Ferdinando Imposimato. Biografia del Giudice strenuo difensore della legalità (parte prima)

Ferdinando Imposimato. Biografia del Giudice strenuo difensore della legalità (parte prima)

Sono passati quattro anni da quando ci ha lasciati. Un vuoto incolmabile, la sua assenza. Molte, troppe le ingiustizie che hanno perso il suo Cavaliere senza macchia né paura.

Magistrato, ex senatore e presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione, Ferdinando Imposimato è stato per me soprattutto un Amico, inteso nel senso più nobile del termine.

Ricordo il mio primo post sulla sua pagina Facebook.  Gli lasciai un video con delle immagini che spiegavano “l’errore Fornero in pochi clic”.

Niente di particolare, nessun effetto speciale, solo poche ma chiare note che chiarivano la violazione palese di un diritto. Il Nostro.

Di circa 4000 docenti, già in odor di pensionamento, rimasti ‘intrappolati’ nelle micidiali maglie della sua riforma.

I gabbati dalla normativa noti come ‘ Docenti Quota 96’.

Non credevo assolutamente che potesse esserci un seguito. Il Presidente lo visionò e mi contattò per chiedermi ragguagli in merito alla vicenda.  Quale meraviglia fu per me, non stavo più nella pelle.

Dopo di allora quante mail, quante telefonate, e poi quell’indimenticabile manifestazione del 29 Agosto 2014 a Piazza Santi Apostoli. Una mattinata rovente e non solo per l’elevata temperatura.

Arrivò in anticipo all’appuntamento stabilito, elegante, con la cravatta rossa, in mano alcuni appunti scritti a penna su dei foglietti di un blocco notes che però non consultò. Andava a braccio, dando il meglio di sé da un palco allestito su un furgoncino affittato alla bisogna, picchiando duro contro le istituzioni lontane anni luce dai bisogni dei cittadini.

Il tono della sua voce acquistava vigore e potenza dinanzi a termini come legalità, diritti, onestà, valori sanciti dalla Costituzione ma fatti a pezzi da una classe politica senza più alcuna caratura morale. 

Ascoltarlo non era solo un piacere immenso. Significava riappropriarsi di quella legalità che ci era stata sottratta, abbeverarci alla fonte della Giustizia della quale Lui e pochi altri erano rimasti i soli custodi.

ConoscerLo e condividere al Suo fianco una delle battaglie che ha interessato il mondo della scuola è stato un privilegio immenso che mi ha regalato la vita.

Per onorarne la memoria, segue la prima parte della biografia curata da un apposito staff presieduto dalla moglie, la sig.ra Anna Maria, magistrato in pensione che ne ha autorizzato la pubblicazione, immagini comprese.

Un uomo, Ferdinando Imposimato, che per tutta la sua vita ha coltivato, nel senso più profondo e autentico del termine, la Giustizia. Per renderla prassi concreta, quotidiana, uguale per tutti non in astratto, ma nei fatti. Una giustizia per tutti i cittadini che subiscono torti quotidiani e hanno pochi mezzi per far valere le loro ragioni.

Per le vittime innocenti di tanti, troppi reati che minano le radici della democrazia e della convivenza civile, come quelli compiuti dalla criminalità organizzata, che troppo spesso trova coperture ‘politiche’. Per tutte le morti che fino ad oggi, e nel corso dei decenni, non hanno mai trovato giustizia: le vittime di stragi, di tanti, troppi buchi neri che tormentano la martoriata storia della nostra repubblica. Proprio per questo, uno degli obiettivi prioritari che il Giudice Imposimato ha seguito per tutta la sua vita è stato quello di coltivare e onorare la ‘memoria’.

E la ‘memoria storica’ è stato un altro dei cardini ai quali ha fatto costante riferimento. Come l’attuale, tragico momento storico che stiamo vivendo ampiamente dimostra. Soleva infatti spesso ricordare le parole del grande storico ateniese Tucidide: “conoscere il passato, per capire il presente e anticipare il futuro”.

Ferdinando Imposimato nasce il 9 aprile 1936 a Maddaloni, in provincia di Caserta. Figlio di Iolanda e Giuseppe, secondogenito di una famiglia numerosa, sei tra sorelle e fratelli.

Si laurea in Giurisprudenza all’Università di Napoli nel 1959 e dopo tre anni diventa vicecommissario di Polizia, prima destinazione Brescia, poi Forlì. Nel 1964 vince il concorso in Magistratura. Dopo un breve periodo a Milano, è trasferito a Roma. Si sposa il 29 dicembre 1966 a Roma con Anna Maria che gli darà due bellissime bambine Alessandra e Chiara. La famiglia rimane unita nonostante i pericoli e le numerose avversità. Le tre donne studiano e divengono tutte e tre Magistrati. Anna Maria conclude la sua carriera come Presidente Onorario Aggiunto della Corte dei Conti. Alla Procura di Roma è presto chiamato ad occuparsi di reati di particolare gravità, come i sequestri di persona a scopo di estorsione. Studia e mette in atto un nuovo metodo che presto porta ad ottimi risultati con la liberazione, attraverso i blitz delle forze dell’ordine da egli coordinate, di numerose persone tenute sotto prigionia.

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Il metodo consiste nel non cedere ai ricatti dei sequestratori, mettendo sotto controllo attraverso intercettazioni telefoniche e pedinamenti, familiari, amici e persone che mano a mano si reputano degne di essere attenzionate. E’ un metodo di lavoro che richiede una attenzione continua, H 24, è un lavoro di squadra sinergico con tutte le forze dell’ordine, in particolare, con la squadra mobile romana dedita all’ascolto ed al pedinamento.

Un metodo che viene presto emulato da altri colleghi nel Paese.

Lavora con grande dedizione a tutte le inchieste, contribuendo inizialmente all’operazione che porta all’arresto di esponenti della ‘Banda dei Marsigliesi’; successivamente, si occupa di ‘Anonima sarda’, malavita romana, ‘ndrangheta, compiendo importanti arresti, coraggiose perquisizioni.

Il suo senso morale per il dovere, l’imparzialità, sono altissime.


***Foto tratte dalla biografia curate dallo staff

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