I rischi  della “Negazione dello sviluppo”

Di Sergio Ragaini

Un elemento che, purtroppo, contraddistingue diversi gruppi odierni di “dissenso”, è la negazione di tutto ciò che ci proietta verso il divenire. Dalle chiusure verso posizioni più “aperte” in termini sessuali, alla “radicazione” in un Cristianesimo talvolta retrivo e dogmatico, si giunge alla negazione di tutto ciò che viene definito “digitalizzazione”. Dimenticando che le cosiddette “Nuove Tecnologie” ci hanno aiutato a cambiare in positivo le nostre vite, e ci permettono cose meravigliose. Quello che occorre fare è usarle in modo consapevole. E, auspicabilmente, utilizzarle come “propulsori” per costruire nuovi modelli sociali, dove la persona, e le sue grandi capacità, siano davvero al centro.

Oggi, nei gruppi che si oppongono all’attuale “Regime Sanitario”, che, ormai è sempre più evidente, ha instaurato e sta instaurando norme che di sanitario non hanno proprio nulla, e dove la più “aberrante” di queste è sicuramente il Green Pass, mezzo di discriminazione sociale e di violazione dei diritti, spacciato per misura sanitaria, si vedono, accanto ad idee ed azioni a difesa dei diritti e delle libertà, anche posizioni che, purtroppo, ci dicono che, quando si nega qualcosa, si tende, come si suol dire, a fare “di ogni erba un fascio”, andando ad escludere anche elementi che, invece, possono essere, se ben utilizzati, di valore.

Quello che oggi accade, in sostanza, è che alcune di queste opinioni vorrebbero escludere tutta quella “modernità” che, invece, è l’anima della nostra esistenza, e tanto ci può aiutare.

Tra le opinioni che posso citare vi è, ad esempio, il porre molto l’accento sul recupero delle radici cristiane. Fortunatamente, oggi, anche Gruppi Spirituali per così dire  “alternativi” al Cristianesimo Cattolico stanno raggiungendo il “fronte del dissenso”: tuttavia, una gran parte della fascia del dissenso, per negare di forza una sorta di “modernismo”, assunto da chi difende il Regime, sta portando avanti valori di chiusura.

Un esempio sono le posizioni contro l’Eutanasia: dell’argomento avevo già parlato in un  mio precedente articolo. Molte delle posizioni che vogliono dissentire nei confronti dell’attuale regime, purtroppo, vanno ad escludere tutto questo, riprendendo un concetto di “Dio che dà la vita, e che solo lui può togliere”. Questo, nell’articolo citato, era da me stato smentito, in quanto si tratta di un concetto di carattere religioso, e legato ad una singola confessione religiosa, che non può avere quel respiro “universale” che vogliamo dare alle cose.

Anche il concetto di “transessualità” è uno degli obiettivi bersaglio di parte del fronte del dissenso. Cercando, in qualche modo, di difendere quei valori di sacralità della sessualità.

Tuttavia, possiamo ricordare che, quando nasciamo, abbiamo in noi entrambe le sessualità, e che, soltanto ad un certo punto dello sviluppo, una delle due sessualità diviene dominante, e l’altra recessiva. Chi è omosessuale, verosimilmente, ha come sessualità apparente la recessiva, e non la dominante.

Quindi, accettare discorsi come il cambio di sesso, o l’omosessualità, significa accettare elementi che possono diventare naturali nella persona, in certe circostanze. Una parte del fronte del dissenso, invece, associandosi alle posizioni più retrive del Mondo Cattolico, va ad associare questo rispetto per le differenze sessuali con un Regime che sopprime le libertà. Arrivando, così facendo, a sopprimerne altre, comunque inviolabili, come quella di “essere sé stessi”, anche da un punto di vista sessuale.

Ecco: credo che questa breve panoramica faccia capire una cosa: spesso, quando si vuole negare qualcosa, purtroppo si tende a negare tutto, indiscriminatamente, senza rendersi conto di cosa si nega.

Tutto questo, anche se in senso lato, potrebbe rientrare in quelle posizioni legate al complottismo: di questo argomento avevo già parlato in un mio articolo, dove associavo questo discorso a quello del cosiddetto “negazionismo”. In un’ottica “complottista”, in sostanza, per negare quello che hanno fatto i Grandi Potentati Economici, si viene a negare qualcosa che è legato all’evidenza scientifica, e che ci ha permesso uno sviluppo davvero positivo. Ad esempio, esistono diversi gruppi che sostengono che la terra è piatta, che il sole è freddo, e addirittura che le montagne sono resti di alberi alti decine di chilometri, tagliati da chissà chi. E, addirittura, che la forza di gravità non esiste.

Purtroppo, queste sono circostanze estreme, legate a quelle visioni che tendono, considerato che il Potere Economico ha spesso prodotto una Scienza asservita, a negare tutto quanto la Scienza ha fatto sinora. Comprese le Teorie sull’evoluzione planetaria e cosmologica.

A questo associo una parte, anche, del “Contattismo”: definisco così quell’insieme di messaggi che alcune persone ritengono di avere ricevuto da Esseri di altri Mondi.

Anche su questo ho forti dubbi: infatti, noi, anche se in maniera parziale, abbiamo delle conoscenze cosmologiche ben precise. Conoscenze che hanno gettato dei “punti fermi” anche sulla struttura dell’Universo.

Oggi sappiamo, ad esempio, che le stelle hanno pianeti che girano attorno a loro, i quali hanno ben precise leggi di rotazione e rivoluzione, elaborate, soprattutto, da Keplero e da Newton, oltre che, per quanto riguarda comportamenti “estremi” delle stelle, da fisici quali Chandrasekhar. E che ci sono precise analogie tra queste leggi e altre Leggi dell’Universo: ad esempio, tra le legge di Networn, che esprime il comportamento attrattivo di corpi, e quella di Coulomb, che esprime il comportamento attrattivo o repulsivo di cariche elettriche.

In tutta questa “epopea” del contattismo, nessuna di queste conoscenze cosmologiche è rispettata. Nel senso che, chi ha questi contatti, non fornisce alcuna indicazione cosmologica, o la fornisce addirittura in netto contrasto con quanto noi stessi conosciamo. Ad esempio, c’è chi sostiene di parlare con persone che vengono da Sirio o dalle Pleiadi. Ignorando, probabilmente, che Sirio è una stella, e non un Pianeta, e le Pleiadi sono addirittura un gruppo di stelle.

Naturalmente, se a queste persone si pongono domande sulla struttura di quei corpi stellari, dei pianeti che vi orbitano attorno e così via, non sapranno dare alcuna risposta.

Addirittura, qualcuno sostiene di parlare con persone provenienti da “Sirio B”, una Nana Bianca che orbita attorno a Sirio. Forse ignorando che la densità di materia di una nana bianca è qualcosa come 106 g/cm3. Questo vuol dire che un centimetro cubo di materia ha il peso “terrestre” di una tonnellata. Probabilmente, chi parla di queste cose ignora completamente tutto questo!

Ecco: uno dei paradossi che oggi si vedono attivi, in un’epoca in cui si vedono i disastri che un uso della Scienza come viene oggi portato sta provocando, è quello di negare qualsiasi evoluzione scientifica, etichettandola a priori come parte di un complotto.

Ne parlavo in un articolo di oltre un anno fa, quando questa situazione, quella che ancora viviamo, non era così lontana dal suo inizio, e quando ancora se ne poteva “assaporare”, anche se “ad latum”, la sua conclusione. Una conclusione che, ormai, appare davvero persa in una sorta di oblio dell’impossibile.

Una delle cose più clamorose, secondo me, di questo periodo, ovviamente da parte di alcuni, è il negare valore al grande sviluppo tecnologico che oggi è stato possibile grazie alle cosiddette “Nuove Tecnologie”. Uno sviluppo che ha permesso di realizzare cose che, solo sino a pochissimi anni fa, sarebbero state impossibili. Faccio rientrare questa negazione del valore delle Tecnologie Digitali, anche se in senso esteso, in una delle possibili “facce” del “complottismo”.

La Rete Internet ha, senza dubbio, cambiato il nostro approccio alla Realtà. Proprio per la sua grandissima originalità: infatti, Internet non è una vera “Rete”, ma una “Rete di Reti”. In fondo, è solo un protocollo, vale a dire un metodo per mettere in comunicazione varie Reti, generando, attraverso l’aggancio ad un “Internet Service Provider”, la possibilità di essere connessi al Mondo, ad un Mondo di notizie,m di informazioni, di dati.

Grazie a questo Mondo tecnologico, e a questa Tecnologia, ognuno di noi diviene parte di una Grande Rete. Ognuno di noi ha un Indirizzo IP (Acronimo di Internet Protocol) che lo collega in tempo reale al Mondo, e che permette, con un clic, che come limite di velocità ha solo quello della Luce, vista la velocità oggi di navigazione, di ricevere tutte le informazioni che si desiderano.

Dalle connessioni di un tempo, via modem, dove la connessione cadeva in continuazione, e che, pure, ci sembravano meravigliose, siamo oggi passati a connessioni sempre più veloci, dove nella Rete viaggiano fasci di luce, e non più impulsi elettromagnetici.

Sempre più, poi, la Tecnologia Internet è diventata “mobile”, con dispositivi che, di fatto, permettono, mediante apparecchi che si tengono in un palmo di mano, di fare quasi le stesse cose che si possono fare con i Computer Fissi.

Inoltre, questa “ultra mobilità” ha permesso di fare passare ai “dati” anche immagini, suoni, comunicazioni e conversazioni. Oggi, grazie alla Rete, si possono eseguire comunicazioni in audio-video con qualsiasi parte del Mondo, a costo di fatto nullo, essendo quasi tutte le connessioni “a dati quasi illimitati”, o con una mole di dati ben superiori a qualsiasi utilizzo “normale” che si possa fare della Rete Mobile.

Nelle telefonie mobili si è passati, dalle Reti GSM, a quelle che trasportano dati. Partendo dal GPRS, siamo arrivati all’UMTS, detto anche 3G, all’LTE, noto come 4G, sino allo ZTE, noto come 5G.

Su quest’ultimo avevo già parlato in questo articolo di parecchio tempo fa:, dove avevo fatto rientrare l’argomento in un discorso più ampio: questa, in effetti, è una tecnologia spesso “bersaglio” dei Gruppi contro il Regime attuale.

In effetti, rispetto a quanto dicevo allora posso aggiungere che vi è una cosa “dubbia”: vale a dire, il fatto che, a differenza delle altre tecnologie mobili, dove lo scopo era quello di avere pochi trasmettitori dalla “portata” sempre maggiore, qui si ha una certa “inversione di tendenza”: vale a dire, molti più trasmettitori e molti più ricevitori, estremamente “direzionali”, e dalla portata limitata. E questo lascia qualche dubbio.

Tuttavia, è solo un dubbio: sono, infatti, ben lungi dal pensare che questa tecnologia sia come un “forno a microonde”, come alcuni sostengono. Come, infatti, potrebbe esserlo, visto che il forno a microonde lavora su una frequenza ben maggiore? Una persona potrebbe lasciare un cibo davanti ad un terminale 5G per ore, senza che questo minimamente possa cuocere, mentre un microonde cuoce e scalda un cibo in pochi secondi! L’analogia, quindi, non regge, e rimane una delle più utilizzate per creare paura nell’immaginario collettivo, non meno della paura creata dal Regime durante l’epidemia COVID-19, quando mostrava morti e bare che nemmeno erano quelle dei luoghi che si diceva fossero (Vedi “bare di Bergamo”, che, in realtà, erano quelle di Lampedusa!) come ben sappiamo. Insomma: anche chi vuole essere “contro”, spesso, utilizza gli stessi elementi e mezzi di coloro che vuole combattere. Capita spesso, devo dire.

Tuttavia, le posizioni di alcuni che attaccano, giustamente, questo regime Sanitario, in merito alla Tecnologia, vanno ben oltre l’attacco al 5G. Questo, al limite, serve da spunto per un’azione più globale, che vuole negare “in toto” q       queste tecnologie digitali, che gli stessi che vorrebbero negare usano, magari per parlarne male.

Tante volte, ad esempio, si vedono cartelli del tipo: “No alla digitalizzazione”.

Chi scrive questo, probabilmente, non sa nemmeno cosa sta scrivendo. E non sa che questa “digitalizzazione” è quella che ha permesso sviluppi tecnologici impensabili, grazie ai quali possiamo fare cose che semplificano e aiutano tantissimo la nostra esistenza.

Cerchiamo, quindi, di dare una panoramica, anche se, per forza di cose, velocissima, su così’è questa digitalizzazione,e su quali sono i suoi fondamenti.

La parola “digitale”, che molti erroneamente credono che sia legata a “dita”, deriva invece dalla parola inglese “digit”, che significa “cifra”. Un apparecchio digitale, quindi, è un qualcosa che non è legato a strutture e a forme, ma a cifre.

Di fatto, la parola “digitale” si contrappone a quella “analogico”. Un prodotto analogico cerca di approssimare qualcosa con una struttura che, in qualche modo, la imiti. Un disco in vinile, ad esempio, nel suo microsolco cerca di riprodurre la struttura dell’onda sonora.

Un sistema digitale, invece, non si pone questo problema del “riprodurre”, ma quello dell’”approssimare”- La differenza sostanziale è proprio in questo: il mondo “analogico” cerca di “imitare”, mentre quello digitale si pone solo il problema di “approssimare”.

Se, quindi, con una struttura analogica, cerchiamo di imitare un’onda, con una digitale cerchiamo di approssimarla con qualcosa che ci si avvicini. Ad esempio, con una struttura fatta di segmenti sempre più ravvicinati. Cercheremo, anche, di approssimare una curva con una spezzata sempre più ravvicinata.

Ecco: questo concetto di “approssimare” è la base della digitalizzazione. Per farlo, il tutto viene codificato in sequenze numeriche. Che, di fatto, utilizzano solo le cifre 0 e 1 (spento o acceso)., quindi, ogni struttura digitale, può essere codificata in sequenza di 0 e di 1 (sistema di numerazione binario) che dicono esattamente come questa struttura si comporta.

Di fatto, tutto questo appare bellissimo. E grazie a tutto questo è stato creato un mondo nuovo.

Una delle caratteristiche di questo “mondo digitale” è la sua apparente “rigidità”: vale a dire, non esistono vie di mezzo tra 0 e 1. In un segnale televisivo digitale, ad esempio, non si può “vedere bene” o “vedere male”: semplicemente si vede o non si vede. Anche un’apparecchiatura digitale, di conseguenza, avrà la caratteristica di “funzionare” o di “non funzionare”: le vie di mezzo saranno di fatto impossibili. Quindi, si passerà facilmente, in maniera improvvisa, dal funzionare al non funzionare.

Di fatto, però, questo considerare una realtà non più “continua” ma “discreta” (vale a dire, fatta di punti separati, anche se molto ravvicinati), è già tipica della Meccanica Quantistica, dove spesso il mondo diviene “discreto”: in fondo, la stessa Equazione di Planck dice che l’energia si trasmette in “pacchetti”, e la Chimica ci dice che gli elettroni si dispongono in “orbitali” secondo determinati livelli di energia definiti. E ci dice anche che le particelle possono superare, talvolta, barriere energetiche giudicate insormontabili (effetto tunnel).

Insomma: questa “discretizzazione” appare perfettamente in linea con la Fisica Moderna. E, comunque, è grazie a questa “digitalizzazione” che abbiamo le cose meravigliose che oggi sono tra noi.

E qualcuno, oggi vorrebbe prendere tutto questo e gettarlo via!

Quando si dice “no alla digitalizzazione”, infatti, si dice “no” a tutto quanto il mondo digitale ci ha permesso di avere. Si dice “no” alla Tecnologia che ha cambiato le nostre vite, sicuramente in positivo!

Chi ne parla male in maniera indiscriminata forse non si rende conto che sta negando qualcosa che permette un impatto meraviglioso sulla realtà.

Ovviamente, il problema di tutte le cose è come si usano. E,m più una cosa è potente, più l’uso scorretto della stessa può impattare in maniera negativa.

Le Tecnologie Odierne offrono una possibilità incredibile di interazione con la realtà. Ad esempio, collegando la centralina della nostra auto, che tutte le auto moderne hanno, col nostro Smartphopne, possiamo accedere a moltissimi servizi, compreso quello di navigazione. Con la possibilità, in tempo reale, di avere sempre il percorso migliore.

Grazie ai servizi di messaggistica avanzata, possiamo comunicare simultaneamente con tante persone, possiamo scambiare messaggi con il Mondo, possiamo organizzare eventi, cambiarli, annullarli, senza problemi.

Ricordate le “catene telefoniche” di un tempo, quando occorreva telefonarsi per poter confermare o disdire una cosa? Vi piacevano? Volete tornare indietro a quei tempi?

Per qualcuno tutto questo era “romantico”, ma di fatto ben poco fruibile!

Naturalmente, un cattivo uso di queste tecnologie ne ribalta lo scopo. Nel senso che molti le utilizzano per estraniarsi dalla Realtà, invece che per interagire con la stessa. Se andiamo in giro, sovente, vediamo persone con lo sguardo sul monitor dello smartphone che digitano, senza nemmeno osservare quello che si verifica attorno a loro.

Tuttavia: possiamo dire che queste tecnologie sono brutte per il loro uso scorretto? Direi di no! Che poi questo uso scorretto sia promosso dal Sistema, e ne sia funzionale, è un altro discorso: tuttavia, queste Tecnologie, in sé, sono meravigliose.

E qui veniamo a quello che, forse è il discorso ”topico” di tutto. Vale a dire, come il Sistema utilizza questa situazione a suo piacimento. Chi osteggia la “digitalizzazione” sostiene che è un mezzo per il controllo sociale.

Allo stesso modo, qualcuno sostiene, spingendosi ancora oltre, che l’automazione, che sempre più sta diventando realtà, giustificherà la riduzione della popolazione, anche forzata.

Su questo si potrebbero aprire “Universi” di discussione e di analisi. Discussioni che, in futuro, potrebbero essere oggetto di altri articoli.

Voglio però “gettare” un’immagine: da sempre, il sogno dell’Uomo è quello di liberarsi dal lavoro manuale e ripetitivo. Per creare una Società dove questi lavori siano affidati a macchine.

Questo permetterebbe, e già in parte permette, all’Uomo di avere più tempo per sé, per la propria vita.

Lo stesso oggi si vede con la possibilità di effettuare molte operazioni online. Qualcuno può affermare che è bello fare la fila all’’Ufficio Postale, per ogni cosa? Il fatto di poter compiere online le stesse operazioni non è un modo per “segregarsi”, e per evitare il contatto sociale, ma per poter svolgere in autonomia operazioni che sarebbero solo noiose. Infatti la chiamiamo “interazione sociale” la fila in posta, con gente annoiata, ad esempio? Meglio compiere queste operazioni da casa, e interagire con chi vogliamo noi, e, soprattutto, quando vogliamo, e non perché ne siamo costretti!

Questa riflessione, credo, apre nuove prospettive. E ne aprirà sempre di nuove. Compreso per l’automazione. Se un giorno, ad esempio, ci saranno auto teleguidate, questo vorrà dire possibilità in più per le persone. Vorrà dire decidere di guidare solo quando lo si vuole, e non quando si deve fare. Insomma: queste tecnologie aprono una prospettiva Sociale dove il “devo fare” si sostituirà sempre più con il “faccio se voglio fare”. Quindi, saremo proiettati saempre di più verso una Società più “umana”, che mette davvero l’individuo al centro, e dà all’individuo la possibilità di vivere davvero come “Essere Pensante”, e non come “mero riproduttore” di azioni meccaniche, che sempre più saranno affidate a macchine.

Purtroppo, però, e questo è il problema attuale, queste tecnologie non sono in mano all’individuo. Per poter essere utilizzate al meglio, infatti, presupporrebbero un nuovo modello, e credo anche un  nuovo paradigma sociale. Un paradigma che porterebbe a nuove considerazioni di quello che siamo.

Una delle obiezioni sull’automazione è il fatto che questa creerebbe disoccupazione. Questo è vero. Il problema , tuttavia, esiste perché siamo in una Società basata su determinati paradigmi, quali il lavoro per vivere,. E il denaro come mezzo per sussistere.

Un Notaio, mesi fa, prospettava un modello basato sulla persona. Facendo l’esempio del Bardo di Asterix, che cantava malissimo ma che, tuttavia, aveva di che vivere.

Con un modello di questo tipo, ovviamente, non ci sarebbero problemi di alcun tipo: tutti avrebbero di che sussistere, perché, come persone, valgono.

In un modello come quello attuale, invece, questa automazione potrebbe creare problemi, almeno nell’immediato: a lungo termine, e forse anche a medio, si creerebbero nuovi lavori. Ad esempio, sino a 30 anni fa, lavori quali il “Web Master” o il “Web designer” erano parole senza senso, mentre oggi sono ben precise attività professionali, sovente anche molto ben retribuite.

Per potere, quindi, arrivare ad un nuovo modo di vedere le cose, occorrerebbe un ripensamento di tutta la struttura sociale, dove il fondamento non sia più il denaro.

il problema di queste Nuove Tecnologie è che stanno generando “plusvalore” nelle mani di chi detiene la produzione, invece che ricchezza e benessere per tutti,. Come sempre, la ricchezza è detenuta da chi non la produce. E queste Tecnologie possono produrre ricchezza per tutti, e benessere per il divenire.

Anche le automazioni più elevate, come quelle di arti artificiali e simili, permettono, e sempre più permetteranno, di fare cose meravigliose. Così come, oggi, possono permettere a persone che, magari, non potrebbero più muoversi, di riavere la loro mobilità.

Poi, è anche vero che le attuali tecnologie sono utilizzate per controllare le persone. Questo, però, accade perché sono utilizziate decisamente male, e per scopi non conformi a quelli per cuii sono nate. Sono nelle mani di persone che le utilizzano come armi contro di noi.

Tuttavia, a causa di questo, le vogliamo eliminare? A causa del fatto che questa automazione è nelle mani di persone sbagliate, vogliamo cancellarla?

Vogliamo tornare alle “lettere”, alle catene telefoniche, al cercare informazioni chissà dove? Grazie a questo mezzo tecnologico, a questi mezzi tecnologici, abbiamo una possibilità di conoscenza enorme: vogliamo buttarla via perché qualcuno la utilizza male?

Piuttosto togliamola dalle mani di chi la utilizza male, e utilizziamo quello che permette, e sempre più permetterà di fare, per costruire una Società meravigliosa, dove l’automazione sarà parte di un processo davvero umano, dove l’automazione sarà al nostro servizio, e non noi al servizio dell’automazione.

Quindi, ben vengano le fabbriche automatizzate, ben venga la digitalizzazione, ben venga il fatto di non fare più lavori manuali, e ben venga il fatto di non andare più a fare file, ma fare tutto online. Questo è sviluppo. Il nostro compito è di “prendere in mano” tutto questo, per averlo davvero al nostro servizio.

Queste innovazioni tecnologiche saranno la base di qualcosa di davvero meraviglioso. In attesa di ere ancora più evolute, dove, forse, saremo noi stessi ad avere quelle potenzialità che oggi hanno le macchine. Magari, però, grazie alle macchine stesse, naturalmente utilizzate al meglio.

Utilizziamo la Tecnologia per costruire una Società davvero libera, dove noi stessi possiamo prendere in mano la nostra esistenza, e renderla meravigliosa. E dove, finalmente liberi da orpelli di lavori ripetitivi, avremo davvero tanto tempo per noi, e per quello che davvero siamo.

La Tecnologia è un’occasione: cogliamola. Rifiutarla, vorrebbe dire tornare ad un regresso che, personalmente, sarebbe poco auspicabile. Andiamo verso il divenire, con la giusta consapevolezza. E sapendo che il Sistema Sociale che ci hanno prospettato è solo “uno dei tanti possibili”. E che ne possiamo costruire un altro, tanti altri. Dove la Tecnologia si integri al meglio, e divenga propulsore per un nuovo destino, per una nuova umanità.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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