La… psicologia inversa!

La… psicologia inversa!

Rubrica settimanale a cura del dottor Claudio Rao

“Chiedi un consiglio al tuo nemico e fai il contrario” (proverbio ebraico)

« Penso che mio figlio sia intellettualmente pigro. Vorrei che si interessasse ad altro, oltre ai giochi del suo smartphone. Mi piacerebbe che leggesse per nutrire la propria mente, ma non so come fare senza finire per sgridarlo o fargli inutili prediche. Quando gli regalo dei libri mi ringrazia, li sfoglia un pochino per farmi piacere, ma poi tutto finisce lì. La cosa mi intristisce perchè legge benissimo ed è chiaro che lo fa per provocazione o per spirito di opposizione. Basta che gli dica che qualcosa è interessante perchè lo consideri stupido e viceversa! Allora ho deciso di cambiare tattica. Lavoro per una casa editrice, per questo mi capita abbastanza spesso di portare dei libri a casa. Così ho incominciato a portarne in sala alcuni dicendo che erano volgari, poco comprensibili e che non capivo che cosa potessero avere d’interessante. Poi li ho impilati in uno scatolone che ho messo in garage “in attesa di buttarli via”. Ebbene, può sembrare strano, ma ha funzionato! Abbastanza rapidamente alcuni libri sono spariti dalla scatola. La cosa più divertente è che mio figlio li legge di nascosto! Adesso però non so proprio come fare a dirgli la verità…»  (Stéphanie 41 anni).

Sappiamo dalle nostre precedenti riflessioni che affinchè una tecnica funzioni, la persona che la subisce dev’essere convinta che si tratti di una propria libera scelta. Bisogna assolutamente evitare di dargli l’impressione che stiamo influenzandola o indirizzandola.

Negli ambienti scolastici e familiari, genitori ed insegnanti sono percepiti dai ragazzi come troppo autoritari: decidono al loro posto, impongono certe regole, affidano compiti da effettuare. Al lavoro, managers e capiufficio sono spesso vissuti come paternalisti dai loro dipendenti. Nelle amicizie, poi, non è difficile incappare in chi è un po’ troppo invadente, pronto al “consiglio facile” o perfino a farci la predica!  

Fronte al rischio di vedere circoscritte o amputate le nostre libertà, la reazione più naturale è una forma di resistenza passiva o di reattanza. La reattanza è un termine preso in prestito dalle scienze fisiche con cui in psicologia si indica un meccanismo di difesa da coloro che ci sembra controllino la nostra vita.

La resistenza passiva è contestare l’autorità adottando forme di opposizione indiretta, senza entrare in conflitto aperto. Concretamente, se i miei genitori insistono perchè smetta di fumare, reagirò fumando di più: non per necessità fisiologica, ma perchè sento minacciata la mia libertà di fumare.

Il fenomeno della reattanza, invece, ci può tornare utile per manipolare una persona. In maniera un po’ caricaturale, potremmo dire che consiste nel richiedere esattamente il contrario di ciò che desideriamo per indurre il soggetto ad agire come vorremmo noi. Questo presuppone una buona conoscenza dell’altra persona per prevederne esattamente la reazione.

È evidente che ci vuole una certa abilità nell’utilizzare questa tecnica. Certo non otterremo che i nostri figli si lavino sempre i denti vietandoglielo! Nè che i nostri impiegati siano più puntuali consigliando loro delle pause pranzo più lunghe. Bisognerà utilizzare metodi un pochino più subdoli. Tutto riposa sull’esigenza del soggetto di salvaguardare la propria libertà. Infatti, se malauguratamente dovesse capire il sotterfugio l’ostilità nei nostri riguardi crescerebbe in maniera esponenziale! Prudenza, dunque.

Non dimentichiamo che queste tecniche sono si basano su un’alterazione delle relazioni interpersonali perchè la persona che intendiamo influenzare si sente minacciata dalla nostra autorità. Un disequilibrio che auspicabilmente non dovrebbe essere che transitorio.

Concludiamo con qualche esempio concreto su queste tecniche manipolatorie.  

Il nostro migliore amico ci rimprovera di volerlo accasare perchè da anni ci interessiamo alla sua vita privata e gli presentiamo delle amiche da conoscere? Smettiamo di organizzargli incontri! Potremo presentargli qualche ragazza casualmente, precisandogli che “comunque non è il suo tipo”. O invitarlo a sorpresa ad una festa in cui vi sono diverse singles.

Nostro figlio fa il difficile a tavola, non mangia quasi niente e rifiuta di assaggiare le novità che gli proponiamo? Proviamo a servirci in maniera un po’ teatrale un nuovo piatto, mostrandocene golosi. Non proponiamoglielo e, anzi, precisiamo che non è roba per bambini, ma è un cibo per adulti. È probabile che sia còlto da un forte desiderio di assaggiarlo.

Siamo stufi di supplicare il nostro collaboratore per accompagnarci alle riunioni periodiche con i membri dello staff? Organizziamo la riunione ignorandolo con nonchalance. Non invitiamolo. Dimostriamogli che ce la possiamo cavare da soli.

Stufi di subìre la ragazza di nostro figlio sempre a casa nostra? Siamo eccessivamente cordiali e affettuosi, invasivi, iperpresenti. E magari invitiamola a cena a sua insaputa!

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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