Di Andrea Palazzo
Un’intesa che arriva in un momento molto difficile. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta l’accordo di rinnovo, sottoscritto questa notte da tutte le parti sociali, del Contratto nazionale di lavoro degli operai agricoli e florovivaisti per il quadriennio 2022-2025.
L’intesa raggiunta sul Ccnl, che riguarda circa 200mila imprese e oltre un milione di lavoratori, “rappresenta un grande sforzo da parte di tutto il mondo agricolo -sottolinea il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini- in un contesto economico complicato e difficile, a livello nazionale e internazionale, tra guerra, pandemia, rischio di una crisi energetica e alimentare globale, cambiamenti climatici” e con le aziende del settore “strette tra l’aumento eccezionale dei costi di produzione e le difficoltà nel reperire manodopera”.
Più in dettaglio, secondo Cia l’accordo cerca di tenere conto delle esigenze delle diverse parti, in un’ottica di sviluppo strategico del comparto e nella consapevolezza di uno strumento contrattuale che deve sempre più essere improntato alla modernità, sia del mondo del lavoro che delle relazioni sindacali.
In particolare, in questo rinnovo, il sistema delle relazioni sindacali è stato ulteriormente rafforzato, valorizzando il ruolo strategico della bilateralità nazionale e territoriale, in tema di welfare ma anche riguardo alla connessione scuola-lavoro. Inoltre, il Contratto prevede delle rilevanti novità che vanno nella direzione di una maggiore flessibilità dell’orario di lavoro per attività speciali quali la vendita diretta, eventi e attività promozionali, fattorie didattiche e sociali, che si aggiungono agli agriturismi, demandando alla contrattazione provinciale l’attuazione di particolari modalità applicative, consentendo una più adeguata organizzazione del processo produttivo, in quanto esigenza prioritaria delle aziende agricole.
L’aumento salariale del 4,7% -stabilito nell’accordo- sarà erogato in tre tranche: una prima del 3% dal primo giugno 2022, una seconda dell’1,2% al primo gennaio 2023 e una terza dello 0,5% al primo giugno 2023.
Per Cia, con questo risultato e tale applicazione graduale, si è cercato di mitigare l’impatto dell’aumento contrattuale per le aziende agricole alla luce di previsioni sull’indice dei prezzi al consumo, che dovrebbe attestarsi su livelli molto più alti e, al tempo stesso, garantire ai lavoratori un adeguato potere d’acquisto.
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