Rubrica settimanale a cura del dottor Claudio Rao – giornalista e pedagogista clinico
Continuiamo la rubrica di consigli per aiutarci a tutelarci meglio dai tentativi di manipolazione. In questo articolo, riflettiamo sulla necessità di rispettare i nostri bisogni e i nostri valori.
***Chi desidera porre domande al dottor Claudio Rao può farlo scrivendo alla mail claudio.rao@gliscomunicati.it
«Bisogna osare o rassegnarsi a tutto » (Tito Livio, citato a braccio).
“Memento audere semper” (ricordati di osare) mi ricordava sempre mio padre, citando Gabriele D’Annunzio. Come farlo, come fare cioè a salvaguardare i nostri valori senza mortificare i nostri bisogni mantenendoci in buoni rapporti con gli altri?
Contrariamente alle persone che hanno tendenza ad “affermarsi troppo”, caratterizzate da una certa aggressività, coloro che non sanno affermarsi presentano un comportamento piuttosto inibito. Questi ultimi hanno difficoltà a comunicare efficacemente e presentano tendenzialmente disagi relazionali, impedendosi ciò di cui hanno necessità o desiderio. Questi atteggiamenti prestano il fianco ai manipolatori che ci giocano e s’incuneano sulla continua rimessa in discussione di se stessi e la scarsa autostima, caratterizzata spesso da ansia, di questi soggetti.
Queste persone si prestano ad essere manipolate in quanto preferiscono mantenere una relazione in atto, ancorchè negativa, piuttosto che rischiare una contrapposizione o una situazione conflittuale manifestando le proprie necessità. La maggior parte dei manipolatori conta su queste facili prede, timide e inibite, tendenzialmente passive, per esercitare la propria autorità e il proprio dominio.
« Ho sempre avuto difficoltà a dire qualcosa a qualcuno quando non sono d’accordo con lui – mi confidò Alexia, amica… di un amico. Col mio superiore, la cosa ha raggiunto dei livelli incredibili. Sapeva che m’intimoriva e ne approfittava senza ritegno. Non ti dico quante ore di straordinario mi sono sorbita quando tutti i colleghi e perfino il capo erano già rientrati! Annullando, spesso all’ultimo momento, impegni pregressi. Tacevo, per paura di essere ripresa malamente. Alla fine, sono riuscita a lasciare il reparto per ragioni di salute. Cosa che mi ha fornito il pretesto per evitare di spiegare le ragioni che avrei avuto di andarmene comunque. Non dimenticherò mai la faccia che ha fatto il mio responsabile quando ho dovuto andarmene a causa di quel benedetto incidente! L’ho vissuto come una liberazione, perchè non avrei mai osato parlargli chiaramente, rivendicando la mia posizione ».
Allora, come fare per affermarsi? Premettiamo che è necessario ascoltarci. Prestare attenzione ai nostri bisogni, alle nostre sensazioni, ai nostri desiderata.
Non è semplice e in certe situazioni è perfino necessario l’affiancamento di un professionista dell’aiuto alla persona, però la prima cosa da fare è sapere ciò di cui abbiamo veramente voglia e bisogno. Se abbiamo trascorso una gradevolissima cena tra amici e ci viene richiesto di restare per la notte, non dobbiamo affatto sentirci obbligati ad accettare! Così come se abbiamo bisogno di un po’ di riposo e nostro figlio gioca rumorosamente in salotto, abbiamo assolutamente il diritto di chiedergli di andare a giocare in giardino o in camera sua! Ricordiamoci che i manipolatori approfittano del fatto che non abbiamo chiari (o chiaramente espresso) i nostri bisogni per imporci i loro.
Poniamoci dunque sempre una banalissima domanda: « Rispondendo di sì o di no a questa richiesta (accettando o rifiutando una proposta) oppure tacendo, sto rispettando quello di cui ho bisogno? ».
Questa attenzione alle proprie necessità affettive, emotive, fisiologiche, mentali del momento ci consentirà, tra l’altro, di prendere un minimo di distanza dal contesto ed evitare una risposta precipitosa. Nello stesso tempo, ci permetterà di riflettere maggiormente sulla situazione. Ci offrirà infine l’opportunità di formulare adeguatamente la risposta di accettazione o diniego, modulandola sulla capacità di ricezione della persona a cui ci rivolgiamo.
Ricordiamoci che non ci sono solo persone malvagie e manipolatrici al mondo, ma che non vi sono neppure unicamente persone altruiste e generose. Insomma, un atteggiamento disincantato e aperto è sempre una guida preziosa nelle relazioni interpersonali.
Chiediamoci che interesse potrebbe avere il nostro interlocutore a sollecitarci in una direzione e qual è invece il nostro, per valutare il modo di conciliarli.
Teniamo comunque sempre presente che la natura del nostro “essere” umani – anche senza la minima malvagità di fondo – è l’egoismo: anteporre il proprio benessere a quello altrui.
DONA ORA E GRAZIE PER IL TUO SOSTEGNO: ANCHE 1 EURO PUÒ FARE LA DIFFERENZA PER UN GIORNALISMO INDIPENDENTE E DEONTOLOGICAMENTE SANO
Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
Lascia un commento