla di situazione critica e in peggioramento, che non si abbatte solo sull’agricoltura perché gli effetti li stanno sentendo anche i cittadini.

Per riempire i serbatoi è stato anche deciso di bloccare l’erogazione dell’acqua potabile durante le ore notturne. Situazioni al limite dell’accettabile ma di cui nessuno parla, almeno non quanto sarebbe necessario considerando la gravità di una simile situazione.

Ricordo quando, pochi anni fa, il razionamento dell’acqua potabile interessò per alcuni mesi la città di Messina. Leggevo con ansia e anche con dispetto le notizie locali che riportavano la quotidianità dei cittadini messinesi, costretti a recarsi presso le autobotti muniti di taniche. Si creò il solito giro di speculazione con acqua minerale venduta a prezzi di gioielleria.

Pensavo: “Ma tu guarda in che condizioni tengono i territori del Sud”. Poi arrivò il momento della mancanza d’acqua nel Lazio. Il lago di Bracciano, importante risorsa idrica del Centro Italia, sembrava stesse per prosciugarsi. La situazione fu poi dimenticata nelle giornate fitte di eventi, che quelli in italia non mancano mai…

Attenzione però, anche il Sud è a rischio razionamento dell’acqua potabile: ecco un video recente che fa emergere la situazione critica in Puglia e in Basilicata

Un tema simile dovrebbe trovare spazio ogni giorno sulle prime pagine della stampa nazionale, ma più che altro dovrebbe essere divulgato in televisione al pari della guerra in corso e della pandemia. Invece nulla, nessun accenno, nessuna informazione che faccia emergere un quadro alquanto inquietante, perché questa carenza idrica è un segnale molto grave della reale condizione del Pianeta Terra.

Troppo spazio a guerra e pandemia per non pensare alla gravità della situazione globale

Quando avviene qualcosa di grave e che interessa la popolazione mondiale, i governi decidono in pieno accordo di non parlarne. Mi riferisco, per esempio, a eventi naturali che non possono essere gestiti e controllati.

Politicamente, si ritiene che rendere partecipi gli esseri umani di eventi di portata tale da poter realmente minacciare la sicurezza di molte persone, potrebbe generare caos e panico diffuso, incontrollabile.

Non so quanto questo tipo di strategia sia conveniente, non sono specializzata in strategie di questo genere. Dico però una cosa: mantenere incollti alla tv miliardi di persone su un tema centrale, per esempio la pandemia mondiale o il conflitto tra Ucraina e Russia, è la soluzione migliore?

I cittadini dei territori già colpiti da questa ennesima sciagura sono consapevoli di quanto sta accadendo, non parlarne pubblicamente in realtà appare essere una soluzione non vincente perché fa perdere fiducia nelle istituzioni.

Avete presente quando in Estate in TV dicono il solito: “Oggi fa talmente caldo che vi consigliamo di non uscire nelle ore centrali, di non coprirvi troppo e di mangiare leggero”? Ecco: il sistema propone ovvietà, cela la realtà e tiene impegnata la gente su altri temi, sapendo bene quanto sia facile appasisonare chi non ama poi così tanto di impegnarsi nell’approfondimento della realtà che ci circonda.

Tra le nazioni che sembrano infischiarsene della condizione di questo pianeta, troviamo in testa gli India, USA e Cina. Sprecano risorse naturali e inquinano come se non ci fosse un domani a cui pensare…

Diritti civili, risorse, futuro: è saltato tutto

Nel frattempo, vuoi a causa del conflitto in corso e per il fatto che facciamo parte dell’Alleanza Atlantica, vuoi perché continuiamo a tirarci dietro una crisi economica che dal 2008 non ha accennato a intiepidirsi, i diritti civili, le risorse alimentari ed energetiche e il futuro di tutti noi sono andati letteralmente a ramengo.

Nel caos globale che viviamo da circa tre anni, non è stato lasciato spazio mentale per riflettere sulle cose, sul futuro, sulle garanzie ormai perse.

Nuotiamo alla cieca in un mare minaccioso, sperando ovviamente di poterlo fare ancora e di non restare intrappolati nelle sabbie mobili dovute alla disidratazione di questa Terra, che è stata mangiata a morsi dalla bulimia di potere industriale, politico ed economico.

Come forse accadde per i Maya, popolazione che secondo le riflessioni di certi studiosi scomparve proprio a causa del livello troppo alto raggiunto sia per ciò che riguarda lo sviluppo economico sia per quello culturale, probabilmente anche la nostra civiltà scomparirà. Inghiottita dall’iperproduzione e dallo sfruttamento di ogni tipo di risorsa in una corsa più che folle verso la cancellazione della specie.

La cosa importante? Far finta di nulla, voltare la faccia dalla parte opposta dei problemi, metodo ampiamente abbracciato da chi ritiene che la vita sia infinita, il futuro ridente e la responsabilità da rifiutare sempre e a ogni costo.

I risultati di tutto questo sono evidenti…

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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