Di Marco Parotti
Pubblicato “Lo scrigno del Sacro Monte”, il volume che racconta gli ultimi interventi di recupero, studio e ricerca legati al bene Unesco. Il restauro XIII cappella continua il lavoro di manutenzione e potenziamento della fruizione che aveva visto già la riapertura di Casa Pogliaghi e il recupero della Cripta del Santuario
Il Sacro Monte di Varese diventa una buona prassi di conservazione e valorizzazione.
È da pochi giorni disponibile il volume “Lo Scrigno del Sacro Monte di Varese – un caso studio per la conservazione programmata dei Sacri Monti”. È il frutto del progetto “Buone prassi”, un lungo percorso che la Parrocchia del Sacro Monte di Varese e la Fondazione Paolo VI hanno condiviso con Fondazione Cariplo e che ha permesso dal 2016 ad oggi di restaurare interamente la XIII cappella, intervenire con riordini e manutenzioni su altre cappelle e lungo le murature della Via Sacra, realizzare la nuova illuminazione della XIII e XIV cappella e predisporre la nuova linea elettrica di tutta la Via per un prossimo intervento di sostituzione dei corpi illuminanti.
«Con il programma di manutenzione periodica siamo tornati alle origini del patrimonio ecclesiastico lombardo – dice monsignor Giuseppe Vegezzi, vicario episcopale e presidente di Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte –. Nel suo celeberrimo trattato san Carlo Borromeo raccomandava ai parroci ogni attenzione nella cura degli edifici e delle cose afferenti al culto: san Carlo si dilungava anche nelle modalità tecniche con cui pulire pavimenti e finestre, arieggiare i locali e altri dettagli. Tutte le realtà che hanno custodito la Via Sacra, il Santuario, i musei e gli altri spazi del Sacro Monte non hanno fatto altro che conservarli aumentandone lo splendore: da San Carlo a Pasquale Macchi e sino ad oggi la Parrocchia e la Fondazione Paolo V, insieme a tanti altri soggetti sia professionisti che volontari hanno protetto il valore di questo luogo, affinché la bellezza che ci porta all’Alto possa mantenersi ed essere trasmessa».
Buone prassi è un piano complessivo di conservazione programmata e preventiva: una prima fase di analisi ha messo in luce il bisogno e ha garantito indagini preliminari per verificare lo stato di conservazione dei beni e individuare le emergenze conservative del complesso montano. La seconda fase ha dato il via e sostenuto economicamente gli interventi veri e propri, arrivati – proprio grazie a questa metodologia di lavoro – prima che il degrado raggiungesse livelli eccessivi. Si è intervenuti in una fase di necessità, ma con il criterio di programmazione e prevenzione, con un unico appaltatore di riferimento e con una stretta e attiva collaborazione con la Soprintendenza: il risultato ha raggiunto l’obiettivo di manutenzione, permettendo anche un contenimento delle risorse economiche e umane sia per oggi che per l’immediato futuro.
Il volume, edito da Nomos edizioni (64 pagine) raccoglie gli interventi dell’arciprete don Sergio Ghisoni, di mons. Giuseppe Vegezzi, del soprintendente arch. Giuseppe Stolfi. La descrizione degli interventi svolti è a cura dell’architetto Gaetano Arricobene – che ha coordinato i lavori -, del restauratore Bruno Giacomelli e degli architetti Roberto Nessi e Carlo Capponi. Prezioso anche il testo inserito e voluto da Fondazione Cariplo che ha messo in luce le azioni fortemente positive condotte all’interno del progetto sottolineando come «operare in una logica di sistema consenta di agire sulle priorità dell’intervento, ottimizzare le risorse, sistematizzare le informazioni e creare economie di conoscenza».
«Tutelare il patrimonio culturale ha anche altri significati: i siti patrimonio dell’umanità come i nove Sacri Monti del Piemonte e Lombardia possono contribuire a creare una cultura di pace e offrire un profondo respiro spirituale – dice l’arciprete don Sergio Ghisoni -. Possono sostenere anche oggi il cammino di uomini e donne che come nomadi e pellegrini sono instancabili ricercatori del volto di Dio, anche nell’arte».
NOVE ANNI DI GRANDI PROGETTI E NUOVE AZIONI PER IL FUTURO
Il progetto Buone Prassi ha un bilancio complessivo di circa 500 mila euro ed è solo l’ultimo delle numerose azioni di tutela e valorizzazione che negli ultimi dieci anni sono state possibili al Sacro Monte grazie alla partecipazione attiva di numerosi partner e professionisti e a un dialogo intenso e produttivo con le istituzioni coinvolte, sia sotto il profilo della tutela sia sotto quello della valorizzazione.
Dal 2013 a oggi il Sacro Monte ha visto nascere e arrivare a conclusione il grandioso progetto di recupero e riapertura al pubblico della Cripta del Santuario: la più antica chiesa del Sacro Monte, inizialmente datata a epoca romanica, e che oggi invece mostra anche le fasi di V-VI secolo, portando la conoscenza della storia di Sacro Monte molto vicina ai primi secoli del cristianesimo. I fondi sono arrivati da Regione Lombardia, Fondazione Paolo VI e Fondazione Cariplo, con la supervisione scientifica affidata alla Soprintendenza.
Istituzioni e fondazioni bancarie sono stati fondamentali anche per pulizie e restauri che negli ultimi anni hanno interessato l’abside del Santuario, la cappella delle Beate e il portichetto in Santuario, nonché l’Arco di San Carlo lungo la via Sacra.
Riaperta nel 2014 anche la Casa Museo Pogliaghi, lo scrigno architettonico e artistico dell’artista e collezionista Lodovico Pogliaghi. «Tutti i visitatori rimangono ammirati da Casa Pogliaghi, perché è un luogo fortemente inatteso rispetto al contesto sacro del luogo», dice il personale che accoglie nei musei, curati e guidati in questa fase da Archeologistics, società varesina che si occupa della gestione e valorizzazione dei luoghi della cultura. La Casa Museo dal 2022 ha ampliato i propri orari di apertura garantendo l’accesso ai visitatori anche in settimana». (www.casamuseopogliaghi.it).
Molto vivace anche l’attività e la cura del patrimonio pittorico: tra 2020 e 2021 si registrano tre nuove donazioni al Museo Baroffio, segnale di quanta affezione il territorio e la comunità abbia per questo luogo, e un intervento di restauro, documentazione e valorizzazione del murale con la “Fuga in Egitto” di Renato Guttuso alla terza cappella. Molte anche le opere richieste in prestito da altri musei che in questo momento stanno viaggiando verso Berlino e Forlì.
È stata eseguita la pulitura della Statua di Paolo VI posta a fianco del Santuario, opera in bronzo di Floriano Bodini tra le più amate del borgo, e in questi giorni si è conclusa la pulitura della vetrata di Trento Longaretti nella chiesa dell’Annunciata che sarà visitabile nel corso del mese di aprile.
Tra i restauri importanti anche quello condotto sul modello di gesso della Porta del Duomo di Milano, opera maggiore di Lodovico Pogliaghi conservata nella sua Casa Museo al Sacro Monte e quello del Paliotto Leonardesco del Museo Baroffio, in corso in questi mesi.
Accanto a tanti interventi straordinari che si susseguono in maniera costante nel tempo, c’è la vita quotidiana del Sacro Monte, resa possibile anche «grazie ai tanti che fanno vivere questo luogo frequentandolo, o che lo sostengono attivamente prestando la loro opera di volontariato nella pulizia del viale e nelle molte attività della parrocchia», osserva mons. Giuseppe Vegezzi.
TUTTE LE OCCASIONI DI VISITA
Il viale delle cappelle, patrimonio UNESCO dal 2003, è aperto e accessibile in ogni momento da 400 anni, da quando cioè fu costruito. Le occasioni di visita guidata – ideali sia per chi si approccia per la prima volta al Sacro Monte, sia per quanti ritornano più volte dedicando tempo ai diversi aspetti del Monte – sono molteplici e sempre consultabili sul sito ufficiale www.sacromontedivarese.it (in italiano e inglese), dove è disponibile anche la biglietteria on-line.
«È una logica di sistema, che parte dalla ricerca e tutela, ma giunge sempre alla divulgazione, perché è giusto e necessario restituire alla comunità locale e a quella più ampia, la conoscenza e la memoria del patrimonio culturale – dice Elena Castiglioni di Archeologistics, referente dei musei del Sacro Monte -. Ogni progetto tiene sempre anche conto di pubblicazioni divulgative e momenti di incontro che invitino tutti alla scoperta dei luoghi».
Nelle prossime settimane tre le occasioni di visita straordinaria, legate anche al periodo pasquale:
sabato 9 aprile alle ore 16, visita guida e “Concerto per il giardino” alla Casa Museo Pogliaghi. Informazioni disponibili al link Bit.ly/concerto giardino;
sabato 16 aprile, alle ore 16.30, un percorso dedicato al “Cristo morto nell’arte” con visita alla magnifica collezione di arte sacra contemporanea del Museo Baroffio;
domenica 17 aprile (Pasqua) alle ore 10.00 ed alle ore 16.00 visita guidata alla cappella della resurrezione a vetri aperti. Un’occasione unica per guardare dall’interno le cappelle.
Nel mese di maggio, sarà possibile ogni domenica alle 17.30 visitare il percorso di opere mariane del Museo Baroffio e alle 18.15 seguire in Santuario i concerti gratuiti di “Elevazione spirituale”, in onore di Maria.
I musei sono aperti in via ordinaria nei seguenti orari:
CASA MUSEO POGLIAGHI
mercoledì, giovedì e venerdì dalle 10 alle 13
sabato e domenica, dalle 10 alle 18
CRIPTA E MUSEO BAROFFIO
mercoledì, giovedì e venerdì dalle 14 alle 18
sabato e domenica, dalle 10 alle 18
Gli orari delle celebrazioni liturgiche sono consultabili sul sito ufficiale www.sacromontedivarese.it.
Archeologistics – Fondata nel 2004, è una realtà varesina impegnata nella divulgazione e conoscenza dei beni culturali. Progetta e realizza servizi di gestione museale, educazione al patrimonio, visite guidate e turismo culturale. In Lombardia opera in tutti i quattro siti Unesco Patrimonio dell’Umanità della provincia di Varese e collabora con le principali istituzioni del territorio e con il Ministero per i Beni Culturali. Fornisce consulenza per musei, monumenti e aree archeologiche, luoghi d’interesse storico-artistico e progetta percorsi per scuole e pubblico specialistico. www.archeologistics.it
DONA ORA E GRAZIE PER IL TUO SOSTEGNO: ANCHE 1 EURO PUÒ FARE LA DIFFERENZA PER UN GIORNALISMO INDIPENDENTE E DEONTOLOGICAMENTE SANO
Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
Lascia un commento