Dittatura e manipolazione

Dittatura e manipolazione

L’angolo dell’esperto Rubrica a cura di Claudio Rao

Questo è il primo articolo di una serie dedicati all’analisi dei meccanismi che vincolano, plagiano e dirigono le nostre scelte come individui e come collettività. 

Innanzitutto, a scanso di equivoci, precisiamo che una dittatura, ai giorni nostri, è un regime politico arbitrario e coercitivo che detiene tutti i poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario. Detto potere, non avendo istanze superiori di controllo, non garantirebbe le libertà individuali. Il che esclude, de facto, tutti i Paesi dell’attuale U.E.

In che modo un dittatore riesce ad ottenere questo potere? Quali sono le tecniche usate per manipolare le masse? Questo è un interrogativo stimolante per chiunque abbia una formazione sociologica, psicologica o pedagogica alle spalle.

In base alle mie riflessioni vi sarebbero almeno quattro tecniche che, combinate insieme, garantirebbero discreti risultati: la sottomissione per paura, la manipolazione dell’informazione, l’isolamento e la fabbricazione di un colpevole ideale.

Instaurare un clima ansiogeno è il primo accorgimento di un dittatore. Una persona angosciata, o meglio, un gruppo di persone angosciate, adotterà un comportamento più “primario”, quindi più prevedibile che quello di una persona serena. Pur di allontanare l’angoscia sarà disposto ad agire come gli si richiede.

Ci sono diverse maniere di favorire l’instaurazione di un clima di paura.

I Mass-media sono spesso in prima linea a riguardo, concentrando la propria informazione su temi fortemente ansiogeni: malavita organizzata, disoccupazione, terrorismo, violenze domestiche… Ogni Paese ha le sue proprie nevrosi e le sue paure viscerali sulle quali fare presa.

I divieti limitanti le libertà individuali sono altresì fortemente ansiogeni. Coprifuochi, impossibilità di esprimersi liberamente, di praticare un culto o di manifestare sono solo alcuni degli accorgimenti per coniare dei limiti.

Parallelamente ai divieti, i controlli minuziosi e intrusivi sia nella vita pubblica che privata verificano se il progressivo asservimento della popolazione sia vero o simulato.

Infine, per consolidare bene la cosa e scoraggiare il dissenso, è importante pubblicizzare le sanzioni: esecuzioni pubbliche, repressioni, torture (gli esempi non mancano nelle dittature di destra o di sinistra). Per avere un popolo sottomesso, insegnava Mao “Puniscine uno e ne educherai cento”.

Ogni dittatura si basa generalmente su un’ideologia a senso unico. Per questo è importante manipolare l’informazione. Durante la Seconda Guerra mondiale, per esempio, i tedeschi ricevevano regolarmente notizie positive dal fronte, anche quando le perdite erano considerevoli e le battaglie delle sconfitte. L’esercito del Terzo Reich non poteva fallire nella sua missione civilizzatrice!

Non è raro che anche i libri di Storia vengano riscritti a profitto del presente. Il popolo dimenticherà così una parte del proprio percorso a profitto di quello che il dittatore di turno vorrà fargli credere ed imparare. Basterà analizzare i sussidiari dei nostri nonni, inneggianti alla vita e alle opere del Duce e alla superiorità della razza ariana per averne un’idea.

La manipolazione dell’informazione implica il mantenimento del popolo nell’ignoranza. La cittadinanza, non potendo accedere a fonti d’informazione diverse e diversificate, non riuscirà a sviluppare una visione globale e uno spirito critico. L’ignoranza è il terreno ideale per pregiudizi e manipolazioni.

Paura e disinformazione finiscono per isolare progressivamente il popolo. Entrata ed uscita di persone, beni e informazioni vengono limitate e controllate. Le frontiere svolgono un ruolo essenziale in questo senso. Non potendo comparare la propria situazione a quella degli altri, la popolazione finisce per “nutrirsi” esclusivamente della propaganda di regime.

Infine, ogni ideologia totalitaria tende a creare un nemico, un capro espiatorio, un colpevole ideale contro cui lottare. La politica del capro espiatorio (più che del vero responsabile) colpirà generalmente una fascia di cittadini: minoranze etniche, politiche o religiose; intellettuali, scrittori o giornalisti dissidenti. Spingendo – altro meccanismo fondamentale – alla delazione, al tradimento. “Divide et impera”, insomma. Questo nemico ideale può essere anche, più semplicemente, un’ideologia: capitalismo contro comunismo, per esempio.  Si tratterà di canalizzare l’aggressività del popolo dirigendola verso obiettivi opportunamente selezionati dal potere in atto.

Nei prossimi articoli esamineremo più dettagliatamente come alcuni comportamenti individuali possano inceppare le nostre relazioni interpersonali, impedendoci un’autonomia fronte all’individuo “manipolatore”. E forniremo anche qualche via d’uscita.

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Gli Scomunicati è una testata giornalistica fondata nel 2006 dalla giornalista Emilia Urso Anfuso, totalmente autofinanziata. Non riceve proventi pubblici.

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