Intervista del direttore responsabile Emilia Urso Anfuso
Roberto Alessi sprizza energia da ogni poro e ha la rara facoltà di trasmetterla alle persone con cui entra in rapporto. Giornalista, scrittore, opinionista televisivo… Una carriera che non conosce impasse. Tra le sue dichiarazioni, una è da incidere nel marmo “Il gossip è la prima forma di democrazia”. Alessi conosce dettagli e vita privata di una miriade tra I personaggi noti, italiani e stranieri, una sorta di archivio umano degli affari degli altri. Non cede però su tre temi: bambini, anziani e malattie. Su queste cose non si scava, non si fanno scoop, non si scherza. La sua allegra delicatezza lo fa apparire al pari di un Peter Pan del terzo millennio. Ma attenzione: dietro all’atteggiamento solare, un po’ ironico e scanzonato, si cela un professionista serio, preparatissimo, mai sopra le righe. Alessi è un maestro di stile, che piace anche per questo suo modo di riportarci allo stile, alla signorilità, alle belle maniere.
Sei una persona poliedrica e ricca di interessi. Sappiamo che il tuo primo lavoro è stato quello di vetrinistra, poi hai abbracciato la carriera giornalistica, hai già pubblicato diversi libri, hai rilanciato settimanali storici come Novella 2000 e Visto e sei ospite dei più seguiti salotti televisivi: anche nella vita privata sei un uomo-tsunami?
Riesco anche a essere fermo come un cancello, come si dice, nel senso che può esserci anche il weekend in cui ce ne stiamo tranquilli io, mia moglie e il gatto. Andiamo al mare e rimango immobile anche 8 ore consecutive senza muovere un dito. Però, diciamo che la noia è una delle cose che più mi mi atterrisce e per cui diciamo che faccio sempre qualcosa per me, tra le cose che mi fanno piacere. Poi mi mi piace molto mettere anche il becco nei fatti degli altri. Te ne racconto una: recentemente abbiamo sistemato un bar qui nella via e abbiamo portato dei mobili che avevamo in più per aiutare un nostro amico che ha aperto un piccolo bar. Alla fine il risultato è stato ottimo, è venuto benissimo e sta avendo pure successo. Così la sera, quando non abbiamo niente da fare, andiamo lì a farci un bicchiere di vino ed è anche piacevole riconoscere i tavolini che abbiamo fornito…
Nella tua lunga carriera di giornalista hai dimostrato che il gossip gode sempre di ottima salute: è la conferma che farsi I fatti degli altri aiuta i lettori a staccare dai fatti propri e dal logorio della vita moderna?
I giornali di evasione, come venivano chiamati dai direttori, hanno sempre avuto una valenza importante, nel senso che la gente ha davvero bisogno di evadere un attimo dalla propria realtà, ma anche di confrontarsi con la realtà degli altri. Io dico sempre che il gossip è la prima forma di democrazia. Tu devi osservare come si comporta una persona nella sua vita privata, se si comporta bene allora sai che si comporta bene anche nella sua vita pubblica. Quando vedo un politico che è un traditore in casa, oppure che non mantiene le promesse coi figli, allora dico perché mai dovrebbe mantenere le promesse coi suoi elettori!
Non volevi avere a che fare con i social ma alla fine hai ceduto: su Instagram, al momento, hai oltre 26.000 follower e ci regali anche spigolature della la tua lunga storia d’amore con tua moglie, la stilista Betta Guerreri. Un’esistenza improntata sullo stile, sull’immagine e sul gossip. La tua chiave di lettura sulla società attuale: la bellezza salverà davvero il mondo?
Vero, non avrei mai immaginato di aprire un profilo social ma sono stato costretto, perché anni fa fui costretto a sporgere una denuncia a causa della diffusione di ben 12 miei profili fake. In uno di questi ho saputo per caso che uno che diceva di essere me aveva dato un appuntamento a una signorina che voleva diventare famosa in un albergo! Per fortuna l’ho saputo in tempo. Dopo aver sporto denuncia ho deciso entrare sui social creando i profili ufficiali e di conseguenza sono spariti tutti i fake: gli utenti ora sanno a chi rivolgersi se cercano me. Adesso però uso solo Instagram, anche perché è un social che ti permette di essere presente e di interagire con le persone. Inoltre si ottengono molte news. Ti faccio un esempio: ho tante fotografie, mi arrivano attraverso Instagram e questo è un grandissimo aiuto per chi fa un lavoro come il mio. Calcola anche che io sono presente in edicola ma anche e sopratutto sul web, essendo il direttore di Novella2000.it che è il sito di Novella 2000. La presenza online ricopre una grande importanza anche a livello professionale.
Per quello che riguarda la bellezza: deve essere assolutamente interiore. Anche perché la bellezza è come uno yogurt. C’è una sorta di data di scadenza. Raramente vedo delle persone belle dentro che diventano brutte anche fuori. C’è anche chi non è proprio un adone o una reginetta del ballo, ma se è una persona piacevole, buona e carina nei modi, raramente trasmette un’immagine brutta. Prendiamo il caso di Marinelli, che ha vinto a Cannes insieme all’altro attore: è nasone, pallido e ha l’occhio strampalato…Però è talmente carino come persona, che credo di poter affermare che sia paragonabile in bellezza ad altri che passano solo per essere belli esteriormente. In massima sintesi: ci sono persone poco belle fuori ma belle interiormente, che alla fine risultano essere strepitose.
Mi viene in mente Naomi Campbell: statuaria, perfetta, ma viene descritta con un carattere impossibile…
Naomi, che conosco personalmente molto bene, è un caso diverso, nel senso che lei è un’interprete pazzesca. Tant’è vero che la Naomi che sfila e la Naomi della vita sono due persone completamente diverse, totalmente opposte. Nella scena è un cavallo purosangue. Pazzesco. Nella vita è molto più, diciamo una ragazza molto più alla mano e molto più semplice
La stampa sta conoscendo un periodo di declino. Una spolverata di gossip tra le pagine di cronaca e di politica può salvare anche i quotidiani nazionali?
E’ uscita un’inchiesta attraverso la quale viene dimostrato che spesso i giornalisti scrivono per i giornalisti e non per i lettori. E’ come se volessero far bella figura tra loro, per cui pensano di scrivere come l’articolo verrà letto dal collega. Quando tu leggi certi articoli e non li capisci… Se non li capisco io, vuol dire che vengono scritti per un altro esperto, non per i lettori. Bisognerebbe invece pensare di più alla gente, al lettore. Serve un’attenzione maggiore agli aspetti più umani, culturali ma anche all’impatto sulla persona che più conta per i giornalisti, che è il lettore finale. A volte non è nemmeno necessario inserire il gossip, basterebbe raccontare i fatti per ciò che sono per interessare maggiormente alla lettura di ciò che si scrive sui giornali.
Va anche fatta un’altro tipo di valutazione, l’edicola può aver avuto un calo perché i costi sono aumentati, come quelli della carta, però ormai non si tratta più di parlare solo di edicola o solo di web. I due devono assolutamente convivere. Di recente l’amministratore delegato della Condé Nast (Robert Linch) che la più grande casa editrice americana, ha dichiarato che il business della sua casa editrice non è più l’edicola, puntano tutti ai siti ormai.
Una bella lezione di giornalismo pur nella sua estrema sintesi…Ora passa dalla parte opposta: regalaci una notizia di gossip che ti riguarda…
La mia vita è talmente banale, talmente semplice, che il mio più grande gossip è che la mia vita inizia e finisce dove inizia e finisce la vita degli altri, cioè delle persone a cui voglio bene. È questo il vero gossip su di me: non mi importa della mia esistenza, perché mi interessa solo la vita delle persone a cui voglio bene…
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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