Rubrica settimanale di scambio di riflessioni tra i giornalisti Vittorio Feltri ed Emilia Urso Anfuso
Caro Vittorio,
nel tuo editoriale pubblicato su Libero uscito in edicola il 14 Gennaio hai
potuto dimostrare ai lettori la tua apertura mentale: sì alla vaccinazione per
contrastare gli effetti della malattia Covid-19, ma è anche necessario dar voce
a chi ha idee diverse.
Lo hai fatto parlando del Professor Becchi, che ha scritto per lungo tempo per Libero. Becchi sospetta che il motivo che si nasconde dietro al decesso di David Sassoli sia il Covid-19.
Tu, che di Becchi sei anche amico, hai fatto notare che, per quanto tu non concordi con la sua tesi, ciò non toglie che egli conservi il diritto di dire la sua. Ora il punto è questo: in special modo in televisione il livello di aggressività, ingiurie e parolacce è giunto all’insopportabile. Virologi, colleghi giornalisti, opinionisti, si scagliano malamente, e sempre più aggressivamente, contro chi tenta di aprire un dibattito.
La deontologia professionale non esiste più? Mi riferisco a quella che dovrebbero osservare medici e specialisti del settore sanitario. Non pensi che tutto questo danneggi molto anche la campagna vaccinale, ma ancor più, la credibilità di chi urla, usa la maleducazione e impone con questo tipo di toni che superano l’autoritarismo?
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Cara Emilia,
però non esageriamo. Sono favorevole alla libertà di pensiero, anche il più cretino. Però tra un virologo e un idraulico o un elettricista, se si parla di vaccini e di COVID, preferisco il primo.
Mentre qui vedo che qualsiasi fesso si mette a discutere presuntuosamente con gli studiosi del ramo infettivo. E questo se non facesse arrabbiare, farebbe ridere.
Per quanto riguarda la confusione delle informazioni, mi sembra normale che il fenomeno del caos sia inevitabile. Non si può pretendere che la scienza, procedendo per tentativi, sia in grado di fornire risposte esatte ai nostri quesiti suggeriti dall’ignoranza in ambito medico.
I dottori si affidano all’esperienza e all’intuito, i no vax confondono la loro ignoranza con le conoscenze apprese su internet.
In pratica non sanno niente, mentre i dottori sono leggermente più preparati. Quindi tra un fesso e uno specialista, ovvio che scelgo il secondo.
Naturalmente sono d’accordo con te quando dici che anche gli imbecilli hanno il diritto di dire cazzate e mi arrabbio con chi li vorrebbe zittire.
Ma sarebbe meglio che stessero zitti.
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Caro Vitorio,
che i medici siano più informati è cosa logica, ma io mi riferisco ai toni utilizzati. E’ vero, quando si dibatte con persone che nulla sanno di un tema, alla fine i nervi prendono il sopravvento.
Però, a mio parere, è come se vi fosse in atto la tendenza a voler zittire tutti coloro che magari vorrebbero solo capir meglio, ma con quest’atmosfera densa di urla e persino risatine sarcastiche, anche da parte di opinionisti e giornalisti, invece di portare i più riottosi alla riflessione si porta un po’ tutti a spegnere la televisione e a non leggere i giornali.
Mi capita di parlare con molti cittadini, e mi riferisco a persone regolarmente vaccinate, che stanno prendendo le distanze da tutto questo, e mi confidano che sono ora in dubbio su tutto, vaccinazione compresa. Il motivo? Il tenore dei dibattiti negli studi televisivi. Gradirebbero che anche a chi obietta venisse data voce, e poi la conseguente replica.
Non pensi che un po’ di moderazione generale, in special modo da parte degli scienziati, metterebbe a tacere chi scienziato, ricercatore o virologo non è, e metterebbe in uno stato di maggiore tranquillità telespettatori e lettori?
Attendo la tua replica, se vorrai.
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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.
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